Il titolo ha toccato quota 3,47 franchi, culmine di una discesa inesorabile intensificata nell'ultimo mese
ZURIGO - Credit Suisse (CS) ai minimi di sempre in borsa: intorno alle 11:10 sul mercato di Zurigo il titolo della seconda banca elvetica è stato scambiato a 3,47 franchi, in un contesto di forti volumi di ordini di vendita.
Il titolo, che era tornato lunedì sotto la soglia di 4 franchi, è in flessione di circa il 2% rispetto a ieri. Il precedente minimo storico risale allo scorso 3 ottobre, quando erano stati toccati (in giornata) i 3,52 franchi, mentre il massimo del 2022 risale al 25 febbraio, quando per un'azione CS si dovevano sborsare 13,50 franchi. La performance attuale dall'inizio dell'anno è da dimenticare: -60%.
Allargando lo sguardo in prospettiva storica, va detto che l'azione aveva raggiunto un massimo di 96,50 franchi nell'agosto del 2000. Era poi seguita una sensibile contrazione sino a 19,10 franchi nel 2003, poi un nuovo balzo a 96,00 franchi nel 2007, immediatamente prima della crisi finanziaria. Da allora il titolo ha disceso la china in maniera inesorabile con una tendenza pressoché costante al calo. Nel 2015 il corso massimo ha sfiorato 29 franchi; poi 18 franchi nel 2018, 14 franchi nel 2020, 13 nel 2021.
Il resto è storia recente: mercoledì l'assemblea straordinaria degli azionisti ha approvato un aumento di capitale di 4 miliardi di franchi, dando anche via libera all'entrata di Saudi National Bank (SNB), l'istituto saudita che diventa il nuovo principale azionista della grande banca, il cui cuore si fa quindi ulteriormente un po' meno elvetico.
Lo stesso giorno l'istituto ha annunciato una possibile perdita di 1,5 miliardi di franchi nel quarto trimestre, un periodo in cui CS continua a perdere clienti. È notizia (non confermata) di ieri che UBS ha dovuto rafforzare gli effettivi in Asia per far fronte all'afflusso di facoltose persone in fuga da Credit Suisse.