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«Ecco il vero prezzo di un piatto di carne»

LUGANO«Ecco il vero prezzo di un piatto di carne»

08.04.24 - 06:30
Sabato 13 aprile Giulia Innocenzi sarà a Lugano per presentare "Food for Profit", il documentario di denuncia sull'allevamento intensivo
FOOD FOR PROFIT
«Ecco il vero prezzo di un piatto di carne»
Sabato 13 aprile Giulia Innocenzi sarà a Lugano per presentare "Food for Profit", il documentario di denuncia sull'allevamento intensivo

LUGANO - Sabato 13 aprile il Cinestar di Lugano ospiterà una proiezione speciale di "Food for Profit", un vero e proprio film-evento che ha già avuto modo di essere mostrato nei cinema ticinesi e che mette in luce il legame tra industria della carne, lobby e potere politico in Europa.

Un affare da miliardi di euro, che vanno a sovvenzionare gli allevamenti intensivi - in apparente contraddizione con il Green New Deal europeo - e generano inquinamento, maltrattamenti e possibili focolai di future pandemie. Un lavoro d'inchiesta durato cinque anni, quello portato avanti in "Food for Profit", condotto con il sostegno di un team di investigatori che hanno operato sotto copertura.

Il film ha uno scopo chiaro: questo sistema corrotto va fermato, per la salvezza del pianeta e nostra. A riprova del grande interesse che il film sta suscitando c'è il fatto che da giorni la proiezione delle 18 (apertura porte alle 17.30) è andata sold-out. Quel giorno a Lugano sarà presente Giulia Innocenzi, che ha firmato la regia insieme a Pablo D'Ambrosi. L'abbiamo intervistata.

Un film uscito nel 2005, "Earthlings" di Shaun Monson, mostrava (con la voce narrante di Joaquin Phoenix) gli orrori degli allevamenti intensivi. Il film era estremamente crudo e brutale e moltissimi spettatori lasciavano la sala dopo una decina di minuti. Sta succedendo anche con "Food for Profit"?
«Assolutamente no. Abbiamo fatto una scelta, che è quella di evitare immagini troppo violente. Nei servizi che faccio a Report ci sono immagini molto più dure, per intenderci...».

Cosa avete voluto mostrare?
«Il nostro obiettivo non è scioccare lo spettatore: puntiamo al pubblico più largo possibile e soprattutto a un pubblico che non sia già vegetariano o vegano - anche se ovviamente ce ne sono tantissimi in sala, anzi dicono che ricevono tanti nuovi spunti dal film... Il nostro obiettivo è quello di mostrare un sistema, e per mostrartelo di certo non ti devo far scappare dalla sala...».

Quanto è stato difficile, per te e Pablo D'Ambrosi, realizzare questo film?
«È stato incredibile. Ci abbiamo messo cinque anni, nessuno voleva questo film. Abbiamo ricevuto tantissime porte in faccia, a partire dalle case di produzione. Purtroppo tra le criticità che ci venivano sollevate c'erano le questioni legali. Infatti da quando è uscito nelle sale abbiamo ricevuto due diffide da aziende produttrici di carne e una minaccia di querela da un eurodeputato. Persino un privato cittadino, un blogger che ha ospitato una proiezione, si è beccato pure lui la diffida. Questo è un vero e proprio atto di intimidazione: un'azienda da miliardi di fatturato l'anno non si può mettere a diffidare addirittura un cittadino che manifesta la sua libertà di pensiero».

Avete subito intimidazioni durante la lavorazione?
«Purtroppo, nel corso dell'operazione più delicata, abbiamo dovuto prendere due guardie del corpo. Intervenivamo di notte in un'azienda sperduta nelle campagne laziali. Prima ci hanno minacciati, poi ci hanno seguito in macchina per quarantacinque minuti».

Il simbolo della politica europea che denunciate è il progetto di un maiale a sei zampe, che oggi non esiste ma che appare "futuribile"...
«L'abbiamo inventato proprio per esagerare, ma in realtà potrebbe succedere: tutti gli eurodeputati ai quali abbiamo sottoposto queste immagini ci hanno creduto. L'editing genetico è una realtà e il Parlamento europeo ha votato a favore. Oggi per le piante, ma vengono già fatte delle modifiche sugli animali. Basti pensare che in Israele si sono inventati il pollo senza piume, per evitare lo spiumaggio in macello. Oppure i bovini senza corna, per rendere meno problematiche le attività in allevamento. Tutti gli animali che vediamo nell'industria intensiva sono "migliorati" geneticamente per aumentarne la produttività. Ed è da lì che abbiamo tratto lo spunto per questi progetti orridi e mostruosi».

La carne coltivata, così osteggiata dal ministero della Sovranità alimentare italiano, non potrebbe essere una soluzione?
«È una guerra ideologica a fini elettorali. Il governo di Giorgia Meloni ha deciso che quello degli allevatori e agricoltori è un suo bacino di riferimento, tant'è che Meloni, appena è stata nominata presidente del Consiglio, è stata alla Coldiretti. Quella contro la carne a base cellulare è una decisione senza alcun fondamento scientifico. Fortunatamente finora l'Italia è l'unico paese al mondo ad averla vietata».

Tu l'hai provata a Singapore: cosa ne pensi?
«Non ha effettivamente niente di diverso dalla carne normale. Vietandola si dice no a una potenziale alternativa all'allevamento intensivo. Sarebbe una risoluzione perlomeno parziale del problema, dato che ci saranno sempre persone che vorranno consumare carne».

Perché dovremmo vedere questo film?
«Per il fatto che riguarda tutti noi, soprattutto chi mangia carne. Perché noi mostriamo il costo reale del piatto. Chi consuma prodotti di origine animale può vedere cosa c'è dietro a carne, latte e formaggio. Soprattutto si può rendere conto quali sono anche le connivenze politiche per cui questo sistema poi si trova pieno di sussidi pubblici. Quindi è nell'interesse di tutti sapere qual è il vero prezzo del piatto che mettiamo in tavola».

Perché questa proiezione speciale

Dopo l'uscita e il successo di "Food for Profit" nelle sale italiane, un gruppo di giovani e di associazioni animaliste del nostro territorio (a partire dall'Associazione Mirage - animali in difficoltà), uniti dallo stile di vita vegano e dalla lotta per il benessere animale e per la loro salvaguardia , hanno deciso di contattare la produzione e organizzare la proiezione «di questo interessantissimo documentario, sperando che possa far capire a sempre più persone cosa si nasconde dietro agli allevamenti intensivi».

Per informazioni la pagina dell'evento (ora tutto esaurito) su Biglietteria.ch.

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