Cerca e trova immobili

LOCARNOA Locarno arriva Izzo: «In fondo è tutto un gioco»

25.10.23 - 06:30
L'artista napoletano sarà ospite al Teatro Kursaal il 28 ottobre per presentare il suo nuovo spettacolo “Che fine ha fatto l'uomo”
Imago
A Locarno arriva Izzo: «In fondo è tutto un gioco»
L'artista napoletano sarà ospite al Teatro Kursaal il 28 ottobre per presentare il suo nuovo spettacolo “Che fine ha fatto l'uomo”

LOCARNO - Lo conosciamo per la sua carriera pluridecennale nel mondo del cinema, della televisione e del teatro. L'attore napoletano Biagio Izzo fa tappa a Locarno con "Che fine ha fatto l'uomo". In intervista a tio/20minuti apre uno squarcio sul contenuto dello spettacolo e la sua carriera da attore. 

Il 28 ottobre sarai ospite al Teatro Kursaal di Locarno... Cosa può aspettarsi il pubblico?
Innumerevoli sprazzi di vita quotidiana in cui la gente si rivede, si riconosce e ride delle proprie disgrazie. È il modo in cui faccio teatro: con semplicità e senza pretese.

Parliamo delle tue origini partenopee… Sei solito inscenare il carattere napoletano dei personaggi che interpreti, ma in fondo hai un vantaggio, perché napoletano lo sei veramente. La mia domanda: riesci a separare persona e personaggio? 
«Nella vita di tutti i giorni li tengo separati. Sul palcoscenico, invece, li confondo: parto dalla verità per poi esasperarla e tramutarla in finzione. In questo processo mi metto nei panni del pubblico. Faccio una domanda e mi dò una risposta, come se fosse il pubblico a rispondere. È questo il passaggio dalla realtà alla finzione. Ma in fondo è tutto un gioco. Un modo per staccare la spina e lasciarsi andare a quelle quattro ca***te che racconto». 

Quarant’anni di carriera… Tra televisione, cinema e teatro hai sperimentato e ti sei cimentato in pressoché tutte le discipline artistiche della comicità. Ma a quale ambito appartiene il cuore? 
«Ho una compagnia teatrale da quasi vent'anni. È il mio ambiente naturale. Il teatro è quello che mi emoziona. E mi emoziona alla grande. Mi piace molto perché, come dicevo prima, la finzione si mescola alla realtà. Nel teatro una storia finta diventa vera, credibile e riesce a emozionare il pubblico. Questa è la magia del teatro». 

In un'intervista precedente avevi parlato del carattere popolare della tua comicità. Testualmente avevi detto: «Mi piace molto raccontare cose vere, che possono succedere a chiunque, perché mi piace quando la gente si riconosce e ride». È ancora così?
«Si assolutamente. È il mio modo di fare. Non riuscirei a snaturare questo mio approccio alla comicità. Non saprei come fare. Insomma, faccio quello che so fare e cerco di farlo in maniera giusta e piacevole. Questo è quanto. Non sarò mai un demenziale, non sarò mai un paradossale. Non è il mio carattere, non è il mio modo di essere. Forse è questo il motivo per cui il mio pubblico spazia dal bambino al nonno. Quello che racconto e il modo in cui lo racconto è alla portata di tutti». 

Sappiamo che sei stato a New York di recente… Hai tratto ispirazione dagli ambienti della Grande Mela? 
«Non c'è bisogno di andare a New York per trarre ispirazione. La si trova uscendo di casa, andando dal panettiere, in edicola. E poi Napoli... La mia Napoli è un teatro a cielo aperto, dove succedono cose che, come si dice abitualmente, voi umani non potete neanche immaginare».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE