I due hanno costruito un impero multimiliardario investendo nelle criptovalute. Ma, al momento opportuno, sono fuggiti con il malloppo
JOHANNESBURG / ZURIGO - Raess e Ameer Cajee hanno accumulato, nell'arco degli anni, grandi quantità di criptovalute tramite la loro piattaforma di trading Africrypt. Quando il gigante dell'automobilistica Tesla annunciò la decisione d'investire una buona parte dei propri fondi in criptovalute, nel febbraio del 2021, i fratelli Cajee avevano già accumulato oltre 70mila Bitcoin per un valore complessivo di quattro miliardi di franchi. Lo riporta 20 Minuten.
Per un po' gli affari sono andati a gonfie vele, finché i due se la sono data a gambe con il malloppo. Hanno inscenato un attacco informatico e consigliato ai propri investitori di non informare le autorità, dato che, secondo loro, ciò avrebbe soltanto ostacolato le indagini. E sono svaniti nel nulla.
Due mesi dopo sono apparsi a Zurigo, dove hanno affittato delle cassette di sicurezza, come riportato dal settimanale 'Schweiz am Wochenende'. Nelle cassette hanno depositato i cosidetti e-wallet, ossia i dispositivi contenenti le chiavi d'accesso ai loro Bitcoin. Venuto a conoscenza dei fatti, il ministero pubblico ha aperto un'inchiesta per sospetto riciclaggio di denaro. Messi sotto sorveglianza, sono stati arrestati nel momento in cui volevano ritirare il contenuto delle cassette, nel novembre del 2021.
Uno di loro ha trascorso sei mesi in detenzione preventiva ed è stato poi rilasciato a condizione di consegnare il proprio passaporto e impegnarsi a restare in Svizzera. In disaccordo, si è rivolto al Tribunale federale che ha, tuttavia, respinto il suo appello. Per una persona benestante - così il Tribunale - il fatto di rimanere in Svizzera più a lungo del previsto non rappresenta una violazione sproporzionata delle libertà individuali.
La procura sta tutt'ora indagando, ma soltanto per i crimini commessi in Svizzera. Le autorità di Johannesburg hanno invece interrotto le indagini, dato che i fratelli hanno offerto un pagamento agli investitori che avevano sporto denuncia contro di loro, in cambio del ritiro delle accuse.