Cerca e trova immobili

TICINOIl mercato del lavoro in Ticino tra AI e nuovi mestieri

14.07.23 - 08:22
Intervista a Francesca Betteni Executive e Professional Coach, che ispira le persone a massimizzare il proprio potenziale professionale
ated.ch
Il mercato del lavoro in Ticino tra AI e nuovi mestieri

NEWSBLOG
Rubriche argomentali a pagamento curate da aziende e inserzionisti esterni

Intervista a Francesca Betteni Executive e Professional Coach, che ispira le persone a massimizzare il proprio potenziale professionale

Francesca Betteni è una professionista in ambito risorse umane e opera come Executive e Professional Coach con la sua realtà, pratica-mente attiva a Lugano dal 2016. È accreditata ICF (International Coaching Federation) e ha alle spalle un notevole bagaglio come Career coach, sia presso le aziende sia nell’ambito pubblico. In una ricca chiacchierata abbiamo raccolto alcuni spunti interessanti sullo scenario di ricerca e selezione delle risorse umane in Ticino, anche alla luce dell’ingresso dell’AI nei processi di reclutamento per nuove e vecchie professioni.

Anche perché nel 2027, secondo l’ultimo rapporto del World Economic Forum, con la diffusione dei sistemi di AI (intelligenza artificiale) saranno creati 69 milioni di nuovi posti di lavoro, ma 83 milioni saranno eliminati, con macchine e robot umanoidi che arriveranno a svolgere il 43% delle mansioni, contro il 34% delle attuali.

Ma commenta Francesca «se guardiamo al passato va detto che anche si tratta di corsi e ricorsi, che in epoche precedenti abbiamo già fronteggiato. Non si tratta di essere tecno-entusiasti acritici, ma il cambiamento di paradigmi fa parte dell’evoluzione umana. Mi spiego meglio: ci saranno delle professioni che grazie alla tecnologia potremo svolgere con maggiore creatività, liberandoci dalle componenti più noiose e ripetitive. Automatizzare alcuni processi ci farà liberare la mente e immagino che la ChatGPT di turno non sostituirà certo giornalisti e scrittori. Per quanto la si faccia evolvere rimarrà sempre di supporto alla scintilla creativa delle persone. E anzi il beneficio che porterà sarà proprio di stimolare la creatività intellettuale dell’essere umano».

Sempre rimanendo in tema di AI, Francesca, che ruolo ha oggi nel nostro mercato cantonale l’Artificial Intelligence nel reclutamento delle risorse aziendali? Quanto dobbiamo essere preoccupati e quanto fiduciosi?
«Ci sono aziende anche in Ticino che per velocizzare il processo di pre-selezione dei candidati usano strumenti e algoritmi integrati con l’AI. In sostanza, questi sistemi sono utili per evidenziare nei curricula le parole chiave coerenti con il ruolo ricercato. Si effettua così una prima scrematura sui profili ricevuti attraverso una lettura automatizzata di cv e lettera motivazionale. Chiaramente, per chi si propone all’annuncio è fondamentale prestare attenzione a quanto viene richiesto, così da adattare le parole e i termini nel materiale che sarà invitato. E in caso di candidatura spontanea, bisogna documentarsi molto bene attraverso siti e profili social dell’organizzazione a cui aspiriamo, per essere in grado di trasferire il proprio valore aggiunto e passione per la posizione ambita. Tra l’altro, si tratta di un’area che come coach esploro molto spesso con le persone in transizione di carriera. Dal mio personale osservatorio posso confermare che su 100 candidati, solo 20 sono assunti attraverso un processo di selezione avvenuto tramite un annuncio. I rimanenti 80 trovano lavoro con candidature spontanee, passaparola e networking mirato».

 Si parla molto spesso di reskilling professionale. Ci spieghi bene di cosa si tratta e quali affinità o grandi novità troviamo con precedenti epoche?
«C’è un libro che vorrei citare e che può essere utile per rispondere “La carrière professionnelle 4.0: Tendances et opportunités” di di Grégoire Evéquoz, che mostra come il concetto di impiego e mestiere sia nel tempo completamente cambiato. Rispetto alle precedenti generazioni oggi si svolgono più mestieri nell’arco di una vita. Almeno 3 o 4 e in diversi ambiti o settori per ciascuno di noi, per cui è fondamentale avere delle soft skill trasversali che ci accompagnino da un impego all’altro. Per questa ragione, è 

fondamentale investire sulla formazione sia per avere le proprie competenze consolidate sia per aggiornare le nostre conoscenze ed essere “rivendibili” in altri ruoli e posizioni. Tutto evolve molto velocemente e bisogna essere bravi a modularsi nel tempo, cercando di smussare la propria resistenza al cambiamento. Ogni giorno rinasciamo diversi e dobbiamo cavalcare come surfisti le novità, evitando di cadere in routine ripetitive che non ci danno spazio per evolvere e acquisire confidenza nel fare cose nuove. Essere poco flessibili ci mette fuori mercato in brevissimo tempo».

In particolare, nella tua funzione di Executive e Professional Coach instauri una sorta di partnership con i tuoi clienti. Come li aiuti a migliorare sia le performance che la qualità della propria vita?
«Preferisco partire con un esempio concreto. Ho seguito un manager nella fusione di due filiali nell’ambito assicurativo. La casa madre aveva deciso di razionalizzare e scommettere su un profilo di manager, ma mi ha coinvolta per aiutarlo ad avere una maggiore consapevolezza nel suo ruolo. Abbiamo lavorato molto in alcune sessioni e colloqui individuali nello sviluppo delle competenze e nel miglioramento delle sue aree critiche. Spesso il coaching viene confuso con la mera formazione, ma in questa specifica situazione abbiamo strutturato un percorso di accompagnamento verso la nuova funzione. L’obiettivo era di integrare al meglio il professionista nel nuovo gruppo di lavoro frutto dell’accorpamento delle due sedi. E qui il coaching è stata un’opportunità di ascolto e di affiancamento strategico per migliorare veramente la crescita professionale e personale della persona, facendo emergere talento e capacità».

Per chi fosse interessato a entrare in contatto con Francesca Betteni ecco il sito a cui riferirsi https://www.pratica-mente.ch

ated-Associazione Ticinese Evoluzione Digitale
ated è un’associazione indipendente, fondata e attiva nel Canton Ticino dal 1971, aperta a tutte le persone, aziende e organizzazioni interessate alle tecnologie e alla trasformazione digitale. La sua missione è formare alla tecnologia e creare sinergie che portino valore aggiunto al tessuto economico e sociale del cantone, facilitando la realizzazione di progetti innovativi e visionari. Dal suo esordio, organizza manifestazioni e promuove innumerevoli occasioni di confronto e dibattito, conferenze, giornate di studio, visite e viaggi tematici, workshop, corsi di formazione per professionisti e iniziative di alfabetizzazione sull’utilizzo delle tecnologie al servizio delle persone.


Questo articolo è stato realizzato da ated - Associazione Ticinese Evoluzione Digitale, non fa parte del contenuto redazionale.
COMMENTI
 

Golf67 9 mesi fa su tio
Partiamo già col piede sbagliato. In italiano si dice intelligenza artificiale IA. Da noi AI sta per Assicurazione Invalidità. Punto e a capo!

Don Quijote 9 mesi fa su tio
Abbiamo sempre più persone con definizioni lunghe come i titoli di coda di Ben-Hur e poca sostanza operativa. Il tessuto macroeconomico è composto al 90% da micro imprese con meno di 10 dipendenti, in Svizzera e nel resto dell'Europa, a cui serve ben altro che un executive coach manager laureato ad Oxford che parla 10 lingue. Ne parlavo poco tempo fa con uno studente del politecnico di Zurigo nell'ambito di un sondaggio per assumere personale, il fatto è che le esigenze delle microimprese sono materia sconosciuta per la politica e adetti al lavoro, che applicano erroneamente i concetti delle grandi imprese a tutti. Per intenderci, alla microimpresa serve un professionista, un bravo artigiano o un volenteroso apprendista (anche muti e senza diploma) che, solo un colloquio diretto con chi conosce la professione dall'A alla Z può determinare l'idoneità del candidato.

bradipo 9 mesi fa su tio
Risposta a Don Quijote
Ho paura che in futuro queste micro attività spariranno: IA e tecnologia semplificano l'esecuzione e migliorano la redditività dei prodotti finali. Sarà difficile, se non per qualche settore di nicchia, competere con le grandi aziende.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE