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ISRAELE / HAMASNetanyahu e i ministri alla frontiera nord. «Ci teniamo pronti»

23.01.24 - 13:40
Presa visione degli ultimi attacchi da parte di Hezbollah, i vertici israeliani si preparano a una eventuale escalation
AFP
Netanyahu e i ministri alla frontiera nord. «Ci teniamo pronti»
Presa visione degli ultimi attacchi da parte di Hezbollah, i vertici israeliani si preparano a una eventuale escalation

GAZA - La situazione creatasi nel nord di Israele in seguito ai continui attacchi degli Hezbollah è stata esaminata oggi dal premier Benjamin Netanyahu, dal ministro della difesa Yoav Gallant e dal ministro Benny Gantz in un incontro a Ramat Corazim (a nord del lago di Tiberiade) con i rappresentanti delle località israeliane di frontiera con il Libano. In quelle ore in Alta Galilea sono risuonate sirene di allarme e la base aerea sul Monte Meron (a nord di Safed) è stata attaccata con razzi degli Hezbollah. «Noi teniamo gli occhi aperti per quanto avviene nel Nord», ha detto Gallant.

«Gli Hezbollah continuano con le loro provocazioni. Noi ci teniamo pronti. Non vogliamo una guerra, mi siamo pronti ad affrontare ogni situazione che potrebbe svilupparsi nel Nord».

Netanyahu ha ribadito che malgrado le pesanti perdite umane di ieri, Israele resta determinato a combattere fino alla vittoria. «Siamo impegnati nella più giusta delle guerre. Abbiamo anche ottenuto grandi successi, anche oggi, con l'accerchiamento di Khan Yunis», a sud di Gaza. «Ma purtroppo abbiamo anche pagato un prezzo molto pesante».

Intanto, Aviva Siegel - una donna ex ostaggio a Gaza, poi rilasciata - e sua figlia Shir hanno raccontato davanti a una Commissione della Knesset che «donne e uomini sono violentati dai terroristi nei tunnel sotto la Striscia». «I terroristi - ha detto, citata dai media - portano vestiti da bambole per le ragazze. Hanno trasformato le ragazze nelle loro bambole, con cui possono fare quello che vogliono».

Anche la ex ostaggio Chen Goldstein Almog ha detto che «ci sono ragazze lì senza mestruazioni da molto tempo e forse è per questo che dovremmo pregare, che sia il corpo a proteggerle in modo che, Dio non voglia, non rimangano incinte».

Dal canto suo, il leader iraniano Ali Khamenei ha affermato che «gli Stati islamici dovrebbero tagliare i legami politici ed economici con il regime sionista e non aiutare il regime, per poterne tagliare le arterie vitali».

«A volte le dichiarazioni e le prese di posizione dei Paesi islamici sono sbagliate. Chiedono il cessate il fuoco a Gaza, che è fuori dal loro controllo ed è nelle mani del malvagio nemico sionista. Il popolo di Gaza otterrà certamente la vittoria nel prossimo futuro», ha aggiunto, citato dalla TV di Stato.

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