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SUPER LEAGUE«Lugano? Favorito no, ma...»

05.04.24 - 07:00
Angelo Renzetti sul momento magico che sta attraversando la squadra: «Tutti gli indicatori danno bel tempo a Lugano...»
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«Lugano? Favorito no, ma...»
Angelo Renzetti sul momento magico che sta attraversando la squadra: «Tutti gli indicatori danno bel tempo a Lugano...»
«Manna? Premio meritato».
CALCIO: Risultati e classifiche

LUGANO - Dalle parti di Cornaredo la parola titolo non circolava da oltre vent'anni. Oggi, invece, è un termine che qualche tifoso - almeno i meno superstiziosi - provano a pronunciare. O, perlomeno, a sussurrare. D'altronde è la classifica che "parla": gli uomini del Crus - che domani saranno impegnati sul campo del Winterthur - albergano nella parte più nobile della classifica e il primo posto è lì così vicino. Perché, quindi, non provarci?

«Bisogna crederci più che sognare - è intervenuto l'ex presidente Angelo Renzetti - Tutti gli indicatori danno bel tempo a Lugano. Gli infortunati stanno rientrando, tutti hanno avuto il loro spazio durante l'anno e questo ha aiutato ad alzare l'autostima di ciascun elemento della rosa. È una squadra che gira a mille e i risultati le stanno dando ragione».

Servette e Young Boys non stanno viaggiando al ritmo forsennato dei bianconeri...
«È vero, mi sembrano in difficoltà. Specialmente lo Young Boys, che nel mercato invernale ha smantellato la squadra, sta arrancando. Spero si stiano rendendo conto che certe scelte non andavano fatte. Lunedì con l'Yverdon ha fatto un tiro in porta... Insomma, quando vedi certe cose, non puoi non crederci. Ad oggi non vedo squadre in salute come il Lugano».

È la favorita?
«Favorita non direi, perché comunque - malgrado quanto detto - è ancora in ritardo di qualche punto. Ma crederci è il minimo che si debba fare».

Mattia Croci-Torti è il vero fuoriclasse di questo Lugano?
«Per l'ambiente è stato un toccasana, conosce tutti, dà la carica giusta ai giocatori, si interfaccia con l'ambiente a 360 gradi e soprattutto è sé stesso. È un bel personaggio. Se la società attorno a lui è poco presente? Non sono d'accordo. I personaggi come lui devono essere lasciati liberi. Quando ricevi troppo supporto, può anche essere segno di debolezza... Per cui ritengo che vada bene così... Anche perché il Crus è sempre andato avanti da solo, non ha bisogno che ci sia qualcuno che gli dica cosa e come fare».

Ma questa squadra non meriterebbe più pubblico?
«È strutturale la cosa. Se sei a Lucerna o Zurigo i tifosi arrivano dappertutto, noi abbiamo la barriera del Gottardo. Non da ultimo, ci sono migliaia di ticinesi che nel weekend vanno in Italia a vedere le partite. Non puoi cambiare certe dinamiche. Inoltre, al giorno d'oggi non è più come una volta, le partite puoi gustartele ovunque e questo frena alcuni tifosi a recarsi allo stadio».

Si parlava d'Italia: l'eventuale promozione del Como, oggi secondo in Serie B, andrebbe ad ostacolare ancora di più l'affluenza a Cornaredo?
«Non credo. Se prendiamo in considerazione il tifoso medio del Lugano, è una vita che non vede una squadra così attrezzata in grado di lottare per la vittoria del campionato. Proprio per questo, secondo me l'ultimo pensiero che avrebbe è quello di andare a vedere il Como, almeno quando in contemporanea gioca il Lugano».

Due parole su Manna, che - a meno di cataclismi - sarà presto il nuovo direttore sportivo del Napoli...
«Ci sentiamo spesso. È un po' come Croci-Torti, ha fatto la sua gavetta a Lugano, è andato alla Juve dove ha lavorato prima con i giovani e poi con la prima squadra. Oggi è giusto che riceva questo premio perché se lo merita. Penso che un presidente come Aurelio De Laurentiis sia l'ideale per lui. Potrebbe nascere una bella collaborazione».

Non le manca l'adrenalina calcistica, soprattutto pensando al momento attuale che sta attraversando la squadra?
«Il fatto di non doverci mettere tempo, energie e soldi è più forte rispetto al fatto che mi manchi. Oggi sto bene così».

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