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MINUSIOI docenti delle scuole comunali contro il mancato riconoscimento del carovita

20.12.23 - 12:55
«Credere nello Stato per noi significa anche credere nei suoi collaboratori, significa dar loro i mezzi per fare ii proprio lavoro».
Ti-Press
Fonte Comunicato
I docenti delle scuole comunali contro il mancato riconoscimento del carovita
«Credere nello Stato per noi significa anche credere nei suoi collaboratori, significa dar loro i mezzi per fare ii proprio lavoro».

Una forte contrarietà verso il mancato riconoscimento del carovita. È quello che viene espresso dai docenti delle scuole comunali di Minusio che hanno deciso di scrivere una lettera al Gran Consiglio e al Consiglio di Stato per esprimere preoccupazione dopo le recenti decisioni.

La missiva pare con la «preoccupazione verso ulteriori passi che peggioreranno le condizioni salariali a fronte di un onere lavorativo accresciuto in modo esponenziale nel corso degli ultimi anni. Siamo quindi fermamente contrari all'ennesimo mancato riconoscimento del carovita e alla decurtazione dello stipendio attraverso ii contributo di solidarietà, che si aggiungono all'inquietante situazione del nostro sistema pensionistico. Per motivare la nostra disapprovazione potremmo farvi l'elenco delle decisioni politiche che negli anni hanno portato a un peggioramento delle nostre condizioni di lavoro; altri l'hanno già fatto, probabilmente meglio di quanta potremmo fare noi.
Potremmo elencarvi le mansioni e le responsabilità che si sono aggiunte, e che costantemente aggravano ii nostro onere lavorativo, anche se, come sempre, ci sarà chi ci taccerà di categoria privilegiata», scrivono.

«Potremmo farvi l'elenco delle volte in cui ci sembra che vengano investite risorse economiche importanti nella scuola, senza che queste abbiano un riscontro effettivo e sufficiente nelle attività scolastiche, con ii rischio di passare per arroganti e ingrati. Potremmo dirvi che ci sentiamo sempre più soli nel nostro compito. Potremmo farvi l'elenco di tutto quello che facciamo per la scuola fuori dal nostro orario lavorativo e dalle nostre mansioni solo petche abbiamo a cuore i nostri allievi e ii loro futuro. Potremmo avvisarvi di come ii contesto attuale stia minando la motivazione di tanti, le cifre e le ricerche parlano meglio di noi», prosegue lo sfogo.

«Ma sentiamo che tutto questo non e ii nodo centrale da sciogliere. Quella che e in gioco non e solo una questione settoriale di percentuali, di aumenti, di tagli, di soldi. Si tratta di una questione più profonda. Qual e la visione che si cela dietro le decisioni paventate? II preventivo e la riforma tributaria sembrano spingere in una direzione che ci desta preoccupazione per ii futuro di questo Cantone e del suo fondamentale lavoro per ii benessere della comunità. Noi lavoriamo per ii futuro e con il futuro tutti i giorni. Come tanti altri siamo al servizio dello Stato e crediamo nello Stato. Chiediamo che la politica faccia altrettanto. Credere nello Stato per noi significa anche credere nei suoi collaboratori, significa dar loro i mezzi per fare ii proprio lavoro e investire per dare servizi alla popolazione».

E prosegue «noi in classe siamo il primo esempio per i nostri allievi, cerchiamo in ogni momento di comportarci di conseguenza. Lo Stato deve essere d'esempio nella società, ii primo a difendere la dignità delle persone, dei lavoratori. Come ogni giorno in classe lottiamo per la riuscita di tutti gli allievi, anche oggi, nei confronti delle misure paventate, la nostra lotta e per tutti, per tutti i dipendenti dello stato ma anche per tutti gli altri lavoratori: e tempo di riportare la considerazione delle persone e del lavoro al centro. Speriamo che il dibattito pubblico e le numerose voci critiche con le quali siete confrontati portino a un cambio di rotta nella gestione del personale del nostro Cantone. Vorremmo poter tornare a portare con orgoglio l'etichetta di docenti, maestri, dipendenti pubblici al servizio dei cittadini del nostro Cantone. Vorremmo pater tornare a sentirci una risorsa e non un peso da alleggerire».

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