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CANTONESuper cambio, vedremo l'euro sotto 0,90 franchi? «È terreno inesplorato»

31.10.23 - 08:39
Con il Professore USI, Edoardo Beretta, affrontiamo il tema dei mercati valutari e dei tassi positivi sui depositi proposti dalle banche.
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Super cambio, vedremo l'euro sotto 0,90 franchi? «È terreno inesplorato»
Con il Professore USI, Edoardo Beretta, affrontiamo il tema dei mercati valutari e dei tassi positivi sui depositi proposti dalle banche.

LUGANO - L'aggravarsi delle crisi internazionali sta rafforzando il franco svizzero nei confronti delle principali divise. In primis sull'euro: solo pochi giorni fa la moneta unica europea ha segnato il nuovo minimo storico (1 euro scambiato a 0,9449 franchi) le prospettive sono di un ulteriore apprezzamento della nostra moneta nel medio periodo.

Edoardo Beretta, Professore titolare di macroeconomia internazionale presso l’USI, ci aiuta a capirne di più. 

Professore cosa sta accadendo sui mercati valutari?
«Tanto, direi; sia nel breve sia nel medio-lungo termine. Da un lato, abbiamo il dollaro statunitense sempre più "inviso" a molte economie emergenti, che chiedono di avere anche da un punto di vista monetario più "voce in capitolo". Dall’altro, allo stesso dollaro statunitense oltre che a certi beni considerati "safe asset" - o, perlomeno, costituenti un “rifugio” in situazione di incertezza economico e politica - non vi è finora un'alternativa sufficientemente netta e consolidata».

Thomas Gitzel, capo economista di VP Bank ha affermato che il franco si rafforzerà ulteriormente sull'euro a medio termine. 
«Il rapporto di cambio fra l’euro e il franco svizzero vede quest'ultimo tendenzialmente - seppur con scostamenti temporanei dal trend - apprezzarsi ormai da decenni: nel 1999 c’era bisogno di 1,60 Frs. per 1 euro, rapporto più o meno stabile fino al 2008-2009 ovverosia fino alla crisi europea del debito. Da quel momento, il franco svizzero si è apprezzato sempre più, indicando di essere percepito - anche e soprattutto dopo l’evento della crisi dell’Euro - quale "bene rifugio" fra le valute».

Non è escluso che, in caso di escalation del conflitto in Medio Oriente, il corso della moneta europea potrebbe scendere sotto 0,90 franchi. Cosa ne pensa?
«L’eventuale discesa dell’Euro sotto 0,90 Frs. è "terreno inesplorato", quindi gli effetti dipenderanno molto da durata e repentinità - o meno - di essa. È interessante notare come il saldo della bilancia commerciale rapportato al PIL della Svizzera sia comunque aumentato nello stesso periodo dal 3,7% nel 1999 al 12,3% (2022), fatto che indica come l’economia abbia saputo "tenervi testa", senza perdere di competitività. Se poi la discesa sotto la soglia di un rapporto 1:1 sia troppo anche per la Svizzera, lo si vedrà soltanto nel tempo».

Dall'inizio dell'anno le banche offrono depositi a termine con interessi attivi, perché?
«Dopo il periodo dei tassi d’interesse a zero o persino negativi, durato poco meno di un decennio, le banche commerciali – complice l’aumento del tasso di riferimento BNS – devono tornare a offrire rendimenti positivi sui depositi. Del resto, sono ben consapevoli del fatto che i risparmiatori (preoccupati anche dell’inflazione) tendano a ridepositare eventuali risparmi detenuti precedentemente sotto forma di cash. E, si sa, il rendimento positivo è una delle principali condizioni contrattuali sulla cui base i risparmiatori decidono».

Perché questa "necessità" delle banche di raccogliere soldi dai risparmiatori?
«Le ragioni sono varie: da un lato, il fatto che le banche commerciali, pur rifinanziandosi anche sul mercato dei prestiti interbancari, hanno in parte bisogno della clientela privata o corporate per raccogliere fondi e prestarli o investirli. Dall’altro, è anche occasione per le stesse per far fronte a una forte "domanda di rendimenti positivi" che in tempi di tassi d’interesse negativi aveva in parte abbandonato il sistema bancario, ad esempio per essere dirottata su altre attività finanziarie oppure per essere temporaneamente prelevata dallo stesso, e che ora vi sta facendo ritorno».

Su depositi da minimo mezzo milione o un milione, i tassi offerti si aggirano intorno al 2% per chi detiene franchi, oltre il 4% per i conti euro e al 5,8 / 5,95 per quelli in Usd. 
«Sono rendimenti senz’altro interessanti, anche se il prezzo da pagare è quello di vincolare fondi liquidi cospicui per un certo periodo temporale. Ritengo che anche i conti privati, cioè svincolati, dovrebbero essere remunerati - seppur meno a fronte dell’assenza di vincoli temporali di deposito - in quanto le banche commerciali ne prestano comunque i fondi a loro disposizione».

Dunque per euro e dollaro americano i tassi offerti salgono. Come se lo si spiega? 
«Difficile dire cosa spinga le singole banche commerciali ad ampliare la loro offerta: certamente la valuta estera è più "scarsa" in Svizzera rispetto alla moneta locale e, quindi, da remunerare meglio. Può essere anche un modo per il sistema bancario per operare con valute - ottenendole direttamente tramite la loro offerta di prodotti bancari - senza doverle reperire sui mercati valutari, con i conseguenti rischi di cambio laddove la moneta di partenza sia il Franco svizzero».

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