Dita puntate contro la polizia e i medici dell'ospedale di Nottingham, accusati di aver sottovalutato le condizioni della giovane dopo l'aggressione
LONDRA - Diventa sempre più aperta l'indignazione contro polizia e medici inglesi della famiglia di Mariam Moustafa, la diciottenne di doppia cittadinanza egiziana e italiana morta a Nottingham, dove s'era trasferita con genitori e fratelli, in seguito alla brutale aggressione di una gang di ragazze.
Lo riferiscono ambienti della comunità locale. Il padre della giovane, come già la madre e uno zio, ha rilanciato l'accusa agli investigatori di non aver dato peso a precedenti aggressioni e episodi d'intimidazione, anche con lanci di oggetti contro la casa dei Moustafa.
Episodi che secondo la famiglia potrebbero aver avuto una matrice propriamente razzista e non solo di bullismo giovanile, a dispetto del fatto che la Nottingham Police e i tabloid locali abbia finora escluso l'ipotesi di un "crimine d'odio" etnico.
I familiari rimproverano inoltre ai servizi ospedalieri di Nottingham, dove Mariam è morta dopo tre settimane di agonia, d'averne clamorosamente sottovalutato le condizioni e di averla inizialmente dimessa con troppa fretta.