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SOLETTA/TICINO16 anni di carcere per la madre-killer che uccise nel sonno le figlie

12.04.24 - 10:27
La donna, cresciuta nel Bellinzonese, nel 2021 a Gerlafingen aveva ucciso nel sonno le due bimbe di 7 e 8 anni
20 Minuten
Un altarino, lasciato nei pressi dell'ingresso dello stabile dove nel 2021 si era consumato il dramma.
Un altarino, lasciato nei pressi dell'ingresso dello stabile dove nel 2021 si era consumato il dramma.
Fonte 20 Minuten
16 anni di carcere per la madre-killer che uccise nel sonno le figlie
La donna, cresciuta nel Bellinzonese, nel 2021 a Gerlafingen aveva ucciso nel sonno le due bimbe di 7 e 8 anni

SOLETTA - È stata condannata a 16 anni di carcere la donna, originaria del Bellinzonese, a processo nel canton Soletta per l'omicidio nel sonno delle due figlie a Gerlafingen (SO).

La sentenza è arrivata, come annunciato, questo venerdì mattina. La 41enne è rea confessa, nei suoi confronti l'accusa era di omicidio plurimo.

Per lei, il Ministero pubblico aveva chiesto il carcere a vita.

Il dramma si era consumato nel gennaio del 2021 in un appartamento di un grosso complesso residenziale della cittadina solettese, le due bimbe avevano 7 e 8 anni. Il padre delle giovanissime vittime, lo ricordiamo, era anche lui ticinese - per la precisione leventinese - e originario di Airolo.

L'accusa ha motivato l'efferato gesto con «il desiderio di vendetta nei confronti dell'ex-marito che l'aveva lasciata», stando al procuratore la donna «voleva uccidere, anche lei lo ha ammesso. Voleva infliggere il maggior danno possibile al padre delle bambine».

Alla 41enne, riporta 20 Minuten, era stato diagnosticato un disturbo della personalità.

Quest'ultima aveva avvistato la polizia e le Arp della regione del rischio che le figlie correvano a vivere con il marito e la nuova compagna, secondo lei erano in pericolo ed erano «vittime di violenza domestica».

Questo malgrado nella corrispondenza con l'avvocato divorzista, avesse sostenuto di «voler mantenere un buon rapporto con il padre delle sue figlie» e nella vita quotidiana i due si sentissero spesso.

Stando alle lettere, rinvenute dalla polizia nella casa di Gerlafningen, la donna aveva pensato di togliersi la vita.

A incidere sulla decisione di pena, oltre alla collaborazione dimostrata dalla donna, il suo difficile passato: l'infanzia nelle favelas in Brasile, l'adozione in Ticino dove è stata vittima di abusi da parte della madre.

Alla figlia maggiore, unica sopravvissuta e che ha sentito le grida delle sorelle, sono stati riconosciuti 70mila franchi di riparazioni morali. Al padre, invece, 140mila franchi.

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