GAMESCattivissimo Pinocchio

SEUL - Se si parla di Corea del Sud le cose che vengono alla mente sono parecchie, di sicuro non lo sviluppo di videogiochi.

Per questo non stupisce che un titolo come “Lies of P”, dal nome un po' ridicolo e sviluppato da due realtà di pseudo-nicchia come Neowiz Games e Round8 Studio, sia stato preso sottogamba da praticamente tutti. Non aiuta nemmeno l'idea di fondo: un action in terza persona in stile “Dark Souls” (anzi “Bloodborne”) che ha come protagonista un... Pinocchio robot.

Già, avete letto bene. Si tratta di una rilettura decadente del classico per antonomasia di Carlo Collodi, ambientata in un mondo – anzi una città, Krat – dove le marionette sono impazzite decimandone la popolazione.

Nei panni del burattino senza fili (decisamente belloccio e con un piglio alla Timothée Chalamet) dovremmo capire cosa sia successo, indagando e combattendo con una vastissima schiera di mostruosità da incubo.

Le influenze alla base di “Lies of P” sono chiare: i sopracitati capolavori di From Software ma anche “Bioshock Infinite” e uno spruzzo di “Resident Evil”. Al di là dell'idea, decisamente balzana, la qualità con cui tutto è realizzato sorprende, e davvero tanto.

Dalla direzione artistica, passando per la grafica, le musiche, le idee e per il design del gioco stesso fino alla spietata cattiveria degli incontri con i boss.

Lo diciamo subito, il gioco di Neowiz è probabilmente uno dei più difficili che siano mai stati realizzati ed è addirittura più impegnativo dai capisaldi da cui prende spunto. Malgrado ciò la qualità che mette in campo è davvero innegabile.

Detto questo “Lies of P” non è affatto un videogioco per tutti ed è consigliato solamente a chi si ritiene un asso del joypad (e non esageriamo). Se accetterete la sfida, però, vi troverete davanti a uno dei videogame più memorabili degli ultimi anni.