Cambio di prospettiva deciso dal Museo Americano di Storia Naturale di New York
NEW YORK - Il Museo Americano di Storia Naturale di New York, uno dei più illustri al mondo, ha ritirato dalle vetrine la sua intera collezione di ossa umane - circa 12mila reperti - molte delle quali appartenenti a nativi americani e schiavi.
«Nulla di quanto esposto è così essenziale agli scopi e alla narrativa dell'esposizione da controbilanciare i dilemmi etici presentati dal fatto che resti umani sono presentati accanto e sullo stesso piano di oggetti», ha scritto allo staff Sean Decatur che in aprile è diventato presidente del museo. Oltre a rimuovere le ossa dalle vetrine, verranno migliorate le condizioni dei magazzini dove i resti umani sono conservati. Si approfondiranno inoltre gli studi per capirne l'origine e l'identità e, dove possibile, procedere a restituirli alle rispettive comunità o discendenti.
«Al primo posto la dignità umana»
L'iniziativa del museo, celebre per i suoi dinosauri e per un planetario "state of the art", coincide con un esame di coscienza da parte di istituzioni culturali sul possesso di resti umani, spesso acquisiti per perseguire teorie scientifiche screditate e razziste come l'eugenetica. Lo Smithsonian, che ha una delle più vaste collezioni del genere al mondo, recentemente ha fatto mea culpa, mentre a Filadelfia il Penn Museum ha ritirato dalle gallerie tutti i resti umani con l'eccezione delle mummie: «L'idea è di mettere al primo posto la dignità umana e i desideri delle comunità e dei discendenti», ha detto il direttore Christopher Woods. Nella lettera allo staff, Decatur, che è afro-americano, ha spiegato che «nell'Ottocento e nel Novecento molti studiosi usavano queste collezioni per dimostrare teorie basate sulla supremazia della razza bianca».
Il museo di New York possiede tre tipi di resti. Oltre duemila appartengono a nativi e avrebbero dovuto essere restituiti ai discendenti sulla base di una legge federale adottata oltre 30 anni fa ma per attuare la quale, per mancanza di fondi e di personale, la ricerca marca il passo.
Il secondo gruppo è costituito dagli scheletri di cinque afro-americani adulti trovati nel 1903 in un cimitero per schiavi di Manhattan. Il terzo gruppo è la cosiddetta «collezione medica»: ne fanno parte i resti di circa 400 newyorchesi poveri morti negli anni '40 senza che nessuno ne reclamasse i cadaveri e i cui corpi furono donati dal municipio alle facoltà di medicina cittadine per ricerche anatomiche, finite le quali gli scheletri passarono nelle collezioni del museo.
I nomi di questi individui è inventariato e i ricercatori studieranno se esistono discendenti ancora in vita da contattare per una eventuale restituzione.