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SVIZZERAConti dei cantoni: nel 2023 risultati in calo

18.04.24 - 15:02
Tredici cantoni hanno registrato un deficit, 18 hanno ottenuto risultati migliori del previsto.
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Fonte ats
Conti dei cantoni: nel 2023 risultati in calo
Tredici cantoni hanno registrato un deficit, 18 hanno ottenuto risultati migliori del previsto.

BERNA - I consuntivi 2023 dei cantoni si chiudono con un'eccedenza complessiva di oltre 2,2 miliardi di franchi. Ginevra ne intasca più della metà grazie a un risultato eccezionale. Ma molti cantoni sono appena in pareggio o in rosso, come il Ticino.

Ad oggi, 25 cantoni hanno presentato i conti d'esercizio per lo scorso anno. Tredici hanno registrato un deficit, 18 hanno ottenuto risultati migliori del previsto. Ginevra è stata l'eccezione dell'anno: invece di un preventivo in rosso per 476 milioni di franchi, ha registrato un'eccedenza di quasi 1,4 miliardi. Il secondo risultato più alto è stato raggiunto da Zugo, con 461 milioni di franchi.

Vaud, che aveva previsto una perdita di 230 milioni di franchi, ha chiuso l'anno in rosso di 39 milioni di franchi, il suo primo deficit dal 2004. Il Ticino invece ha registrato un disavanzo di 121,8 milioni di franchi, con uno scostamento di 42,3 milioni di franchi rispetto al preventivo, che indicava cifre rosse per 79,5 milioni. I Grigioni hanno chiuso il 2023 con un'eccedenza di 162,4 milioni di franchi, quando era attesa intorno ai 100 milioni.

In generale i responsabili delle finanze cantonali sono stati piuttosto cauti quasi ovunque, ma si sono registrate notevoli differenze tra preventivi e consuntivi. Zurigo, che aveva previsto un buco di 353 milioni, ha ridotto la perdita a 2 milioni. Basilea Città, che aveva preventivato un utile di 13 milioni, ha chiuso l'anno con un'eccedenza di 434 milioni.

Introiti fiscali in calo - Complessivamente i 25 cantoni hanno registrato cifre nere per quasi 2,3 miliardi. Un anno prima, l'eccedenza era stata di 3,5 miliardi. «I cantoni non registrano quasi più utili consistenti», ha dichiarato a Keystone-ATS Nils Soguel, professore di finanza pubblica all'Istituto di alti studi in amministrazione pubblica (IDHEAP) dell'università di Losanna.

«Questa situazione è in parte legata alle entrate fiscali che hanno perso il loro dinamismo a causa del rallentamento della crescita economica. Ma soprattutto è legata a un aumento delle spese che i cantoni fanno sempre più fatica a controllare», aggiunge.

Il consigliere di Stato zurighese Ernst Stocker (UDC), presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDF), condivide questa osservazione. Oggi le esigenze aumentano e i costi della sanità, un settore che è essenzialmente di competenza dei cantoni, sono destinati a crescere a causa dell'invecchiamento della popolazione.

Ginevra, caso a parte - Soguel osserva che Ginevra è caratterizzato da una volatilità delle entrate molto maggiore rispetto ad altri cantoni. «Il tessuto economico ginevrino è molto più esposto alle fluttuazioni internazionali, sia in meglio - come nel 2023 - che in peggio», sottolinea. Negli altri cantoni, la crescita è trainata maggiormente dai consumi e dagli investimenti interni. «Ma questo slancio si è esaurito nel 2023», aggiunge il direttore dell'IDHEAP.

Il 2024 si preannuncia un anno difficile. La maggior parte dei cantoni prevede un disavanzo, nonostante una ripresa economica dinamica. Molti hanno già annunciato misure di riduzione dei costi.

Niente versamenti dalla BNS - La mancata distribuzione degli utili per l'esercizio 2022 della BNS si riflette sui conti 2023 di alcuni cantoni, come il Ticino che si ritrova con 137 milioni di franchi in meno.

La distribuzione alla Confederazione e ai cantoni dipende dagli utili della BNS e ammonta a un massimo di 6 miliardi di franchi all'anno. Nel 2021 e nel 2022 i cantoni si sono spartiti 4 miliardi di franchi (2/3 dell'utile), nel 2023 invece nulla. Una situazione che probabilmente si ripeterà quest'anno.

«Per molto tempo i buoni risultati della BNS sono stati considerati strutturali. I cantoni pensavano di poter contare sulla BNS per finanziare sistematicamente parte del loro bilancio. Ora ci rendiamo conto che non è così», osserva Soguel. Di fronte a questa incertezza, alcuni cantoni hanno deciso di non includere il contributo della BNS nel preventivo.

L'Osservatorio della BNS, composto di tre rinomati economisti, ha criticato in gennaio le forti oscillazioni del contributo. Anche Soguel ritiene che l'incertezza sulla distribuzione degli utili della BNS rappresenti una sfida per i responsabili cantonali delle finanze. Esiste una soluzione contabile per questo problema, sotto forma di riserva di compensazione, «ma pochi cantoni la utilizzano per attenuare l'impatto dell'instabilità degli utili della BNS sulle loro finanze», afferma.

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