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SVIZZERALa Svizzera non accusa Putin della morte di Navalny

01.04.24 - 23:30
Il Dfae si è rifiutato di firmare una risoluzione per l'apertura di un'indagine approfondita sul caso. Il testo era «problematico»
IMAGO
Fonte Sonntagsblick
La Svizzera non accusa Putin della morte di Navalny
Il Dfae si è rifiutato di firmare una risoluzione per l'apertura di un'indagine approfondita sul caso. Il testo era «problematico»

BERNA - La morte dell'oppositore russo Alexei Navalny ha generato un'ondata di indignazione in Occidente. In molti hanno accusato il governo russo e il presidente Vladimir Putin di essere direttamente responsabili per l'accaduto.

Navalny, lo ricordiamo, stava scontando una pena detentiva di 19 anni nel carcere di massima sicurezza di Kharp, nella Siberia nord-occidentale, quando ha avuto un malore. Accasciatosi a terra, è stato soccorso dai paramedici, che non hanno potuto fare altro che constatare la morte del 47enne. Questa, la versione delle autorità russe.

L'Occidente si era rifiutato di credere a quanto affermato dal Cremlino, accusandolo di aver «lasciato lentamente morire Navalny». Nelle settimane successive, il consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite aveva spinto per l'avvio di un'indagine per determinare le circostanze dell'accaduto. Gli Stati Uniti, i Paesi membri dell'Unione europea e quelli dell'Associazione europea di libero scambio avevano firmato la risoluzione che avrebbe, in un secondo momento, portato all'avvio delle indagini. Tranne la Svizzera.

Proprio così, il dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) - lo si apprende da un articolo apparso sul Sonntagsblick - si sarebbe rifiutato di firmare la risoluzione. In questa si legge: «Siamo indignati per la morte dell'oppositore politico russo Alexei Navalny, di cui il presidente Putin e le autorità russe sono i responsabili finali».

Il Dfae, stando a un documento interno, si sarebbe opposto al fatto di nominare il presidente russo tra i responsabili della morte di Navalny. Sarebbe bastato scrivere «le autorità russe», si legge nel documento. Insomma, per il Dfae, alcuni passaggi del testo erano «problematici».

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