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SVIZZERAL'iniziativa popolare "Salvaguardia della neutralità svizzera" è pronta

20.03.24 - 10:06
Si chiede che la Confederazione non aderisca ad alcuna alleanza militare o di difesa, salvo in caso di attacco diretto contro il paese.
Ti-Press
Fonte Ats
L'iniziativa popolare "Salvaguardia della neutralità svizzera" è pronta
Si chiede che la Confederazione non aderisca ad alcuna alleanza militare o di difesa, salvo in caso di attacco diretto contro il paese.

BERNA - L'iniziativa popolare denominata "Salvaguardia della neutralità svizzera" è pronta. Stando al presidente del comitato d'iniziativa Walter Wobmann, sono state raccolte 140'000 firme, molte più delle 100'000 necessarie. Il testo verrà depositato alla Cancelleria federale nel primo pomeriggio dell'11 aprile.

Le sottoscrizioni già certificate sono circa 110'000, afferma l'ex consigliere nazionale dell'UDC in un'intervista diffusa oggi dal "Blick". «La neutralità perpetua è un modello di pace per la Svizzera e la gente non vuole metterlo in pericolo. Per questo motivo siamo stati risparmiati dalle guerre per oltre 200 anni», aggiunge dicendo come bisogna impedire una neutralità «caso per caso».

L'iniziativa esige che la Confederazione non aderisca ad alcuna alleanza militare o di difesa, salvo che in caso di attacco diretto contro il Paese. Vuole inoltre che Berna rinunci a sanzioni nei confronti di Stati belligeranti, come ha fatto invece con la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina. L'addestramento con partner stranieri rimarrebbe consentito e gli obblighi nei riguardi dell'Onu non sarebbero intaccati.

Un altro obiettivo del testo è permettere alla Svizzera di utilizzare «la sua neutralità permanente per i buoni uffici così da prevenire e risolvere i conflitti». Dovrebbe quindi essere un mediatore in grado di mantenere buone relazioni con tutti.

La Costituzione prevede attualmente che il Consiglio federale e il Parlamento veglino per preservare la neutralità. Questa però non rientra negli obiettivi della Confederazione o nei principi di politica estera, in modo da non limitare il margine di manovra, spiega sul suo sito il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

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