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CREDIT SUISSEA settembre scatterà l'ondata di licenziamenti

16.07.23 - 08:37
Il 30% dell'organico sarà interessato dai tagli
KEYSTONE/WALTER BIERI / KPINL KPAPA (WALTER BIERI)
Fonte Ats
A settembre scatterà l'ondata di licenziamenti
Il 30% dell'organico sarà interessato dai tagli

ZURIGO - Presso Credit Suisse (CS) l'ondata di licenziamenti dovrebbe scatenarsi in settembre: lo scrive la SonntagsZeitung (SoZ), secondo la quale il taglio concernerà il 30% dell'organico e darà via a un lungo processo di assorbimento della banca da parte di UBS. E solo grazie a un miracolo - afferma il domenicale - l'istituto acquisito rimarrà indipendente.

Sempre stando al settimanale - UBS non ha voluto commentare le indiscrezioni - nel breve termine saranno soppressi circa 10'000 posti di lavoro in tutto il mondo, un processo necessario anche per far fronte al crollo dei ricavi subito da CS. In una seconda fase la fusione sarà poi completata: si tratterà di un processo più lungo che comporterà la perdita di altri 20'000 impieghi, una riduzione che in questo caso interesserà il personale di entrambe le banche.

Quest'ultima operazione, commenta la SoZ, è tutt'altro che semplice ed è associata a grandi rischi. Infatti, per poter davvero lavorare in modo più efficiente dal punto di vista dei costi i precedenti clienti di CS devono essere trasferiti sulla piattaforma informatica di UBS. Un esercizio che il domenicale definisce «mostruoso» e che non è mai stata realizzato in questa forma in Svizzera, nemmeno quando UBS e la Società di banca svizzera (SBS) si fusero 25 anni or sono: all'epoca l'automazione era infatti molto più limitata.

Dopo la fase di transizione, le unità di UBS e CS verranno fuse e alla fine la banca impiegherà solo poche persone in più rispetto a UBS. A meno di un prodigio il tempo di sognare un Credit Suisse indipendente sarà finito entro gli ultimi giorni di agosto: per realizzare uno scenario diverso servirebbe infatti un intervento rigoroso del mondo politica, che nessuno si aspetta, scrive la SonntagsZeitung.

Secondo il giornale non ci sarà uno scorporo volontario di CS Svizzera perché le sinergie derivanti dalla fusione sono troppo grandi. Inoltre sarebbe troppo complicato mantenere le attività separate. Finora l'unità elvetica ha beneficiato del denaro a basso costo della gestione patrimoniale e del collegamento globale; l'idea di fondere l'attività svizzera ma di quotarla in borsa come società separata ha poche possibilità di successo. Pertanto, a medio termine, le filiali in eccesso saranno chiuse in molti luoghi, gli edifici venduti e Credit Suisse scomparirà, conclude la testata zurighese.

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COMMENTI
 

bobifurgo 9 mesi fa su tio
Un tempo i banchieri non erano solo business man ma anche gentiluomini. Badavano certo agli affari e andavano al sodo ma avevano riguardo e rispetto per i loro dipendenti. Erano i banchieri del dopo guerra che hanno partecipato al miracolo economico mondiale e che avevano una certa etica. Oggi contano solo i profitti ed i sontuosi stipendi della new generation di squali vestiti a festa…..si fa per dire. Mah….

UtenteTio 9 mesi fa su tio
E quindi, si sapeva benissimo, come è prassi se hai troppi dipendenti e devi correre ai ripari dopo che degli incompetenti hanno fatto danni. Ma ci penserà qualcuno con le dirette Facebook dicendo che tutela tutti, che ha ricevuto migliaia di mail e messaggi, se vengono tutelati come quelli BSI, i più furbi se ne sono andati prima di finire sulla panchina di Villa Saroli con lo scatolone nell'indifferenza di sindacati, media e politica. Ma intanto non mi sembra di aver sentito parole di condanna verso i pseudo manager che hanno contribuito al fallimento, forse perché si sapeva già da settimane, ma fa comodo non farlo emergere.
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