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RUSSIA / CINA«Un problema? Sì. Un ostacolo? No»

21.03.24 - 18:30
Alcune banche cinesi non accettano più pagamenti in yuan dalla Russia. Il Cremlino conferma il problema ma attiva anche l'estintore
Depositphotos (PinkBadger)
Fonte Izvestia / Tass
«Un problema? Sì. Un ostacolo? No»
Alcune banche cinesi non accettano più pagamenti in yuan dalla Russia. Il Cremlino conferma il problema ma attiva anche l'estintore

MOSCA / PECHINO - Alcune banche cinesi hanno smesso di accettare pagamenti in yuan provenienti dalla Russia. E qualche problema in effetti c'è - e il Cremlino stesso lo riconosce - ma nulla che metta a rischio le sempre più fiorenti relazioni tra Mosca e Pechino. A dare un "colpo" di estintore, dopo la notizia pubblicata dal quotidiano russo Izvestia questa mattina, è stato Dmitry Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin, che non ha perso l'occasione per rifilare il consueto rimbrotto alle cancellerie occidentali. Ma andiamo con ordine.

Prima di tutto, la notizia: numerose banche cinesi - tra le quali la Ping An Bank e la Bank of Nigbo, che sono, rispettivamente, la 13esima e la 15esima in termini di capitalizzazione di mercato - hanno deciso di applicare un giro di vite alle proprie politiche. Il motivo delle restrizioni? Il timore legato all'ultimo pacchetto di sanzioni promosso dall'Occidente e agli eventuali effetti secondari che potrebbero colpire gli istituti. A complemento del quadro, è utile notare che oltre un terzo delle esportazioni che partono dalla Russia vengono saldate in yuan.

Nel concreto, le banche in questione hanno iniziato a rifiutare tali pagamenti - e di conseguenza a notificarlo ai propri clienti - già durante lo scorso gennaio. E problematiche simili sono emerse anche con la Turchia. Con l'adozione del dodicesimo pacchetto di sanzioni, nel mese di dicembre, le autorità di controllo americane hanno alzato ulteriormente la propria soglia d'attenzione. E infatti da quel momento le banche cinesi hanno smesso di accettare ogni pagamento in dollari proveniente dalla Federazione Russa, dato che la valuta statunitense risulta più facilmente tracciabile da parte delle autorità americane.

Un problema quindi, come dicevamo, c'è. E si arriva così alle dichiarazioni di oggi di Peskov, che ha criticato con durezza l'Occidente per la «pressione senza precedenti» esercitata sulle banche cinesi che operano con la Russia. Una pressione senza precedenti «che sta creando alcuni problemi» ma, ha sottolineato il portavoce del Cremlino, che non «diventerà una barriera per lo sviluppo delle relazioni di mercato» tra Pechino e Mosca, che - tradotte in cifre - significano scambi per complessivi 240 miliardi di dollari nel 2023 (ovvero il 26% in più rispetto a l'anno precedente, scrive il Moscow Times).

Come è ormai noto, dopo l'inizio dell'invasione in Ucraina, Pechino è diventato il partner commerciale più importante per Mosca. Tra l'Orso e il Dragone «c'è un rapporto speciale», ha voluto ribadire Peskov, sottolineando che i due Paesi «supereranno questi ostacoli».

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