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CONFINEIl viaggio della speranza tra Como e il Ticino

22.09.23 - 18:19
Cancellazioni, ritardi e treni vecchi mettono a dura prova il tragitto casa-lavoro dei pendolari frontalieri.
Ti Press
Il viaggio della speranza tra Como e il Ticino
Cancellazioni, ritardi e treni vecchi mettono a dura prova il tragitto casa-lavoro dei pendolari frontalieri.

COMO - Il tragitto casa-lavoro per i frontalieri è sempre più un'odissea. Raggiungere la Svizzera, infatti, sta diventando complicato, a volte addirittura avventuroso. In macchina si incontrano code chilometriche e lavori in corso senza fine in autostrada sulla A9 così come sull'A2.

La situazione non è tanto migliore con i mezzi pubblici: chi parte da oltre confine è costretto a confrontarsi con ritardi, soppressioni di tratte e treni vecchi. A Como, allora, i pendolari frontalieri, cresciuti in pochi anni da 40mila a oltre 70mila, hanno deciso di alzare la voce. Lo fanno tramite il quotidiano locale La Provincia che riporta la rabbia e l'amarezza di lavoratori e studenti costretti ogni giorno a far conto con questi disagi.

Treni vecchi e sempre in ritardo

Variabili che la maggior parte dei pendolari comaschi devono tenere in considerazione per arrivare puntuali. Per essere a Lugano entro le otto e mezza, a Camerlata, stazione unica entrata in funzione nel giugno del 2021, a partire dalle 6 ci sono solo quattro treni a disposizione. Il primo, quello delle 6.06 è l'S10 che viaggia in direzione Biasca.

La tratta successiva è quella delle 6.35 che promette di arrivare a Chiasso per le 6.47. Qui la coincidenza per Lugano è programmata per le 6.54. Il tempo a disposizione è più che sufficiente per spostarsi da un treno all'altro. Se non fosse che «si tratta di un vecchio convoglio che fa tutte le fermate e accumula molto ritardo, tanto da mancarla sistematicamente», riporta il quotidiano. 

Per il collegamento seguente bisogna attendere più di tre quarti d'ora. Alle 7.18 arriva un RegioExpress da Milano - affollatissimo - una delle poche possibilità rimaste per arrivare puntuali. Se lo si perde si è in qualche modo fregati. Salire a bordo di quello delle 7.35, significa avventurarsi invece sull'ennesimo «macinino che accumula ritardi» per un viaggio che dura quasi due ore. Si arriva «in azienda o in università vero le 9.15», stima il quotidiano.

Guardando gli orari sull'app delle Ffs, per prendere la coincidenza a Chiasso, sia per il 6.35 che per il 7.35 vengono messi a disposizione ben 7 minuti di tempo. Ma i treni italiani non sono mai puntuali e quelli svizzeri non ammettono ritardi.

I pendolari chiedono un treno in più

Intercettato dal giornale comasco, un frontaliere propone di ripristinare il treno delle 7.10 che passava da Carmelata «prima della nuova stazione unica». La corsa attualmente è stata spostata su Como San Giovanni. Dove però «non ci sono parcheggi». Tanto da spingere diverse persone a lasciare l'auto a Camerlata, prendere il bus in direzione città per poterlo prendere.

Un altro pendolare sostiene che con la nuova stazione unica sono stati persi diversi collegamenti con la Svizzera. «Serve una corsa in più al mattino. Il 7.18 è stracolmo di gente, il treno prima e quello dopo accumulano sempre troppo ritardo», lamenta. Un viaggio che per molti non inizia dalle stazioni di partenza. Molti arrivano da fuori e per raggiungere la fermata devono percorre altre decine di chilometri in auto.

I disagi anche al ritorno

A Chiasso la situazione anacronistica si ripresenta anche alla sera. Al rientro i frontalieri pendolari sono spesso costretti ad aspettare fissando le rotaie vuote, in attesa di un convoglio che, forse, per l'ennesima volta non arriverà.

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