Bernd Christ, psicologo di sostegno ai docenti e volontario per l'aiuto ai profughi a Colonia
COLONIA - «I profughi hanno bisogno di aiuto. Per sbrigare le pratiche burocratiche, per richiedere un certificato, per il permesso di soggiorno, per trovare un appartamento». Bernd Christ ha 50 anni, è psicologo, abita nel quartiere universitario di Colonia e lavora in una scuola pubblica nell'hinterland della città. Si occupa di fornire sostegno psicologico ai docenti che lo necessitano. E nel tempo libero, «a dire la verita, molto poco», fa il volontario per una organizzazione che si occupa dell'aiuto ai profughi chiamata «Willkommen Initiative». Christ non fa parte di coloro che la scorsa estate sono andati alla stazione di Monaco di Baviera a dare il benvenuto ai profughi e neppure aderisce alla schiera degli entusiasti e ottimisti a tutti i costi. «Preferisco dare il mio aiuto con fatti concreti», continua il 50enne che, quando può, si mette a disposizione per aiutare i profughi a sbrigare pratiche burocratiche e a fornire loro informazioni di varia natura.
Nell'istituto in cui lavora si confronta quotidianamente con la gestione degli allievi profughi. «Bisogna creare nuove classi, riuscire a integrare chi è già ben preparato con gli allievi più deboli, organizzare corsi di tedesco. Nella sola Renania Settentrionale-Vestfalia nei prossimi mesi saranno assunti tremila nuovi docenti».
Christ, i fatti di Capodanno hanno modificato il suo stato d'animo?
«A dire la verità il mio stato d'animo ha iniziato a cambiare già da prima dei fatti di Colonia che, sinceramente non hanno scalfito la mia volontà di dare il mio aiuto ai profughi».
Cosa le ha fatto cambiare il suo stato d'animo?
«Il fatto che non avrei mai pensato che arrivassero così tante persone e in così breve tempo. Organizzare gli aiuti richiede uno sforzo enorme. È successo che, un giorno, al nostro istituto è giunta una chiamata alle 17.00, in cui ci informavano che per il giorno successivo avremmo dovuto ospitare nella palestra della scuola 350 profughi. In 10 ore è stato allestito un centro di prima accoglienza con letti e tutto il necessario».
Lei pensa che bisognerebbe porre un limite numerico ai richiedenti asilo?
«Il diritto all'asilo non prevede dei limiti. Cosa facciamo? Li blocchiamo alla frontiera e li facciamo morire di freddo e di fame? No, parlare di limiti non è realistico».
In Europa si parla di ridistribuire in quote i profughi nei diversi Paesi dell'Unione...
«L'Europa dovrebbe essere più solidale e una ridistribuzione sarebbe l'ideale. Tutti i paesi dell'Unione Europea dovrebbero cooperare. L'Europa quale istituzione ha il diritto di ridistribuire, secondo le ovvie proporzioni e forze, i profughi in tutti gli stati dell'Unione Europea».
Finora non pare stia funzionando la politica della ridistribuzione...
«Ammetto di essere deluso dalla mancanza di solidarietà da parte dei Paesi dell'Ue. Sentire dire da un ministro della Slovacchia, Paese dell'UE, che vuole accogliere soltanto i profughi cristiani e non i musulmani, i Sinti e i Roma, mi lascia molto perplesso. E poi cosa facciamo? Neghiamo l'accoglienza agli ebrei e ai comunisti? Queste dichiarazioni ricordano molto il passato e in Germania le abbiamo già sentite. Tuttavia neppure la Germania ha fatto meglio. Quando i profughi arrivavano a Lampedusa ha lasciato l'Italia da sola».
Tornando ai fatti di Capodanno, lei come pensa che siano stati affrontati dalla politica e dal Governo tedesco?
«I fatti di Capodanno sono stati orribili e ricordo che non sono accaduti soltanto a Colonia. Che sia stato possibile che per ore la polizia non sia intervenuta è un fatto grave. Sono anche dell'opinione che questi fatti siano stati strumentalizzati da una certa destra e dalla politica. La destra ha urlato "ve l'avevamo detto che sarebbe successo", mentre il Governo ha voluto fare la figura di avere la situazione sotto controllo e di far credere di avere agito con rapidità. Dopo i fatti di Colonia il ministro della giustizia tedesco ha annunciato misure legislative più incisive per i reati di natura sessuale. Peccato che questa legge era già pronta ancora prima della scorsa estate, e credo siano in pochi a ricordarselo, è stata ripescata per magia proprio dopo Capodanno».
Da abitante di Colonia, la sua vita è cambiata dopo i fatti di San Silvestro?
«Sì, qualcosa è cambiato. Ora vi sono dei condizionamenti che prima non c'erano. La mia compagna, per esempio, ora evita di prendere il treno in certe zone della città».
La Germania ce la farà?
«Sono ottimista, sì, ma credo che la gestione del fenomeno profughi sarà molto impegnativa e ci vorrà molto tempo prima di potere trovare le soluzioni necessarie, per nulla facili. Bisogna dire che senza l'aiuto e la disponibilità di migliaia di volontari, la situazione sarebbe ancora molto più difficile da affrontare».