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IL SORPASSO A... DUE RUOTEBagnaia-Martin, duello all'ultima curva

19.10.23 - 15:00
Anche Spagna-Italia nella volata per il titolo
keystone-sda.ch (ADI WEDA)
Bagnaia-Martin, duello all'ultima curva
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Cadute e risalite, la MotoGP è più viva che mai.
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VENTNOR - Botta e risposta. Aveva fatto male la prima, a Francesco Bagnaia, arrivato in Indonesia convinto di poter ribaltare il trend negativo delle ultime gare e fermare il ritorno veemente di Jorge Martin, che da Misano aveva sempre vinto sia il sabato sia la domenica tranne una volta (il secondo posto nel GP dell’India). E invece il sabato notte Pecco era andato a letto da secondo in classifica. Ha fatto male la seconda, a Martin, precipitato dalle stelle alle stalle nel tempo di un respiro e costretto a vedere il rivale risorgere con una rimonta che sarà ricordata a lungo.

“Ma tanto il più veloce sono io”, ha buttato lì come se niente fosse Jorge nel dopo gara, quasi a voler far sapere all’ex compagno di squadra in Mahindra – erano i bei tempi della Moto3 – che, come una rondine non fa primavera, una scivolata, il primo zero dopo 23 gare consecutive a punti tra Sprint e GP, non cambierà lo stato delle cose. Mancano cinque fine settimana, dieci corse, e la tensione è destinata a salire.

Bagnaia questo weekend si presenta a Phillip Island con un vantaggio di 18 punti, molti di più dei 3 della vigilia di Mandalika o dei 13 indiani, eppure contro questo Martin è un bottino per nulla rassicurante. Perché anche se lo spagnolo della Pramac continua nella cantilena che non è lui a dovere vincere il titolo perché non è lui a essere nella squadra ufficiale, la verità è che a questo punto della stagione è più che mai chiaro che a fare la differenza non saranno i colori per cui i due corrono, ma la loro freddezza (oltre che la velocità in pista) e il lavoro dei loro uomini al box. Lo ha detto Gigi Dall’Igna, il direttore generale Corse, che i due sono liberi e, comunque finirà, andrà bene. Perché tanto alla fine il campione del mondo sarà un pilota della Ducati. Visto che Brad Binder con la KTM è a -135 punti da Pecco, ovvero quasi 4 gare, e visto che tra lui e i due c’è anche Marco Bezzecchi (a -63), è impossibile che il titolo piloti sfugga a Borgo Panigale.

Piuttosto, è assai probabile che la volata si trasformi in un duello tra Italia e Spagna. Da una parte il gruppo della VR46, soprattutto, dall’altra il clan iberico, come testimoniavano i messaggi di incoraggiamento arrivati sui social a Martin da parte dei vari Espargaró (che condivide il manager), Viñales, Fernandez e dei fratelli Marquez. Era dedicato proprio a Marc, forse, quel gesto con la mano vicino all’orecchio di Bagnaia a fine gara, così come le parole “la gente dovrebbe aspettare prima di parlare” pronunciate nell’enfasi del successo. Perché più che in crisi con la Ducati, Bagnaia aveva aperto un conflitto con se stesso, e hai voglia a raccontare di stare bene, ma quella faccia tesa fino a domenica mattina descriveva bene le difficoltà interiori.

Doveva fare una sola cosa, Pecco, rispedire al mittente, ossia a Martin, tutte quelle frecciatine delle settimane precedenti, e aveva un solo modo per farlo. Alla fine, lui ha vinto, Martin si è sdraiato un po’ come un pollo, perché non puoi gettare via così un vantaggio di 3”, e la classifica è tornata a sorridergli.

E a Phillip Island non sarà lui quello costretto a correre con la bava alla bocca. Botta e risposta, fuori i secondi, sull’isola dei pinguini inizia un nuovo round tra pesi massimi.

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