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MOTOGPMarquez sempre più giù, travolto da un'(H)onda anomala: «È emersa la vera natura della moto»

23.06.23 - 07:00
Dopo anni di trionfi, Marc Marquez continua la triste via Crucis iniziata a Jerez nel 2020: «Il binomio con la Honda non può più funzionare»
Imago
Marquez sempre più giù, travolto da un'(H)onda anomala: «È emersa la vera natura della moto»
Dopo anni di trionfi, Marc Marquez continua la triste via Crucis iniziata a Jerez nel 2020: «Il binomio con la Honda non può più funzionare»
Marco Melandri: «Ormai è saturo. A un certo punto anche la testa tira il freno a mano e l'asfalto vince. Le critiche? Non è una cattiva persona, ma di certo non si sta facendo voler bene».
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ASSEN - Ci sono immagini che restano negli occhi. Una di queste è quella di Marc Marquez che, rassegnato, ha alzato bandiera bianca in Germania. Travolto da un’(H)onda anomala, di quelle enormi che non lasciano scampo.

L’otto volte campione del mondo ha gettato la spugna al Sachsenring dopo un filotto da incubo, con la quinta caduta nel warm up mattutino - forse un record poco invidiabile - che è stata quella di troppo. «Non mi sento pronto, devo calmarmi», ha poi spiegato. Poco da aggiungere. Se un guerriero come Marc arriva a tanto nonostante fosse stato dichiarato “fit” dai medici, vuol dire che di luce, in fondo al tunnel, non se ne vede. E adesso? Domenica tornerà in griglia ad Assen - ottavo e ultimo round prima della lunga pausa estiva - ma è complicato capire cosa stia realmente accadendo nelle viscere del box giapponese, in crisi totale.

La Casa Alata è talmente in affanno che vien da chiedersi se la barca stia affondando o sia già affondata…
«Io direi che è già pesantemente sott'acqua da un bel po’», interviene Marco Melandri, ex primattore del Motorsport con alle spalle 416 gare impreziosite da 44 vittorie e 137 podi.

Vedere il Cabroncito arrendersi ha fatto una certa impressione.
«Ha capito che non andava, non c’era verso - aggiunge l’ex campione del mondo della classe 250 - Ormai è saturo. Dopo anni e anni di dominio, trovarsi in questa situazione non è solo demoralizzante, bensì imbarazzante. È capitato anche a me in passato. Ci sono state delle volte che passavo nella corsia dei box e quasi mi vergognavo. È una condizione critica per un pilota».

Per anni la Honda si è appoggiata di peso sulle spalle (seppur larghe) dello spagnolo, che alla fine ha ceduto.
«Fin qui non aveva mai mollato, ma non puoi finire a terra di continuo. A un certo punto anche la testa tira il freno a mano. Quando sbatti contro l’asfalto vince sempre lui… Qui poi la situazione si è fatta pesante. Quando forzi e vinci è un discorso, ma se spingi come un pazzo e resti pure dietro, poi incassi il colpo».

Ora ci si chiede se, ancora insieme, potranno rialzarsi dalla ghiaia (non solo metaforicamente…).
«Purtroppo, ormai da tempo, penso che il binomio Honda-Marquez non possa più funzionare. È sempre stata una moto molto difficile e Marc, facendo il fenomeno, ha colmato il gap fin quando stava bene. L’ha fatta sembrare una moto vincente. Ora non è più così. I suoi infortuni non hanno aiutato ed è emersa la vera natura della Honda. Adesso, per recuperare in fretta e furia, hanno perso definitivamente la strada e peggiorato ancora la situazione».

Il problema della Casa Alata non si ferma certo a Marquez. Anzi, casomai è l’unico che, seppur tra mille difficoltà, l’ha ancora fatta andare. Nel complesso i suoi piloti hanno visto quasi più spesso la clinica mobile che la bandiera a scacchi. 
«In questi anni hanno fatto smettere tanti campioni. Penso a Lorenzo. Ma guardando all’attualità anche Mir è scomparso. Prima era costante, ora è costantemente sul fondo. Vai piano e cadi pure. E pensiamo che nel 2020 ha vinto un Mondiale. Parliamo di Rins? È vero che ha vinto una gara in America, ma nemmeno lui sa bene perché. Sono quasi inesistenti. Nakagami idem».

Intanto Marquez e la Honda sono ancora legati da un contratto fino al 2024. Anche di recente il pilota ha ribadito di volerlo rispettare, ma in tanti gli hanno già consigliato di cambiare aria.
«I contratti sono fatti anche per essere rotti… se consideriamo il suo ingaggio da quasi 15 milioni e l’attuale rendimento, una soluzione per lasciarsi la possono trovare. Lui ha sempre la Red Bull che lo supporta e allo stesso tempo la KTM - unica vera alternativa a Ducati - sa che ha bisogno di uno come Marc per vincere. E vuole farlo adesso. Tra qualche anno potrebbe essere tardi. Insomma potrebbe essere la soluzione più logica, anche per evitare che la MotoGP diventi un Mondiale mono-marca con dominio di Borgo Panigale».

Tu cosa gli consiglieresti?
«Lo sa anche lui… Quello di cambiare non è tanto un consiglio, quanto l’unica opzione per pensare di poter tornare a vincere».

Dicevamo di un mondiale mono-marca, o quasi. Ducati detta legge. È esagerato dire che Bagnaia, per perderlo, deve fare un colossale e improbabile harakiri?
«Credo che in fin dei conti sia così. Non penso che una moto satellite possa davvero vincere un mondiale. Vedi che si alternano. Va Bezzecchi, poi cala. Poi va Marini, poi va Martin, poi Zarco. È normale. Difettano a livello di costanza. Per la squadra ufficiale il team satellite di fatto è uno sponsor. Anche i piloti lo sanno. Pensiamo a Bezzecchi: va molto forte ma vuole una moto ufficiale. Se no puoi essere solo un gran secondo».

Per chiudere ancora due battute su Marquez. Le cadute totali sono già 12 e in alcuni frangenti si sono innescate delle dinamiche pericolose.
«È talmente focalizzato sulla performance che poi perde la "ragione". Quello che abbiamo visto in Portogallo con Oliveira è indifendibile. Per quanto lo possa stimare come pilota. Con Zarco in Germania è stata anche sfortuna. Pure Johann sa che non deve fermarsi all’esterno di una curva. Però Marquez almeno un’occhiata dopo il botto poteva dargliela… invece se n’è fregato completamente. È stata una scena inverosimile. Ed è andata di lusso che nessuno si sia fatto male seriamente».

Così facendo non migliora il feeling con i colleghi - che più volte l’hanno già criticato - e non entra (o rientra) nemmeno nelle grazie di tanti appassionati. 
«Di certo non si sta facendo voler bene. È un peccato perché non è una cattiva persona. È un bravo ragazzo, ma poi alla gente arrivano messaggi differenti».

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COMMENTI
 

Perilgiusto 10 mesi fa su tio
Il karma risolve tutto,ha fatto di tutto per non far vincere il 10 titolo al grande Valentino Rossi.Ora gli ritorna indietro quello che ha fatto e che si merita

sbomba 10 mesi fa su tio
qui si vede il vero pilota.... attendiamo

Lemmy 10 mesi fa su tio
I ❤️ karma

Righe76 10 mesi fa su tio
Karma
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