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SVIZZERALa Svizzera pensa solo al clima degli altri?

02.03.24 - 08:06
Il ricercatore Reto Knutti: «La Svizzera paga per elettrificare dei bus in Thailandia e molti autopostali continuano a emettere gas serra»
Foto Deposit
Fonte TAGES-ANZEIGER
La Svizzera pensa solo al clima degli altri?
Il ricercatore Reto Knutti: «La Svizzera paga per elettrificare dei bus in Thailandia e molti autopostali continuano a emettere gas serra»

BERNA - Una decisione che ha fatto prima saltare sulla sedia e poi dire «preoccupante» al ricercatore climatico dell'ETH Reto Knutti. Di quale decisione stiamo parlando? Di quella sulle emissioni di CO2 presa dal Consiglio degli Stati, favorevole a spendere soldoni di franchi per finanziare progetti all'estero e alleggerire l'inquinamento di chi vive a molte migliaia di chilometri dai confini elvetici.

«In concreto - la spiega bene Knutti al Tages-Anzeiger la faccenda con il piglio pragmatico di chi fa un mestiere simile - l'approccio estero significa, ad esempio, che la Svizzera paga per l'elettrificazione degli autobus in Thailandia, mentre molti autopostali in Svizzera continuano a emettere gas serra». Più chiaro di così? Il ragionamento di una parte della politica è che insomma conviene (soprattutto economicamente) pensare al clima degli altri che farsi i PPM di CO₂ nostri. (PPM sta per Parti per milione ed è l'unità di misura del biossido di carbonio).

Quelli a favore: «Il CO2 non conosce confini» - I fautori dell'approccio ecologico "un aiuto là" che ricorda certi proclami politici tipo "aiutiamoli a casa loro" sostengono - scrive il Tages - che non fa differenza se i gas serra vengono ridotti in Svizzera o all'estero. «Come tutti sappiamo, il CO₂ non conosce confini», ha dichiarato il Consigliere di Stato dell'UDC Jakob Stark durante il dibattito in seno al Consiglio di Stato. E con i progetti di riduzione del CO₂ all'estero, si potrebbero realizzare buoni progetti a costi inferiori».

Investimenti economici per il clima all'estero - È sempre una questione di oboli, sembra ricordarci, come fa del resto che il "Ministro" dell'Ambiente dell'UDC Albert Rösti, che la mette anche sulla metafora ortofrutticola parlando di «frutti a portata di mano». Si scopre, poi, del resto, che «la Svizzera ha concluso accordi corrispondenti con undici Paesi», e che tutto ruota ovviamente anche quando si parla di politiche per il clima attorno alla convenienza di un investimento. «È sensato ridurre il CO₂ dove è ancora relativamente economico» lo ha detto sempre chiaro e sempre al Tages il "federale" a capo del dipartimento dell'Ambiente.

Vantaggi discutibili - Il ricercatore Reto Knutti vede le cose in modo diverso. «Questo non ha senso - ha detto - soprattutto perché il finanziamento svizzero non porta a un'ulteriore riduzione dei gas serra. Secondo uno studio di Alliance Sud, l'elettrificazione ad esempio degli autobus tailandesi era comunque prevista». E una volta esaurito il giro dei progetti a basso costo all'estero, si dovrà in ogni caso tornare a confrontarsi con il CO2 di casa nostra. E fa l'esempio ancora una volta degli autopostali. «Perché non iniziare con gli autopostali? Grazie al miglioramento della qualità dell'aria, il risultato è che ne trarremmo maggiori benefici», ha afferma Knutti. Una cosa è chiara al ricercatore sul clima: «Il Parlamento non è in regola con le sue decisioni sulla legge sul CO₂» e «sarebbe necessario fare di più per raggiungere gli obiettivi climatici che gli elettori hanno approvato votando a favore della legge sulla protezione del clima».

I Verdi: disattesa la volontà popolare - Suona la stessa sveglia la capogruppo dei Verdi Aline Trede, che non fa troppa anticamera di parole: «La volontà del popolo viene disattesa», dice, »ancora una volta». E ci mette anche il carico: «Negli ultimi tempi questo accade sempre più spesso. Con il lupo, con la pubblicità del tabacco e ora con il clima. A quanto pare sta diventando un'abitudine».

E lunedì prossimo (il 4 marzo) promette un'ora di interrogazioni di fuoco in Consiglio nazionale per il Capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni. Ad Albert Rösti (anticipa) che chiederà «come può la Svizzera ergersi credibilmente a paladina della protezione del clima a livello mondiale se non mantiene le sue promesse climatiche per il 2030 nemmeno con la nuova legge sul CO₂?». Il clima (anche quello dentro a una delle Camere del Parlamento) per inizio di settimana si preannuncia rigido.

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COMMENTI
 

Aaahhh 1 mese fa su tio
Vogliamo imparare a far votare il popolo per le spese all’estero? Tra poco il governo verrà a prelevare direttamente dai conti dei cittadini senza procura

Onorina 1 mese fa su tio
E tutta una questione di tasse. Per la Svizzera è una vittoria per tutti, si dice in grado di finanziare la riduzione delle emissioni in modo più efficiente in termini di costi rispetto a quanto farebbe a livello nazionale (una delle condizioni imposte dall’Accordo di Parigi) però questa politica rivela la mancanza di integrità dei crediti di carbonio scambiati, che vengono quindi trasformati in diritti a inquinare!! Mi pare una contraddizione allorché i movimenti logistici militari degli USA e all’interno dell’UE per la guerra dell’Ucraina contro la Russia inquinano molto di più ma gli ecologisti non dicono niente, non guardano al nostro budget interno e poi si lamentano che i cittadini votano sempre meno verde.

Ciulindo.47 1 mese fa su tio
Nessun Stato può ergersi a paladino della protezione del clima a livello mondiale. La crisi climatica è globale; di conseguenza, non può essere affrontata dai singoli Stati. Lo Stato, per definizione, non è altro che il comitato nazionale d’affari della classe dominante la quale, si sa, persegue come modello il sistema economico capitalistico finalizzato al profitto, alla crescita, al business e al consumo di merci e servizi. I problemi generati dai cambiamenti climatici e dei loro effetti sulla biosfera, il sistema economico vigente, se ne infischia poiché li considera secondari nel perseguire a breve e medio termine i suoi obiettivi.

Righe76 1 mese fa su tio
Beh, è da svariati tempo che i nostri politici si interessano troppo degli affari degli altri! Attenzione signori, chi troppo va ci lascia lo zampino!

Voilà 1 mese fa su tio
Strano che un deputato UDC sia d'accordo con un investimento all'estero... Perché valga la pena investire nella moblità elettrica serve che questa venga prodotta da fonti rinnovabili.

Filippone22 1 mese fa su tio
Ah ecco, si sono accorti anche loro ( verdi ), che le decisioni del popolo vengono categoricamente disattese! Poi anche basta con sto sperpero di soldi pubblici! La Svizzera poi fa già abbastanza contro il famigerato Co2 ( che non è un’inquinante )! Piuttosto allora dite ai vostri amici di “Davos” di andare da un’altra parte a riunirsi con i loro Jet privati, i quali inquinano più degli autopostali! Avete rotto!

Nmemo 1 mese fa su tio
Esporta quote d"inquinamento e appare tra i primi della classe

sctaquet 1 mese fa su tio
Meglio che non commento questo articolo , sarei a rischio denuncia da parte di TIO .

Didimon 1 mese fa su tio
la Svizzera ha toccato il fondo . fino che avrete le braghe calate sicuro qualche cosa te lo infilano . e vai con i nostri anziani che mendicano per arrivare a fine mese . . e voi dare soldi all'Ucraina alla Tailandia ma in casa nostra ez uno schifo .... bravi politici corrotti

Codu 1 mese fa su tio
I soldi per i bus dall altra parte del mondo ci sono,ma piangono per la 13AVS

Yoebar 1 mese fa su tio
Se sapremmo solo la metà delle cose che fa la confederella con i nostri soldi e alla nostra insaputa riusciremmo anche a finanziare le 14 esima ai pensionati.

francox 1 mese fa su tio
Eh già, come si può notare nella regione di Milano, l'inquinamento non ha confini, si disperde subito.

John Wayne 1 mese fa su tio
A me non sembra, se andiamo a guardare i nostri prodi politicanti (specialmente gli ecologisti che si incollano per il pro sacoccia che scaldano casa con la nafta ed hanno il macchinone) in Svizzera il popolo viene massacrato con tasse e leggi a dir poco ridicole, mentre non vedono quello che succede a 20 metri oltre i confini, compreso il non vedere cosa succede ad esempio in India dove i rifiuti vengono scaricati direttamente nei fiumi con i camion! Grazie a queste truffaldine leggi imposte dai guru dell'ecologismo con i piedi al calduccio che guardano solo quello che più gli fa comodo, è già bello se ci sono ancora le feste campestri e gli eventi sportivi.

sctaquet 1 mese fa su tio
Risposta a John Wayne
Pienamente d'accordo .

Voilà 1 mese fa su tio
Risposta a John Wayne
Cosa c'entrano gli ecologisti nostrani con l'India? Laggiù sono le autorità locali a dover intervenire.

Robi57 1 mese fa su tio
Ecco servita una bella notizia per ben iniziare la giornata.
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