Cerca e trova immobili

RUSSIA / MOLDAVIAOcchi sulla Moldavia? Mosca sta seguendo lo stesso "copione"

15.02.24 - 14:10
Secondo gli analisti, la Russia sta attuando lo stesso tipo di «operazioni informative» che hanno preceduto le due invasioni in Ucraina
Imago
Fonte ISW
Occhi sulla Moldavia? Mosca sta seguendo lo stesso "copione"
Secondo gli analisti, la Russia sta attuando lo stesso tipo di «operazioni informative» che hanno preceduto le due invasioni in Ucraina

MOSCA / CHISINAU - Secondo gli analisti, i titoli di testa riportano agli occhi un film che abbiamo già visto. Prima nel 2014 e poi, con un "sequel" ancora in corso, nel 2022. A è essere diverso è "l'attore protagonista", l'Ucraina prima e ora la Moldavia, mentre la regia è sempre quella del Cremlino che sta «conducendo operazioni informative molto simili», afferma l'Institute for the Study of War (ISW), a quelle che Mosca mise in moto alla viglia delle due invasioni in terra Ucraina e che potrebbero «porre le condizioni per giustificare una futura escalation russa» nel Paese.

Degli occhi di Vladimir Putin puntati sulla Moldavia, ma soprattutto sulla Transnistria - quella parte di territorio che a Chisinau è chiamata la "Riva Sinistra del Dnestr"; governata da un'autorità separatista e che ha in Tiraspol la sua capitale -, se ne parla a fiammate ricorrenti da due anni a questa parte. Da quando i cingolati di Mosca hanno varcato i confini ucraini il 24 febbraio del 2022. Perché anche in Transnistria, un po' come accade nel Donbass, risiedono decine di migliaia di cittadini russi e dalla Federazione Russa si sono levate negli anni le medesime denunce contro «episodi di discriminazione contro i residenti russofoni».

Ma torniamo al presente e alle recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, che ieri, al termine del discorso pronunciato di fronte alla Duma, il parlamento russo, ha affermato che il governo moldavo è manovrato da Stati Uniti e Unione europea, rei di aver tirato il freno sui negoziati (cosiddetti) "5+2" sul conflitto in Transnistria. Stati Uniti e UE sono, in quanto osservatori, quel "+2". Nel "5" rientravano invece la Russia, l'Ucraina, la stessa Transnistria, la Moldavia e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

Nelle sue affermazioni Lavrov è tornato a evocare anche quel sentimento di preoccupazione verso «il destino» dei «quasi 200mila russi» che vivono in quel lembo di terra che fa da cuscinetto tra Moldavia e Ucraina. E la Russia, ha proseguito, «non permetterà che diventino vittime di un'altra avventura dell'Occidente». Poi ci sono i "j'accuse" diretti a Chisinau, che non avrebbe destinato alcuna fetta del budget statale alle regioni che si oppongono al cammino della Moldavia verso l'integrazione con l'UE, con un dito perennemente puntato sull'Occidente e i suoi «ultimatum» imposti al governo moldavo per accomodarsi all'ombra della bandiera con le dodici stelle.

Il parallelo con i "precedenti" ucraini è presto tracciato. Tra le cause che hanno portato alla cosiddetta "operazione militare speciale" russa in Ucraina, che ormai prosegue da 24 mesi, si ricordano l'accusa rivolta a Kiev dal Cremlino per aver disatteso gli accordi di Minsk e la volontà di «proteggere» i cittadini russi all'estero. E poi c'è il fattore Occidente; in particolare Washington, accusata di aver fomentato e organizzato le proteste che si sono accese dopo la decisione dell'allora presidente ucraino Viktor Yanukovich di non firmare l'Accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione europea. Contestualmente, dalla Transnistria c'è chi alimenta quelle stesse linee narrative, care al Cremlino, parlando di una «miltarizzazione" in Moldavia orientata a «reintegrare con la forza» la regione separatista. «Le tempistiche di una possibile operazione ibrida della Russia in Moldavia non sono chiare - precisa l'ISW, -, ma il Mosca sta approntando il contesto informativo per renderla possibile presto».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE