Cerca e trova immobili

SVIZZERAAnnullamento della condanna a Vincenz: la procura non ci sta

20.02.24 - 20:04
La procura di Zurigo inoltrerà un ricorso al Tribunale federale
Urs Power
Fonte Ats ans
Annullamento della condanna a Vincenz: la procura non ci sta
La procura di Zurigo inoltrerà un ricorso al Tribunale federale

ZURIGO - La procura zurighese non accetta la decisione del Tribunale cantonale, resa nota oggi, di annullare la condanna di prima istanza contro l'ex Ceo di Raiffeisen Pierin Vincenz. Il Ministero pubblico ha annunciato in serata che inoltrerà ricorso al Tribunale federale (TF).

La procura non condivide l'opinione del Tribunale cantonale secondo cui il diritto di essere ascoltati è stato violato, si legge in una nota. Una ripetizione estremamente gravosa dell'intero procedimento di primo grado non sarebbe appropriata, viene aggiunto.

La condanna di Vincenz a tre anni e nove mesi di detenzione, risalente all'aprile 2022, è stata annullata «per gravi vizi di procedura». In parole povere, si tratta di una decisione tecnica indipendente dalla questione della colpevolezza o dell'innocenza dell'imputato, che rimanda tutto alla casella di partenza. Il Ministero pubblico è stato infatti incaricato di presentare un nuovo atto d'accusa al Tribunale distrettuale.

La massima istanza cantonale ha dichiarato che in relazione al procedimento sono stati violati i diritti fondamentali a un processo equo e a una promozione dell'accusa conforme alla legge. Il tribunale parla in particolare di un «atto in parte stravagante» e di imputazioni presentate in modo così esteso da superare il quadro giuridico, «una circostanza quest'ultima che ha reso moto più difficile per gli imputati organizzare una difesa efficace».

Un rimprovero che alla procura non va giù. L'opinione pubblica ha potuto constatare di persona, durante l'udienza davanti al Tribunale distrettuale, che tutte le parti avevano compreso l'atto d'accusa e lo avevano esaminato nei dettagli, fa infatti notare.

Inoltre, prosegue il Ministero pubblico, non è stato nemmeno violato il diritto alla traduzione di un coimputato, francofono. Questi avrebbe in effetti confermato di aver ricevuto e capito l'atto d'accusa e di averne discusso con la sua difesa.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE