Nuovo attacco social del cantautore ticinese, che chiede alla politica d'intervenire contro i contenuti sessisti e omofobi nelle canzoni
STABIO - Nuovo post su Facebook di Paolo Meneguzzi, altra polemica a distanza in vista. Il cantautore ticinese se la prende questa volta con i contenuti sessisti e omofobi contenuti nelle canzoni di notissimi rapper della scena musicale italiana.
Il cattivo esempio - Nel post vengono infatti chiamati in causa artisti dal grandissimo seguito come Fedez, Sfera Ebbasta, Emis Killa e J-Ax. Di tutti viene snocciolato il seguito social e poi dei frammenti di liriche. «Questi sono solo alcuni esempi di quello che i nostri figli ascoltano tutti i giorni» ha scritto Meneguzzi. «Ma veramente vogliamo lasciare andare il mondo musicale nella più sbagliata direzione senza fare niente? Vogliamo che i nostri figli crescano in un mondo di parole orrende, di valori persi, di ideali sbagliati? Vogliamo cancellare la purezza, l’umanità, l’essere buoni, gentili, educati e rispettosi? Vogliamo far diventare il cattivo esempio il supereroe dei nostri figli? Abbiamo davvero bisogno che cantanti che nelle loro canzoni inneggiano all’odio, al sessismo e all’omofobia, crescano e influenzino i nostri bambini? Veramente dobbiamo arrenderci a un futuro musicale indegno sotto troppi punti di vista? E davvero può bastare un ops... scusate, non volevo dire quelle cose… per diventare intelligenti?».
Dalle canzoni ai reati - Il lungo post prosegue, stigmatizzando la cattiva influenza di questi brani. «In tv nudo ci puoi andare solo dopo una certa ora giusto? In radio non puoi dire quello che vuoi corretto? Perché nelle canzoni non ci sono regole? Perché tutto è permesso? Queste e mille altre, e ancora peggio, sono canzoni che possono ascoltare e cantare dei bambini; sono inni alla violenza, alla volgarità. Messaggi di odio, di guerra. Poi ci sorprendiamo quando qualcuno commette un reato così celebrato in certe canzoni».
Chieste delle regole - Meneguzzi ritiene che è l'ora d'intervenire: «Politica... fai qualcosa! A tutto c’è un limite… facciamole esistere ma solo per chi è capace di scegliere. Infatti queste “musiche” riempiono i palazzetti di ragazzini e perlopiù minori. La musica è il primo mezzo che i nostri figli utilizzano per crescere. La musica è il primo contatto che i nostri ragazzi hanno con la realtà. I nostri figli sono influenzati dalla musica più che da una buona famiglia, più che dalla scuola e troppo spesso da artisti maleducati, da testi sbagliati e da messaggi orrendi. E vanno difesi. La musica può essere una cattiva guida se non ci saranno delle regole certe oppure se non mettiamo a margine certi personaggi che fanno del male alle nostre vite, dove arriveremo?».
«La musica è una cosa seria» - Il pensiero non è solo del Meneguzzi artista, ma anche del padre. «Mio figlio ha solo 7 anni… senza regole certe nessuna famiglia può farcela. Un giorno arriverà ad ascoltare certe cose, ma vorrei che ciò accadesse solo nel momento in cui sarà capace di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, poi sceglierà. Ma non adesso! Se farete qualcosa, salverete tante vite e tante famiglie. Perché la musica è troppo troppo influente e le parole sono importanti, possono fare molto male e fanno la differenza. Poi… quello che fa davvero male è che certi personaggi ce li ritroviamo come giudici ai talent! Loro, che scrivono inni alla violenza, si trovano a giudicare i testi dei giovani cantanti. Ma con quale coraggio? Cerchiamo di essere seri, la musica è una cosa seria. Dai, ammettiamolo, almeno cantano da Dio».
Il futuro dei figli - Il cantautore è ben conscio che il post susciterà delle repliche: «E ora, dai, haters, datemi del boomer, del vecchio, dello scontato, dell’invidioso (ma di questi?), del fallito, ma sappiate che non c’è niente che possa fermare i miei ideali per proteggere il futuro di mio figlio per quanto sarà una piccola goccia e nelle mie possibilità».