Cerca e trova immobili

ISRAELE / LIBANOSulla Linea Blu tutti pronti all'escalation

29.03.24 - 19:37
Oltre 10mila caschi blu, di cui un migliaio italiani, sono pronti a essere presi in mezzo a un conflitto su ampia scala.
keystone-sda.ch / STF (Hussein Malla)
Fonte dall'inviato Lorenzo Trombetta, ANSA
Sulla Linea Blu tutti pronti all'escalation
Oltre 10mila caschi blu, di cui un migliaio italiani, sono pronti a essere presi in mezzo a un conflitto su ampia scala.

BEIRUT - Sempre più sottile, come la Linea blu di demarcazione tra Libano e Israele, è il confine che separa l'imminenza di una guerra aperta tra Hezbollah e lo Stato ebraico e lo stillicidio quotidiano, in corso da sei mesi, con un crescendo di scambi di fuoco tra Alta Galilea e sud del Libano.

Proprio nel sud del Libano gli oltre 10mila caschi blu, di cui un migliaio italiani, sono pronti a essere presi in mezzo a un conflitto su ampia scala. Mentre sono costretti, più volte al giorno, a ripararsi nei bunker delle loro basi disseminate lungo tutta la linea del fronte.

«Siamo seriamente preoccupati per l'aumento di violenza a ridosso della Linea Blu», afferma all'ANSA Andrea Tenenti, portavoce di tutta la missione Onu presente in Libano dal 1978. Da giorni c'è stata una recrudescenza dei bombardamenti israeliani, a cui gli Hezbollah e altri gruppi armati hanno risposto con lanci di razzi e di missili.

«Questa escalation ha causato un alto numero di morti tra civili, oltre alla distruzione delle abitazioni e delle fonti di sostentamento», racconta Tenenti nella base Unifil di Naqura, a due passi dalla Linea Blu. Durante l'intervista entra dalla finestra il boato di un colpo di artiglieria israeliano.

E ad est della strada costiera si leva una densa colonna di fumo di un bombardamento israeliano contro un'auto sulla quale viaggiava un esponente di Hezbollah.

I combattenti del Partito di Dio e dei gruppi alleati sono parte integrante del tessuto sociale locale. I lanci di razzi contro Israele vengono effettuati dalla boscaglia, ma i depositi di armi e la logistica viene gestita spesso nei centri abitati.

Sulla collina che sovrasta il quartiere generale della missione Onu, dove la strada secondaria sparisce dietro ai tornanti, sono ben visibili le tracce macabre di quel che rimane di un caffè-ristorante distrutto due giorni fa dall'esplosione di un missile lanciato da un drone israeliano.

Tra le vittime alcuni esponenti civili del movimento politico armato Amal, alleato di Hezbollah. Ma anche un noto pescatore di Naqura, Issam M., in paese benvoluto da tutti, assieme alla moglie Ola e ai loro due figli. Nel vicino capoluogo di Tiro, 90 km a sud di Beirut, si sono celebrati i funerali del pescatore Issam e di altri «martiri» di Naqura. Nella moschea Khodr di Tiro, i dignitari, le autorità civili e militari locali, assieme a tanta gente comune, ricevono le condoglianze della cittadinanza.

«Siamo molto preoccupati sia per il presente che per il futuro, l'economia della nostra zona è devastata come le case dei nostri villaggi», afferma Hasan Dabuk, presidente dell'Unione delle municipalità di Tiro.

I paesini lungo la Linea Blu sembrano travolti da un terremoto: interi quartieri rasi al suolo, cumuli di macerie ovunque, gli oliveti, i bananeti, le piantagioni di tabacco incendiati dalle bombe al fosforo e da quelle tradizionali lanciate da Israele. «Intere stagioni di raccolto sono perdute», afferma Dabuk.

«Decine di migliaia di persone sono scappate verso nord. Ma moltissime altre sono rimaste, altre sono tornate» afferma il presidente dell'Unione delle municipalità di Tiro.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE