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CANTONEI nove anni complicatissimi di Lazzeri

10.10.22 - 16:50
La pandemia, alcuni preti allo sbando e un giornale chiuso: l'episcopato colpito dai casi di cronaca.
TiPress
I nove anni complicatissimi di Lazzeri
La pandemia, alcuni preti allo sbando e un giornale chiuso: l'episcopato colpito dai casi di cronaca.

LUGANO - Ha parlato di «fatica interiore» Valerio Lazzeri. L’ex vescovo di Lugano, nel confermare le proprie dimissioni, ha puntato il dito contro gli aspetti legati alla gestione finanziaria e amministrativa, diventati addirittura «insostenibili». Ma, durante la sua carica, non sono mancati i casi di cronaca poco lusinghieri che, volenti o nolenti, hanno segnato i suoi nove anni di episcopato.

I primi grattacapi seri cominciano nel 2016. Ad agosto, arriva una condanna a otto anni e mezzo di carcere per un prete 65enne della diocesi, colpevole d’avere compiuto centinaia di abusi in 14 anni. «Porto la mia profonda vicinanza alle vittime, ai loro famigliari e a tutti coloro che si sentono traditi», è il commento di Lazzeri.

A maggio del 2018, tramite un comunicato, la diocesi rende nota una notizia che da anni si temeva: il Giornale del Popolo, fondato nel 1926 dall’allora vescovo di Lugano Aurelio Bacciarini, sospende le pubblicazioni.

Poi, in maniera improvvisa, arriva il Covid: le chiese chiuse in maniera precauzionale creano malumori, frizioni e discussioni dentro e fuori la Chiesa ticinese.

La pandemia, però, non azzera i problemi, anzi. A maggio 2020, un presbitero 50enne viene arrestato con l’accusa di atti sessuali con persone incapaci di discernimento. Sul tema, Lazzeri precisa come, appena saputo dei fatti, li aveva denunciati.

Pochi mesi dopo, a novembre, don Azzolino Chiappini, ex rettore della facoltà di Teologia di Lugano, è messo in stato di fermo con le accuse di sequestro di persona, coazione e lesioni semplici per condotta omissiva. La notizia, com’è comprensibile, colpisce in maniera profonda la diocesi e tutto il territorio. Nel febbraio dell’anno successivo, però, viene emanato un decreto di abbandono.

A novembre 2021, invece, il parroco di Cadro don Samuele Tamagni viene arrestato con l’accusa di appropriazione indebita, riciclaggio e truffa: il sacerdote, che si era costituito, aveva sottratto una cospicua cifra ai parenti, alla parrocchia e a una fondazione per soddisfare i bisogni di un 27enne di cui si era invaghito.

Il mese dopo un prete, in una discoteca del Mendrisiotto, viene consegnato alla polizia perché presunto responsabile di molestie. Secondo le testimonianze, avrebbe allungato le mani su alcune ragazze, forse perché rallentato dall’alcool. Pochi mesi dopo, a maggio, lo stesso uomo viene fermato alla dogana di Ponte Chiasso con un tasso alcolemico decisamente superiore alla media.

Non solo, però, sacerdoti “allo sbando”. A febbraio di quest’anno, l’assemblea diocesana dei delegati ha esaminato i conti del 2020 e ha approvato il Preventivo 2022. Come riferito dalla diocesi in un comunicato stampa, i conti del 2020 si sono chiusi con un deficit di gestione pari a 904 mila franchi, mentre nel Preventivo 2022 si ipotizzano conti in rosso per 1,71 milioni di franchi.

Sugli scandali, Lazzeri ha risposto durante la conferenza stampa: «Credo di aver sempre fatto quello che in coscienza e scienza potevo fare in quel momento - sono le sue parole - Credo sinceramente di non aver mai fatto niente per ostruire la comunicazione nei limiti delle possibilità che avevo in quel momento. Su questo non ho nulla da rimproverarmi. Anche se a volte quello che possiamo dire non è sempre la comunicazione che si vorrebbe ricevere».

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COMMENTI
 

Rosa 1 anno fa su tio
Non si cominci con le solite malignità! È una brava e umile persona e come tutti ha diritto di dare le dimissioni! Massimo rispetto e auguri di tanta salute e serenità.

gruzi 1 anno fa su tio
Vittima di quel gruppuscolo di serpi che tiene le fila della curia ?
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