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SENZA TRUCCO SENZA ING…ARNO«Allegri un problema? Ma se sta facendo il massimo possibile…»

20.03.24 - 06:25
Il mister? No, la rosa: «Non mi pare che in bianconero ci siano tanti campioni»
Imago
«Allegri un problema? Ma se sta facendo il massimo possibile…»
Il mister? No, la rosa: «Non mi pare che in bianconero ci siano tanti campioni»
Arno Rossini: «Visto il malcontento dei tifosi, non mi stupirei se a fine anno i bianconeri decidessero di cambiare allenatore».
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TORINO - A inizio anno si parlava con forza di scudetto e ancora due mesi fa sembrava l’unica in grado di beffare l’Inter. Poi, violenta, una frenata ha fatto evaporare sogni e speranze e fatto perdere la pazienza a gran parte dei suoi tifosi, stanchi di non vincere e nemmeno divertirsi. E verso chi puntare il dito? Verso il mister, ovviamente, da sempre anello debole nella catena di una società. Stiamo ovviamente scrivendo di Juventus e di Massimiliano Allegri.

«Un binomio che in passato ha ottenuto grandi risultati - è intervenuto Arno Rossini - in bianconero l’allenatore ha vinto cinque scudetti, difficile pensare di criticarlo».

Nel calcio la riconoscenza non esiste. Conta il presente, non il passato.
«E il presente racconta di una squadra che ha raccolto appena sette punti nelle ultime otto partite, lo so. Secondo me però il tecnico sta facendo il suo lavoro, sta facendo il massimo possibile. Credo che il vero obiettivo stagionale fosse quello di riportare la squadra in Champions League. E ci sta riuscendo».

Eppure fino a gennaio lo scudetto non sembrava impossibile.
«Fino a quel punto la Juve aveva vinto tanto, a volte in extremis; aveva fatto fin troppo bene. Era insomma andata oltre le aspettative e le sue possibilità. I bianconeri non valevano però quei numeri e quella posizione in classifica. Il tempo li ha “riportati” dove meritano. Hanno subito il colpo del ko contro l’Inter, da lì hanno perso convinzione».

Non per colpa di Allegri, quindi?
«Con lui in panchina non ci si può attendere che una squadra giochi bene, per quel che vuol dire, ma che sia efficace. Per questo sono ancora convinto che, “riprendendolo”, a Torino abbiano fatto un affare. Ha portato equilibrio, ha garantito risultati nonostante i problemi avuti dalla società, ha anche valorizzato qualche giovane».

Se però non vinci e nemmeno diverti…
«Ma per riuscire a offrire un gioco spettacolare devi pure poter contare sugli interpreti giusti. E Federico Chiesa a parte, che però non sta rendendo per quanto potrebbe, non mi pare che in bianconero ci siano tanti campioni o almeno tanti giocatori di qualità. Vedo muscoli, ma la classe… Un Pirlo, per esempio, non mi sembra di scorgerlo in rosa. Il problema a Torino non è il tecnico, quanto il livello non eccelso del gruppo».

Il prossimo passo, perché alla Juve possano tornare a battersi per il titolo, è quindi quello di rinforzare la rosa?
«Senza qualità, lo ripeto, non si può pensare di andare molto lontano. Detto ciò però, forse, il tempo di Allegri su quella panchina è finito. La delusione dei tifosi è qualcosa di cui la società deve tenere conto. E visto il malcontento, non mi stupirei se a fine anno i dirigenti decidessero di voltare pagina».

In rampa di lancio, in Italia, ci sono tanti allenatori giovani: Thiago Motta, Palladino, Italiano…
«Non so se un 40-45enne con tante idee ed entusiasmo ma anche un’esperienza limitata sia adatto per lavorare a Torino. Per essere credibile davanti a giocatori comunque importanti serve infatti un mister di spessore, di alto profilo. Un Klopp, per esempio, o un Mancini. Un professionista che non si faccia intimorire e che magari possa puntare su un gioco propositivo. Anche se poi, alla fine, sono sempre i risultati a fare la differenza».

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