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ITALIAFemminicidio: uomini violenti e l'idea patriarcale del possesso

19.11.23 - 10:00
Il ritrovamento del corpo della ragazza 22enne scomparsa da una settimana ha rilanciato in Italia il tema della violenza contro le donne.
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Fonte ATS ANS
Femminicidio: uomini violenti e l'idea patriarcale del possesso
Il ritrovamento del corpo della ragazza 22enne scomparsa da una settimana ha rilanciato in Italia il tema della violenza contro le donne.

VENEZIA - Il magistrato Fabio Roia, presidente vicario del Tribunale di Milano, torna sul tema della violenza contro le donne, tornato in Italia di grande attualità per il caso di Giulia Cecchettin, la ragazza scomparsa da una settimana e il cui cadavere è stato ritrovato ieri, mentre nessuna traccia vi è ancora dell'ex fidanzato Filippo Turetta.

«Pensavamo che con il passare del tempo sarebbe svanito il modello dell'uomo legato a generazioni meno giovani, cioè quello tradizionalmente patriarcale, padrone della famiglia e della donna. Pensavamo che quel modello sarebbe svanito e si sarebbero costruite nuove relazioni. E invece permane ed è radicata l'idea del maschio che incentra la relazione sul rapporto padronale di possesso e controllo», afferma Roia in un'intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera.

«Evidentemente in parte gli stessi modelli vengono tramandati in famiglia, soprattutto dai genitori, e quindi si acquisiscono per trasmissione», afferma il magistrato. «E poi quel che di positivo può arrivare dalla scuola, dalla comunicazione che adesso è trasformata dai social, non riesce a fare breccia nella mentalità dei giovani».

In merito alla giovane età dell'ultimo caso di Filippo e Giulia: «Nei ragazzi non si riesce a far passare il messaggio del rispetto e della libertà della donna di scegliere la propria vita. A conferma di questo le anticipo un dato significativo della rilevazione annuale del nostro tribunale: quest'anno il 40% dei reati di stalking, maltrattamenti e violenza sessuale è stato commesso da giovani fra i 18 e i 35 anni», sottolinea il presidente.

Cosa manca all'antiviolenza? «La condanna sociale nella quotidianità, cioè nel terreno dove germoglia la violenza: con battute sessiste, per esempio. O col ritenere la donna ancora un oggetto, una preda sessuale, nel giustificare l'uomo predatore che ha 'esigenze sessuali».

«Attenzione, come dico sempre, a non colpevolizzare lei se accetta un altro appuntamento, se non vede o sottovaluta i segnali della violenza», aggiunge l'intervistato. «La verità è che tutte le ragazze/donne che decidono di rompere unilateralmente una relazione senza l'accettazione dell'altro devono considerarsi a rischio di un'escalation di violenza».

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