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SVIZZERAIl pacchetto di sostegno ai media bocciato dal popolo

13.02.22 - 12:12
L'aiuto da 151 milioni promesso dalla Confederazione è stato affossato alle urne con il 54.6% dei voti contrari.
Keystone
Il pacchetto di sostegno ai media bocciato dal popolo
L'aiuto da 151 milioni promesso dalla Confederazione è stato affossato alle urne con il 54.6% dei voti contrari.
Il pacchetto non è passato nemmeno in Ticino, dove il 52,8% dei votanti ha espresso un parere negativo.

BERNA - Il pacchetto di misure da 151 milioni di franchi in favore dei media è stato bocciato alle urne con il 54,6% dei voti contrari. Il risultato conferma le prime proiezioni dell'istituto demoscopico gfs.bern e i sondaggi della vigilia. La partecipazione è stata del 43,6%.

«Minata l'autonomia» - Tra i maggiori temi messi in campo dal comitato referendario (composto da parlamentari di UDC, UDF, Lega, ma anche di PLR e Alleanza del Centro) ha sicuramente pesato quello che i sostegni economici provenienti dallo stato potessero «minare la credibilità, l'obiettività e l'autonomia» dei media. A nulla sono valsi gli appelli dei sostenitori del testo, tra i quali quelli della ministra delle comunicazioni Simonetta Sommaruga, che hanno tentato invano di sottolineare come l'autonomia dei giornalisti non sarebbe stata rimessa in causa con il pacchetto di aiuti.

Röstigraben - Oggi un fossato si è profilato tra Svizzera tedesca e romanda, anche se non è stato così netto come si aspettavano i commentatori, ed è emersa pure qualche sorpresa: ad esempio Uri è tra i cantoni che hanno sostenuto il testo (50,5%), mentre il Vallese ha detto di "no" (53,3%).

 In Ticino In Ticino il pacchetto è stato bocciato. Il 52,8% dei ticinesi ha infatti votato no. I sì, per contro, si sono fermati al 47,2%.

«Il Parlamento riprenda il dossier» - Il pacchetto di aiuti ai media ha subito le conseguenze di una società divisa e più critica di fronte ai media dopo due anni di pandemia, secondo la consigliera agli Stati Isabelle Chassot (Centro/FR). A suo avviso, il lavoro deve essere ripreso in Parlamento il prima possibile. Una posizione condivisa anche da uno dei maggiori oppositori al progetto, l'ex consigliere nazionale Manfred Bühler (UDC/BE). Mentre la diffidenza nei confronti dei media è aumentata, questi ultimi non sono mai stati così seguiti come negli ultimi mesi, ha sottolineato la "senatrice" dell'Alleanza del Centro. La stampa è una necessità in una democrazia diretta. E questa conoscerà sempre più difficoltà, ha aggiunto l'ex direttrice dell'Ufficio federale della cultura. Per questo motivo il lavoro per un sostegno ai media deve continuare in seno alle Camere federali.

Anche l'ex consigliere nazionale e presidente di Medienfreiheit (Azione libertà dei media) Manfred Bühler, auspica che i dibattiti sui media riprendano in Parlamento. «C'è un bisogno innegabile» di discutere in Parlamento, ma «in maniera più intelligente», ha aggiunto. A suo parere, il progetto sottoposto al voto è stato sovraccaricato di elementi non applicabili, come l'aumento dell'aiuto indiretto, e il cittadino ha avuto l'impressione che il sostegno sarebbe andato solo ai grandi gruppi. Dal canton suo, il consigliere agli Stati e oppositore agli aiuti statali ai media Philippe Bauer (PLR/NE) ha già sin d'ora annunciato di voler depositare un'iniziativa parlamentare per aumentare la quota del canone alle radio e tv private locali.

Da parte sua l'Associazione ticinese dei giornalisti (ATG) parla di una bocciatura che «indebolisce i media» ma anche «la democrazia svizzera». ATG teme infatti che senza questo pacchetto di aiuti, da una parte i giornalisti e tutti gli operatori dei media dovranno «confrontarsi nel prossimo futuro a nuove misure di risparmio», dall'altro il pubblico rischia di dover «fare i conti con un calo della qualità del giornalismo». Anche il comitato apartitico «La libertà d'opinione» è parecchio deluso dalla bocciatura rimediata alle urne. «Di questo sostegno avrebbero beneficiato in primis i moltissimi media locali e di piccole dimensioni nonché i relativi lettori», sottolinea il Ceo del CdT Alessandro Colombi.  «Si tratta di un risultato che appesantisce ulteriormente la situazione, in particolare nella Svizzera italiana». Dello stesso avviso la Consigliera nazionale dei Verdi Greta Gysin. «Questo no non è affatto un buon segno per la diffusione delle informazioni e il pluralismo mediatico nel nostro paese. E, ora più che mai, è importante che il Consiglio federale e il Parlamento diano un nuovo orientamento alla politica dei media.» Rocco Cattaneo (PLR) aggiunge: «L’esito della votazione odierna rappresenta un impegno a cui la politica è chiamata. Il problema del finanziamento dei media, soprattutto a livello regionale, oltre che un dato di fatto, continua a rappresentare anche un problema irrisolto.»

Un po' meno pessimista è Rocco Salvioni. «Oggi l'elettorato ha respinto l’attuale pacchetto a favore dei media, ma non ha espresso un no in generale a un sostegno ai media», ha precisato il membro del consiglio direttivo dell’Associazione degli editori Stampa Svizzera, sottolineando come sia ora necessario definire insieme alla politica nuove soluzioni volte a favorire la «creazione di un panorama mediatico svizzero forte» che garantisca «un’informazione affidabile e di elevata qualità per tutti i cittadini».

Progetto da oltre 150 milioni - Il pacchetto proponeva, tra le altre cose, di estendere il sostegno indiretto alla stampa per la distribuzione mattutina dei giornali. Per tale scopo erano stati stanziati 120 milioni. Altri 30 milioni all'anno erano destinati ai media online per promuovere la transizione digitale. I contributi sarebbero stati versati fino a un massimo del 60% del fatturato generato dall'azienda. Sarebbero stati anche sostenuti le agenzie di stampa, le scuole di giornalismo e il Consiglio svizzero della stampa. Non erano previste nuove tasse. Le riduzioni del costo della distribuzione e il sostegno ai media online nazionali sarebbero inoltre stati limitati nel tempo e sarebbero decaduti dopo sette anni.

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COMMENTI
 

vulpus 2 anni fa su tio
Una cannata del CN. Se il progetto veniva in avanti come proposta dal CF avrebbe probabilmente avuto successo, aiutando i piccolo giornali e non i big

pag 2 anni fa su tio
complimanti all'ignoranza e all'egoismo del popolo svizzero!

F/A-19 2 anni fa su tio
Risposta a pag
Se qualcuno aiutava anche le mie aziende potevo magari pensare di votare a favore, invece si aiuta chi fa utili milionari e non si aiuta la stampa che da fastidio. Che strana cosa.....

F/A-19 2 anni fa su tio
Ma ci mancherebbe che i soldi pubblici vadano a chi non ne ha bisogno, formulate meglio i testi da votare la prossima volta e siate più onesti. Intanto non si capisce perché certa stampa non dovrebbe ricevere sussidi è certa si è poi tra chi avrebbe dovuto ricevere non si capisce perché i soldi vadano a chi fa utili milionari. Bocciatura sacrosanta!

seo56 2 anni fa su tio
Ottimo!!!
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