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PROCESSO A BELLINZONAChiesti 18 anni per l'accoltellatore di Morges: «Egoismo primario e odioso»

14.12.22 - 12:22
L'uomo, in giudizio a Bellinzona in questi giorni, «voleva diventare un mujaeddin colpendo una persona a caso»
Archivio Tipress
Fonte Ats
Chiesti 18 anni per l'accoltellatore di Morges: «Egoismo primario e odioso»
L'uomo, in giudizio a Bellinzona in questi giorni, «voleva diventare un mujaeddin colpendo una persona a caso»

BELLINZONA - L'accusa ha chiesto una condanna a 18 anni di reclusione contro l'autore dell'omicidio di un portoghese, avvenuto nel settembre 2020 a Morges (VD). Il procuratore federale Yves Nicolet ha insistito sulla «colpa estremamente pesante» dell'imputato.

Gli atti gravissimi, i motivi futili e la mancanza di consapevolezza meriterebbero una condanna all'ergastolo. La sentenza deve però tener conto della legge scemata responsabilità attestata dallo psichiatra, ha detto Nicolet.

Il rappresentante dell'accusa ha respinto l'idea di un trattamento terapeutico in un ambiente chiuso proposta dall'esperto psichiatra. L'imputato non è consapevole della sua malattia, non si sta curando e dice di preferire il carcere. In queste condizioni, solo la detenzione ordinaria può garantire la sicurezza pubblica, ha insistito il magistrato.

«Egoismo primario e odioso»

Le circostanze e le motivazioni del suo gesto rilevano dell'assassinio. Oltre a promuove l'istituzione di un "cosiddetto califfato", l'imputato voleva raggiungere l'ambito status di "mujaheddin". Era guidato da un «egoismo primario e odioso», ha sottolineato il procuratore. L'uomo ha scelto una vittima a caso, senza conoscerla, senza alcun riguardo per la sua vita o per i suoi parenti.

Secondo l'accusa, anche l'aggressione a una guardia carceraria, ferita con una penna 11 volte e presa a pugni, è da considerarsi un tentato assassinio, data l'implacabilità e i futili motivi dell'autore. Per quanto riguarda le percosse a un agente della Fedpol, devono essere qualificate come minacce e violenza contro pubblici ufficiali.

Durante il tentativo d'incendio di una stazione di servizio a Prilly nell'aprile 2019, l'imputato era consapevole del rischio di esplosione e d'ingenti danni. È stata solo la sua mancanza di conoscenza del funzionamento delle pompe di benzina a far fallire l'attacco, ha concluso il procuratore. 

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