Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dopo due giorni di discussioni è giunto a un accordo. E ha il sostegno della Confederazione
NEW YORK - Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu approva la risoluzione a favore degli Emirati Arabi Uniti che prevede maggiori aiuti a Gaza. La risoluzione è stata approvata con 13 voti a favore, zero voti contrari e due astensioni: Stati Uniti e Russia.
La risoluzione chiede maggiori aiuti per Gaza, ma non una tregua immediata. Il testo non include neanche l'originaria frase «urgente sospensione delle ostilità».
«Sappiamo che molto altro deve essere fatto» per affrontare «questa crisi umanitaria. Ma siamo chiari: Hamas non è interessata a una pace duratura. Dobbiamo lavorare a un futuro in cui israeliani e palestinesi vivono fianco a fianco». Lo afferma l'ambasciatrice americana all'Onu Linda Thoms-Greenfield, dicendosi sorpresa e delusa dal fatto che il Consiglio di sicurezza non sia stato in grado di condannare l'attacco di Hamas del 7 ottobre. «Questa risoluzione parla della gravità della crisi», aggiunge sottolineando che «non c'è più tempo da perdere. Dobbiamo lavorare insieme per alleviare questa immensa sofferenza».
Il sostengo svizzero
La Svizzera ha sostenuto la risoluzione. Secondo Berna questa contribuirà ad alleviare la «catastrofica situazione umanitaria» nella Striscia di Gaza e ha ripreso diversi aspetti della posizione svizzera sul conflitto.
Tra questi, ad esempio, il rispetto del diritto internazionale umanitario di tutte le parti in conflitto, la liberazione di tutti gli ostaggi, la garanzia di un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli alla Striscia di Gaza e la necessità di una soluzione a due Stati, ha comunicato questa sera il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
La risoluzione risponde agli urgenti bisogni umanitari della popolazione civile e deplora tutti gli attacchi contro i civili, compresi gli atti terroristici, "che includono quelli di Hamas dal 7 ottobre", ha aggiunto il DFAE.
Nella sua dichiarazione dopo il voto, la Svizzera ha sottolineato che la risoluzione deve essere complementare al diritto internazionale umanitario, secondo il quale tutte le parti in conflitto e gli altri Stati sono obbligati ad autorizzare e facilitare le misure di aiuto alla popolazione bisognosa.
La risoluzione non pregiudica il diritto di Israele di garantire la propria difesa e sicurezza, scrive il DFAE, ma dovrebbe, al contrario, facilitare l'accesso umanitario e permettere la liberazione immediata e incondizionata di tutti gli ostaggi.