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SVIZZERAPrenota una casa su Booking a Londra, ma non esiste. Famiglia svizzera evita una truffa

20.04.24 - 20:30
Il raggiro architettato sul famoso portale di prenotazioni che avverte: «In pochissimi casi ci possono essere annunci falsi».
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Fonte Tages Anzeiger
Prenota una casa su Booking a Londra, ma non esiste. Famiglia svizzera evita una truffa
Il raggiro architettato sul famoso portale di prenotazioni che avverte: «In pochissimi casi ci possono essere annunci falsi».

BERNA - Alzi la mano chi non ha mai prenotato una vacanza su un sito on line? E i tanti si sono affidati, e continuano a farlo, ad uno dei portali più conosciuti, ovvero Booking.com. Ma anche in questo caso, la truffa ad opera di malviventi che si servono del nome famoso per tendere la trappola, può essere in agguato. A scoprirlo, loro malgrado, i componenti di una famiglia svizzera che aveva il desiderio di trascorrere alcuni giorni di vacanza a Londra.

La storia - Il protagonista è il signor Harry Lütolf che con la moglie e la figlia desiderava volare a Londra. E così si è messo alla ricerca di una casa dove alloggiare. Osservando le varie offerte, ecco imbattersi in quella che sembrava adatta. «Era un appartamento bello, spazioso, in una buona posizione e costava circa 1.400 franchi per quattro notti», racconta in un'intervista al Tages Anzeiger.

E ciò che il signore vede sul sito sono foto di un appartamento con un soggiorno lussuoso, ampie finestre, mobili di design e una cucina moderna. Tutto sembrava perfetto. Prima di procedere con la prenotazione però, come si fa solitamente in questi casi, dedica qualche minuto in più anche per leggere le recensioni. Ne trova poche ma molto positive e confortato da precedenti esperienze su Booking, prenota.

Subito dopo aver cliccato e compiuto la prenotazione arriva, dai presunti proprietari e attraverso la chat della piattaforma di prenotazione, la richiesta di versare una caparra di circa 2mila franchi per l'appartamento (caparra che in realtà era prevista nell'offerta). Ma, osservate le coordinate bancarie dubbie del conto fornito, fortunatamente si potrebbe dire, il signor Lütolf si insospettisce e cerca, invano, di cancellare la prenotazione.

Nel frattempo i presunti fornitori insistevano per avere il pagamento della caparra. A questo punto il malcapitato contatta la helpline di Booking. «Al telefono mi hanno detto che avrei dovuto pagare la caparra e recarmi a Londra. Se ci fossero stati problemi in loco, avrei potuto ricontattarli». Nel frattempo allo sfortunato arriva un altro conto bancario di dubbia provenienza su cui pagare.

«Le indicazioni fornite non appartenevano a una banca affidabile, ma a una società di servizi», racconta la famiglia Lütolf che decide di indagare e visto che un amico della figlia viveva proprio a Londra, viene mandato a vedere la casa al presunto indirizzo dell'appartamento. «La facciata non corrispondeva affatto alle foto dell'appartamento. In seguito abbiamo scoperto che le foto dell'annuncio erano di un altro appartamento per le vacanze a Londra, che costava più di 1.000 franchi a notte invece di 1.400 franchi per quattro notti».

La fine della vicenda - La famiglia ha ovviamente informato Booking dell'annuncio falso, chiedendo il rimborso dei 1.400 franchi che aveva già pagato, ricevendo la promessa che la questione sarebbe stata chiarita. Poco dopo l'annuncio è poi scomparso dal sito ma la famiglia non ha più saputo nulla per una settimana. «Ero quasi certo che i soldi fossero persi», racconta Lütolf. Ma poi è arrivata la notizia che Booking avrebbe rimborsato il denaro. L'azienda ha poi confermato che si trattava di annuncio falso, sottolineando che tali problemi si verificano solo in una percentuale molto ridotta di prenotazioni. «Ho sempre pensato che la piattaforma fosse affidabile - ha detto Harry dopo la brutta esperienza - Ma ovviamente non sembra essere così. Abbiamo trascorso circa 20 ore a chattare e telefonare a Booking. Ho avuto l'impressione che non volessero ammettere alcun errore. Se avessi dato retta al personale di Booking, saremmo finiti per strada con le nostre valigie».
Precedenti - L'esperienza della famiglia Lütolf è in linea con quanto già sentito da Sara Stalder della Fondazione per la tutela dei consumatori. «La gente continua a farsi ingannare da annunci falsi anche su Booking». Secondo Stalder, l'azienda si sforza di elencare solo offerte affidabili. Tuttavia, Booking è «in definitiva una piattaforma aperta sulla quale possono intrufolarsi anche i truffatori. Si tratta di un intermediario che non è responsabile di eventuali danni causati dalle prenotazioni».

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