Cerca e trova immobili

AlimentazioneIl trentenne che usa le mosche per combattere lo spreco alimentare

07.02.23 - 11:00
Per nutrire in modo sostenibile la crescente popolazione mondiale, la start-up incentrata sugli insetti NutriFly punta su un allevamento di
#noisiamoilfuturo
Il trentenne che usa le mosche per combattere lo spreco alimentare
Per nutrire in modo sostenibile la crescente popolazione mondiale, la start-up incentrata sugli insetti NutriFly punta su un allevamento di
Il fondatore Franco Bargetze intende trasformare 100 tonnellate di spreco alimentare in proteine di insetti ogni settimana e, scherzosamente, si autodefinisce «il più grande allevatore della Svizzera».

«Ho sempre saputo che un giorno avrei fondato un’impresa per cercare di fare qualcosa di positivo per il pianeta», spiega Franco Bargetze a 20 minuti. «Ma non avrei mai potuto immaginare che mi sarei occupato di insetti». Ancora meno avrebbe immaginato che sarebbero stati milioni di insetti.

È stato un amico a indirizzare il trentenne verso gli insetti: gli ha raccontato delle mosche soldato nere grazie alle quali è possibile migliorare il nostro mondo ma anche realizzare un buon profitto. «Un no brainer», spiega il giovane imprenditore. In novembre 2020 ha fondato l’impresa NutriFly.

 

Upcycling degli insetti e zero waste

Il principio è semplice: ogni anno in Svizzera circa un terzo di tutti gli alimenti finisce nella spazzatura. Questi rifiuti derivanti dall’industria alimentare e agricola non dovranno ora più essere eliminati ma potranno essere sfruttati per alimentare le mosche. Le larve crescono in una sala con una temperatura di 30 gradi e un’umidità del 70 per cento. Vengono quindi essiccate e macinate per ottenere farina, grasso e concime. Il risultato? Lo spreco alimentare viene ridotto e viene ricavato un prodotto riutilizzabile al cento per cento: assolutamente zero waste. Secondo gli scienziati, con la farina di insetti è possibile ridurre in modo massiccio la domanda di pesce e farina di soia e in questo modo agire contro il sovrasfruttamento dei mari e la coltivazione intensiva di soia.

 Bargetze chiama i rifiuti alimentari «flussi derivati», il principio di base «upcycling» e sé stesso, scherzosamente, «il più grande allevatore di bestiame della Svizzera e del Liechtenstein». «Dal punto di vista giuridico, le nostre mosche sono considerate come animali da reddito», spiega e ci chiede sorridendo: «quale altro allevatore può vantare milioni di capi?»

 

100 tonnellate di spreco alimentare in meno

A parte gli scherzi: il trentenne crede davvero in ciò che fa. Entro il 2050, la popolazione mondiale necessiterà del 70 per cento in più di alimenti. «Servono proteine alternative», spiega Bargetze. NutriFly ha appena terminato la fase pilota di due anni in cui sono state elaborate due tonnellate di rifiuti alimentari alla settimana. In futuro, Bargetze vorrebbe riuscire a impiegare 100 tonnellate alla settimana ma per riuscirci occorre trovare i giusti investitori.

Il giovane imprenditore punta troppo in alto? Ci dice convinto: «può funzionare.» La fase pilota ha mostrato che la domanda esiste ma se l’imprenditore vuole portare a compimento i suoi piani, deve funzionare. Gli insetti sono solo il trampolino di lancio: «in futuro anche alghe, funghi e microrganismi potranno essere sfruttati come fonte alternativa di proteine.»

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Elisa_S 1 anno fa su tio
L idea e positiva...ma le persone hanno già rifiutato le cavallette...dubito che la mosca (da sempre abbinata alla popò di mucca e altre popò ) sia più appetibile...