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Stefano DiasCambiamenti climatici: obiettivi ambiziosi e sfide per le politiche sostenibili

21.12.23 - 11:09
Stefano Dias, Presidente Verdi Liberali Ticino
Tipress
Cambiamenti climatici: obiettivi ambiziosi e sfide per le politiche sostenibili
Stefano Dias, Presidente Verdi Liberali Ticino

Nella giornata di ieri a Berna, il parlamento ha votato per un'importante riduzione delle emissioni di CO2 a livello nazionale in Svizzera, con l'obiettivo di ridurle di almeno tre quarti. Tale decisione è stata presa come parte della revisione della legge sul CO2, dopo che questa era stata respinta in un voto popolare due anni fa. Questo significativo passo pone la nazione di fronte a obiettivi ambiziosi, ma chiaramente raggiungibili nel periodo compreso tra il 2025 e il 2030, richiedendo investimenti pari a 4,1 miliardi di franchi per proteggere il clima.

Il progetto di legge si fonda su incentivi mirati, integrati da strategie di incoraggiamento e investimenti specifici nei settori dell'edilizia, dell'industria, della finanza e della mobilità. Durante il dibattito, è emerso un approccio pragmatico per conseguire obiettivi ambiziosi, evitando di imporre sforzi eccessivi ai cittadini. L'esperienza passata, segnatamente il rifiuto della precedente legge sul CO2, ha evidenziato che la popolazione non desidera l'introduzione di nuove tasse considerevoli su questo tema. Piuttosto, si auspica un approccio centrato sul progresso tecnologico per migliorare la situazione delle emissioni di CO2. È quindi positivo che i deputati al Consiglio Nazionale abbiano deciso di sostenere l'installazione di punti di ricarica per veicoli elettrici negli edifici, nelle aziende e nei parcheggi pubblici. 

A seguire alle votazioni alla camera del popolo, sono emersi ”attacchi" sui social media anche nei confronti dei consiglieri nazionali dei Verdi Liberali, criticati per non aver sostenuto una tassa sui voli di jet privati d'affari con un peso pari o superiore a 5,7 tonnellate da 500 a 3000 fr a volo. La comunicazione del PS su questo argomento ha senso anche nel contesto ticinese, in quanto contribuisce a promuovere la narrazione della dura lotta contro i ricchi, ora alimentata anche dal referendum contro la modifica della legge tributaria. Tuttavia, la proposta di tassare questi aerei non sembra equa o bilanciata.

Non si tratta di una tassa causale, ma piuttosto di una imposta basata sul presupposto che i passeggeri abbiano la capacità finanziaria di sostenere tali costi, dunque da spennare. Vale la pena sottolineare che la Svizzera è stata il primo paese al mondo, insieme alla Svezia, a introdurre tasse d'atterraggio legate alle emissioni (a Zurigo nel 1997). Successivamente, a partire dal 2010, il paese è passato a un modello armonizzato di tassazione in conformità con l'Europa. Questo modello tiene conto delle emissioni di ossidi d'azoto e si è adeguato nel tempo alle scoperte scientifiche e allo sviluppo tecnologico dei motori e dei carburanti, come il Sustainable Aviation Fuel (SAF).

Per esempio, l'aeroporto di Lugano ha tra le aliquote più alte a livello svizzero, pertanto coloro che utilizzano questi mezzi di trasporto pagano già da anni una tassa d'atterraggio correlata alle emissioni molto alte. Tassare queste attività potrebbe risultare inefficace poiché le persone potrebbero evitare questa imposta spostandosi in elicottero verso aeroporti vicini. In conclusione, è necessario adottare un approccio pragmatico e proporre soluzioni equilibrate non eccessive e basate su ideologie. Invece di imporre ulteriori tasse, sarebbe più sensato incentivare fortemente l'uso del Sustainable Aviation Fuel (SAF), attualmente costoso, nonché potenziare il trasporto ferroviario ad alta velocità in Svizzera e i collegamenti europei, ambito che al momento è ancora in fase di un lento sviluppo.

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