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IL CASOIl Titan come «una trappola per topi pensata per i miliardari»

20.07.23 - 16:31
Dei problemi di malfunzionamento erano già emersi nel 2019, ma il Ceo di Oceangate aveva preso le distanze dalle critiche
Reuters
Il Titan come «una trappola per topi pensata per i miliardari»
Dei problemi di malfunzionamento erano già emersi nel 2019, ma il Ceo di Oceangate aveva preso le distanze dalle critiche

BOSTON - Una «trappola per topi pensata per i miliardari». È così che un ex passeggero del Titan e amico del defunto Ceo di OceanGate Stockton Rush ha definito in un'intervista l'immersione alla scoperta del Titanic finita in dramma lo scorso 19 giugno.

A parlare è Karl Stanley che, nel 2019, si era immerso insieme all'amico al largo delle Bahamas. Già allora aveva notato alcuni problemi strutturali e aveva condiviso con il Ceo le sue preoccupazioni.

Durante l'immersione, scrive in una mail mandata a Rush e ottenuta dalla Cnn, i due avevano sentito dei suoni che potevano indicare «una fuoriuscita di gas» e che non essendosi «fermati nemmeno a 300 piedi di profondità» aveva il sospetto che lo scafo «si stava degradando». E parlando a 60 minutes Australia aggiunge che, a suo parere, il tubo in fibra di carbone e il mezzo in titanio in sé fossero pericolosi.

Da una prima analisi dei detriti recuperati dalla guardia costiera statunitense e portati in Canada emerge tra le ipotesi che all'origine dell'implosione potrebbe esserci stato proprio un malfunzionamento del tubo, messo eccessivamente sotto pressione alla profondità in cui si trovava il sommergibile. «Sapeva che sarebbe andata a finire così», racconta Stanley. Aggiungendo che «è riuscito a uccidere due miliardari facendosi anche pagare da loro».

Dopo lo scambio di email, Rush aveva interrotto i rapporti con Stanley che oggi dirige la sua propria azienda di immersioni in Honduras.

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COMMENTI
 

centauro 9 mesi fa su tio
Fibra di carbone....lo hanno costruito in una miniera?
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