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SVIZZERALa Corte europea dei diritti dell'uomo condanna la Svizzera per un'operazione di polizia del 2011

19.12.23 - 13:31
I fatti risalgono al primo maggio del 2011 a Zurigo
Council of Europe
Fonte Ats
La Corte europea dei diritti dell'uomo condanna la Svizzera per un'operazione di polizia del 2011
I fatti risalgono al primo maggio del 2011 a Zurigo

La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) ha condannato la Svizzera per un'operazione di polizia avvenuta a Zurigo il 1° maggio 2011. Secondo la decisione pubblicata oggi dalla CEDU, la polizia ha violato il diritto alla libertà e alla sicurezza (articolo 5 della Convenzione) dei due manifestanti che in seguito all'accerchiamento furono arrestati e rilasciati in tarda serata dopo un approfondito controllo d'identità. La Svizzera è stata condannata a pagare a ciascuno di loro un risarcimento per torto morale di 1000 euro e spese per 10'000 euro.

I fatti sono avvenuti durante una manifestazione non autorizzata a margine del corteo del 1° maggio di dodici anni fa nella città sulla Limmat. La giustizia zurighese e successivamente il Tribunale federale avevano giustificato le misure della polizia con i violenti disordini avvenuti durante le manifestazioni non autorizzate legate al 1° maggio degli anni precedenti. Anche nel 2011 gruppi estremisti di sinistra avevano in effetti annunciato manifestazioni.

"Intento vessatorio" non escluso

Secondo i giudici di Strasburgo, la Svizzera non ha saputo dimostrare che per effettuare i controlli dell'identità fosse necessario procedere ai fermi. I due autori dei ricorsi avrebbero potuto dichiarare la loro identità direttamente sul posto. E in caso di dubbio, la polizia avrebbe potuto verificare i dati via radio. Per la CEDU, non si può quindi escludere che la detenzione avesse un "intento vessatorio".

La sentenza stabilisce inoltre che prima di approntare un cordone di polizia per prevenire disordini occorrerebbe ordinare ai presenti di allontanarsi, cosa che non avvenne il 1° maggio 2011 a Zurigo. Inoltre, i due denuncianti non si trovavano sullo spiazzo della Kanzlei, da dove partirono i disordini più gravi, ma sulla vicina Helvetiaplatz.

In queste circostanze, i giudici di Strasburgo hanno concluso che i principi di proporzionalità e necessità che giustificano un fermo non sono stati rispettati. E che la Svizzera ha quindi violato l'articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

"Accerchiamenti di polizia contrari alla CEDU"

La decisione di Strasburgo potrebbe avere ripercussioni anche al di là del caso di dodici anni fa. "La sentenza stabilisce che la polizia non può privare numerose persone della libertà accerchiandole durante una manifestazione", ha dichiarato a Keystone-ATS Viktor Györffy, avvocato dei due ricorrenti.

Secondo il legale è praticamente impossibile effettuare un accerchiamento in conformità con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Sarebbe quindi lecito chiedersi se la strategia praticata dalla polizia in particolare a Zurigo sarà ancora sostenibile in futuro.

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