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CANTONEAbusi edilizi a Muzzano: la ditta Birolini SA sotto accusa con un'interpellanza

05.04.24 - 15:45
Tuto Rossi solleva dubbi sul cantiere per la lavorazione del materiale di inerti realizzato dalla ditta Birolini
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Abusi edilizi a Muzzano: la ditta Birolini SA sotto accusa con un'interpellanza
Tuto Rossi solleva dubbi sul cantiere per la lavorazione del materiale di inerti realizzato dalla ditta Birolini

BELLINZONA - «Come mai nel comune di Muzzano vige la Lex Birolini invece del diritto svizzero?», è una delle tante domande contenute nell'interpellanza firmata da Tuto Rossi (UDC) e inoltrata oggi all'indirizzo del Consiglio di Stato volta a fare chiarezza su una situazione di presunto abuso edilizio ad opera della ditta Birolini SA nel comune di Muzzano.

Si tratta di un'interpellanza urgente, dato - come si legge nel documento - «già nel 2019, il Tribunale cantonale amministrativo ha stabilito in via definitiva che l’intera piazza di lavorazione degli inerti della ditta Birolini SA presso il Comune di Muzzano è totalmente illegale, esercitata in malafede, fonte di molestie e disagi per le attività circostanti e per i fondi vicini».

Stando alla denuncia contenuta nell'atto parlamentare, da anni la ditta Birolini SA avrebbe realizzato illegalmente su due terreni (il primo di proprietà del Cantone, il secondo di proprietà della Fondazione ingegner Pasquale Lucchini, Lugano) una piazza per la lavorazione di materiale inerte.

«Senza richiedere nessuna licenza edilizia - scrive Tuto Rossi nell'interpellanza - questa ditta ha realizzato una decina di depositi con un volume di circa 1560 m³, ha costruito uno stabile formato da tre blocchi con tettoia, da depositi e un posteggio per 16 posti auto e autocarri sugli immobili di proprietà della Fondazione Pasquale Lucchini. Sempre senza richiedere nessuna licenza edilizia, come di sua abitudine, questa ditta ha realizzato almeno 10 depositi di materiale inerte di vario tipo, eretto alcune baracche, collocato un frantoio dove operano svariati mezzi e macchinari sugli immobili di proprietà della Repubblica e Cantone Ticino».

Tutto ciò nonostante il Municipio - già nel 2016 - aveva negato il rilascio delle deroghe e delle licenze richieste. Rifiuto che era stato confermato - nel 2019 - anche dal Tribunale cantonale amministrativo. Quest'ultimo aveva nel 2021 nuovamente confermato il divieto d’uso dei quattro fondi utilizzati dalla Birolini Sa. La totale illegalità era stata pure confermata lo scorso anno dal Tribunale federale.

Eppure - si legge nell'interpellanza - «la ditta Birolini SA continua tranquillamente a usufruire sui quattro immobili dell’illegale piazza di lavorazione degli inerti, di tutte le illegali costruzioni, e a esercitare la sua illegale attività». Non solo. Tuto Rossi avanza pure il sospetto che il demanio cantonale possa essere «attivamente complice dell’illegalità avendo sottoscritto segrete convenzioni di uso con la ditta Birolini SA, e favorito le domande di costruzione a posteriori».

Una situazione dove facilmente - continua Tuto Rossi - qualcuno potrebbe arrivare a chiedersi «di quali santi in paradiso goda la Birolini SA per fare ciò che a tutti gli altri cittadini è vietato». E come se non bastasse «i membri del Consiglio di fondazione della Fondazione Pasquale Lucchini continuano a sostenere l’attività della ditta Birolini SA e a incassare gli affitti».

Insomma una situazione che ha spinto Tuto Rossi a chiedere al Consiglio di Stato se fosse a conoscenza di minacce fisiche o psicologiche o pressioni che abbiano potuto influenzare la mancata applicazione della legge nel caso della ditta Birolini, e di spiegare come mai lo Stato ha tollerato che la ditta Birolini SA costruisse sui suoi fondi almeno 10 depositi materiale inerte, alcune baracche, un frantoio dove operano svariati mezzi e macchinari senza la presentazione di una domanda di costruzione.

Le 11 domande contenute nell'interpellanza sulla ditta Birolini SA
Chiediamo al Consiglio di Stato:
1. Se è a conoscenza di minacce fisiche o psicologiche o pressioni che abbiano potuto influenzare la mancata applicazione della legge nel caso della ditta Birolini.
2. Di produrre Gran Consiglio tutte le convenzioni sottoscritte dal demanio o da altra autorità con la ditta Birolini SA del 2001 fino ad oggi.
3. Di spiegare come mai il demanio ha tollerato che la ditta Birolini SA costruisse sui suoi fondi almeno 10 depositi materiale inerte, alcune baracche, un frantoio dove operano svariati mezzi e macchinari senza la presentazione di una domanda di costruzione.
4. Di spiegare come mai il demanio ha sottoscritto le stravaganti domande di costruzione “parzialmente a posteriori” ben sapendo che l’attività della Birolini SA non era conforme alle prescrizioni della zona di situazione sia del piano regolatore del 1984 che di quello del 1985.
5. Di enumerare quanto ha incassato il Cantone dall’attività della ditta Birolini SA.
6. Di enumerare quanto ha incassato la Fondazione Pasquale Lucchini dall’attività della ditta Birolini SA.
7. Se ritiene che il provento dell’esercizio di attività illegali non rientri in qualche fattispecie di reato penale.
8. Di spiegare come mai la Birolini SA ha potuto godere di privilegi che nessun cittadino comune, obbligato di rispettare la legge, può aspettarsi di ricevere.
9. Se non ritiene di aprire un’inchiesta amministrativa analizzare se qualcuno non abbia saputo mantenere la necessaria indipendenza o se non ci siano stati atti illeciti, minacce pressioni o altro, a sostegno di questi ripetuti non-interventi dell’autorità.
10. Se può escludere con assoluta certezza che l’attività della ditta Birolini SA non sia fonte di reati ambientali.
11. Se bisognerà richiedere l’intervento del Consiglio federale per obbligare il Cantone a applicare la sentenza del Tribunale federale.

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