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SVIZZERAVerso i lavori del futuro: studiare Space Biotechnology alla School of Disruption

31.01.22 - 10:20
Il nuovo corso è progettato per fornire le conoscenze necessarie per entrare in un mercato dal potenziale infinito
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Verso i lavori del futuro: studiare Space Biotechnology alla School of Disruption
Il nuovo corso è progettato per fornire le conoscenze necessarie per entrare in un mercato dal potenziale infinito

La School of Disruption del SIDI (Swiss Institute for Disruptive Innovation) ha attivato un nuovo interessante corso con l’intento di formare gli studenti sulle potenzialità di una materia di studi, la biotecnologia, che nel prossimo futuro risulterà essere la soluzione necessaria per soddisfare tutte le esigenze delle missioni spaziali a lungo termine e affrontare le sfide della vita nello spazio e su altri pianeti. Il corso si chiama appunto “Space Biotechnology” ed è progettato per fornire le conoscenze necessarie per entrare in un mercato dal potenziale infinito.

Specifiche sul corso
Il nuovo corso organizzato dal SIDI, completamente on demand, è rivolto a ingegneri, biologi, astrobiologi, genetisti, studenti e chiunque voglia diventare un pioniere in uno dei campi più importanti della ricerca sulla vita nello spazio. Le lezioni toccheranno temi come l’introduzione alle biotecnologie e l’esplorazione dello spazio; le sfide che la vita deve vincere nello spazio; le biotecnologie spaziali, in particolare nelle colonie lunari, nella colonizzazione di Marte e nell’esplorazione del Sistema solare; le sfide e i vantaggi offerti dalla biotecnologia oltre la Terra; e infine, le opportunità di ricerca, i contatti e le fonti di finanziamento più importanti.
L’instructor del corso è Armando Azua-Bustos, astrobiologo, microbiologo e ricercatore ambientale di fama internazionale con oltre 30 pubblicazioni JCR. Azua-Bustos possiede una vasta esperienza di ricerca di laboratorio e di lavoro sul campo, oltre che competenze nell’ecologia e nell’evoluzione dei microrganismi in ambienti estremi. Ha vinto una delle più prestigiose borse di studio del programma scientifico Human Frontiers e anche una borsa di studio della Dubai Future Foundation. Ha inoltre vinto una delle più importanti TED Fellowships e vanta più di 100 apparizioni in riviste internazionali come Forbes, National Geographic e Scientific American.
Come per tutti gli altri corsi del SIDI poi, oltre alle lezioni, l’offerta formativa propone ulteriori possibilità come approfondimenti, moduli specifici, webinar, contenuti scaricabili e, dopo il completamento delle lezioni, un E-certificate riconosciuto dallo stesso SIDI e dal Centro europeo per l’esplorazione spaziale e la colonizzazione. Inoltre, l’iscrizione al corso consente l’accesso a un gruppo Linkedin privato dove ci si può confrontare con altri studenti e l’instructor in merito a progetti, insights, job offers e tanto altro ancora.

Alcuni buoni motivi per cui studiare Space Biotechnology
L’esplorazione dello spazio è la nuova frontiera per gli esseri umani e sta generando innumerevoli opportunità di business e di lavoro. Per la prima volta, infatti, la cosiddetta democratizzazione dello spazio sta consentendo a comuni cittadini un accesso più facile alla ricerca spaziale grazie a diverse società private che permettono di inviare i propri strumenti ed esperimenti dalla Terra, o addirittura di andare nello spazio in solitaria. Inoltre, stanno diventando sempre più concreti i piani per costruire una nuova stazione spaziale in orbita attorno alla Luna e colonie sul nostro satellite naturale e su Marte.
Tutto questo significa che l’uomo dovrà risolvere diverse sfide in merito a come la vita si adatta ai viaggi nello spazio o su altri corpi celesti del Sistema solare. La biotecnologia spaziale, a questo proposito, nonostante sia un campo di ricerca nuovo che sta appena iniziando a muovere i primi passi, sarà fondamentale per il prossimo futuro delle esplorazioni spaziali e cambierà il modo stesso di concepire la vita umana nello spazio. Le sue applicazioni saranno innumerevoli, così come le opportunità ad esse associate.
I settori che ne potranno trarre vantaggio sono numerosi, dall’agricoltura alle infrastrutture, dallo sviluppo urbano ai trasporti, dalle attività marittime alle comunicazioni, dalla difesa alla sicurezza, fino al turismo, alle banche e al settore sanitario. Questo innovativo campo di ricerca, poi, consente l’accesso da qualsiasi background scientifico in quanto ha bisogno di esperti provenienti da ogni area: dalle scienze biologiche alla fisica, dalla geologia all’astronomia, dalla chimica alla medicina, dall’ingegneria alla fisiologia e ovviamente alla ricerca spaziale. La biotecnologia, in pratica, si caratterizza per essere una campo scientifico davvero “interdisciplinare”.
Secondo gli esperti, quindi, la vita nello spazio diventerà presto una realtà concreta e le biotecnologie spaziali vi giocheranno un ruolo dominante. Dal momento che verranno inviate sempre più persone nello spazio, sarà infatti necessario coltivare il cibo per sostenere i viaggi spaziali a lunga distanza. I gruppi di ricerca, in questo contesto, stanno attualmente analizzando il comportamento delle piante sotto lo “stress della vita spaziale”, mappando i geni per poter ingegnerizzare le piante così che crescano meglio in condizioni spaziali.
L’ESA, ad esempio, sta eseguendo dei test per coltivare piante e altri alimenti durante le missioni spaziali. I ricercatori stanno anche studiando una tecnologia di ingegneria genetica per rendere le piante resistenti alla salinità e alla siccità. Inoltre, molte startup stanno oggi cercando di produrre carne artificiale, che potrebbe diventare un elemento importante della dieta spaziale. La biotecnologia sarebbe anche fondamentale per trovare metodi innovativi per riciclare i rifiuti e creare le condizioni affinché sia disponibile a bordo acqua pulita senza fare affidamento sulle spedizioni dalla Terra.
Un altro buon motivo per cui è importante studiare Space Biotechnology è che, un giorno, gli astronauti potrebbero essere in grado di stampare i propri tessuti e organi a piacimento, dato che a seguito di missioni spaziali prolungate devono affrontare diverse sfide come l’atrofia muscolare e ossea, le reazioni infiammatorie e i danni derivanti dalle radiazioni. Inoltre, sembra che la biotecnologia nello spazio sia più efficiente. L’assenza di gravità e la microgravità, infatti, consentono migliori prestazioni nella ricerca. Si è scoperto, ad esempio, che la stampa 3D presenta alcuni vantaggi nello spazio senza i vincoli della gravità, per cui potrebbe essere possibile stampare da tutti i lati contemporaneamente utilizzando i campi magnetici e acustici per mantenere le celle in posizione.
La biotecnologia, in sostanza, sembra essere la soluzione necessaria per soddisfare tutte le esigenze delle missioni spaziali a lungo termine e trasformare finalmente la fantascienza in fatti scientifici.

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