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Una vita senza le auto

Un futuro più verde passa per una mobilità più sostenibile (e senza macchine). Ci sono città che però lo fanno già da tempo.
Un futuro più verde passa per una mobilità più sostenibile (e senza macchine). Ci sono città che però lo fanno già da tempo.

Nel futuro viaggeremo su auto volanti. Questo si diceva, molti decenni or sono, quando si immaginava la vita moderna e tecnologizzata del nuovo Millennio. A oggi, però, le auto non solo non hanno iniziato a volare ma, cosa ancora meno prevedibile fino a poco tempo fa, faranno sempre meno parte della nostra vita. L'inquinamento atmosferico, causato dall'anidride carbonica e dai vari gas immessi nell'atmosfera dalle attività umane, ha reso necessario l'adozione di misure drastiche per far fronte a questo drammatico problema.

IMAGO/VIENNASLIDEIl quartiere senz'auto di Vauban a Freiburg.

Guerra aperta alle emissioni

Per raggiungere l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, ossia un equilibrio complessivo tra emissioni di gas serra nell'atmosfera e il loro assorbimento in un determinato periodo di tempo, l'Unione europea ha deciso che, dal 2035, si potrà circolare solo su autovetture che non emettano Co2 nell'ambiente, e quindi solo quelle elettriche o a idrogeno. Ciò equivale al divieto di vendita dei veicoli a benzina o a diesel che, se già in uso, potranno però continuare a circolare fino a che saranno funzionanti. A partire dal 2035, quindi, le nuove auto saranno a zero emissioni di modo che si arrivi all'obiettivo di avere tutte le autovetture Co2 neutrali entro il 2050. Immaginare delle città con solo delle auto elettriche in circolazione, o addirittura senza alcuna automobile, è molto difficile vista la visione auto-centrica per decenni ha dominato la nostra società. Si calcola che l'Unione europea abbia una media di 569 autovetture ogni mille abitanti. Nel 2020, in Italia, circolavano 67 auto ogni 100 abitanti, in Francia 57 e in Germania 54. Negli Stati Uniti, appena l'8,7 per cento delle famiglie statunitensi non possiede un'automobile, e in buona parte del Paese tutte le persone possiedono almeno un autoveicolo.

Secondo i dati diffusi dal Parlamento europeo, «il settore dei trasporti è responsabile del 30% delle emissioni totali di Co2 in Europa, di cui il 72% viene dal trasporto stradale. Le auto generano il 60,7% del totale di emissioni di Co2». Di fronte a questa emergenza, quindi, non sembra esserci altra soluzione che limitare il più possibile la circolazione dei mezzi di trasporto. La domanda, a questo punto, è se ciò sia effettivamente possibile e quali effetti, una simile decisione, possa portare nella vita quotidiana delle persone.

DepositUna veduta da lontano del comune di Wengen (BE).

Là dove (già) si vive senza le auto

Anche se poco conosciuti, vi sono già degli esempi di centri abitati in cui le auto non possono circolare. A Vauban, un quartiere della periferia di Friburgo, in Germania, ad esempio, è vietato l'uso dalle automobili dal 2006, e la popolazione può muoversi solamente tramite i mezzi pubblici, utilizzando le biciclette o muovendosi a piedi per raggiungere la scuola o il posto di lavoro. Chamois, un piccolo comune della Valtournenche, in Valle d'Aosta, in Italia, è l'unico comune in Italia raggiungibile unicamente in funivia o per strette mulattiere. Le automobili sono completamente bandite tanto da essere diventato il primo comune 'car free' d'Italia. Sempre in Italia, Venezia rappresenta un altro esempio di città in cui le auto sono assenti per via della conformazione particolare del suo territorio e per la sua peculiare posizione geografica. Sull'isola di Lamu, in Kenia, le automobili sono vietate e gli spostamenti si effettuano a piedi, in bicicletta o sul dorso di un asino.

Un discorso simile vale per Supai, un villaggio della Contea di Coconino, in Arizona, negli Stati Uniti. Viene considerato il luogo più remoto di tutti gli Stati Uniti, dato che si trova a ben 13 chilometri dalla strada più vicina. Il villaggio è raggiungibile attraverso una sentiero percorribile a piedi, su di un mulo o, eccezionalmente, in elicottero. L'uso delle automobili è bandito e la posta viene consegnata a dorso di un mulo. A Wengen, bellissima meta turistica ai piedi del Jungfrau, è fatto divieto di acceso alle auto e per raggiungerla ci si serve del treno.

Gli esempi finora fatti di realtà in cui è vietato l'uso delle auto sono sicuramente molto suggestivi ma poco convincenti sulla loro reale applicabilità su una scala più ampia. Se, infatti, è possibile vivere senza utilizzare alcun mezzo di trasporto meccanico in comunità di poche centinaia di abitanti, come quelle di Chamois o Supai, ben altra cosa è immaginare di poter fare a meno delle automobili in grandi città o metropoli. Qui, il limitare, o proibire, l'utilizzo di determinati mezzi di trasporto significa rivedere non solo tutto l'assetto urbano ma dover fornire, agli abitanti di una città, una valida alternativa di trasporto per raggiungere i luoghi di proprio interesse.

IMAGO/POND5Ciclisti attraversano la nuova piazza Kansalaistori, a Helsinki.

Helsinki, Parigi, Berlino e Barcellona: l'ambizione del “car free”

Eppure, nonostante le indubbie difficoltà, sono sempre di più le grandi città europee impegnate nell'ambizioso progetto di eliminare del tutto il trasporto privato, nella convinzione che ciò possa, non solo limitare grandemente il fenomeno dell'inquinamento atmosferico, ma anche migliorare la qualità di vita dei propri abitanti. In questo senso, Helsinki punta a eliminare il traffico dovuto alle auto entro il 2025. Per raggiungere questo obiettivo, la capitale finlandese sta già predisponendo un sistema di trasporto pubblico integrato e gestibile con una app sul cellulare. In tal modo, i suoi abitanti potranno prenotare dei minibus che risulteranno collegati con tutto il resto del trasporto pubblico, che comprende anche servizi di bike sharing, trasporto ferroviario e marittimo tramite traghetti. Il progetto, denominato 'Kutsuplus' punta a convincere i finlandesi di quanto inutile e dispendioso sia il possesso di un automobile, fornendo la valida alternativa di un trasporto pubblico efficiente e organizzato.

Un'altra capitale virtuosa è sicuramente Parigi la cui sindaca Anne Hildago vuole liberare il centro storico dalle automobili entro il 2024, aumentando il bike sharing e la mobilità sostenibile. La misura, che riguarderà i primi quattro arrondissement e alcune zone comprese tra Saint-Germain e il fiume Senna, permetterà il transito delle macchine solo per i residenti, ai veicoli d'emergenza e per l'effettuazione di determinate consegne. Attualmente, nella zona interessata dal progetto, e denominata 'Paris Respire', sono state indette delle domeniche senza traffico, una volta al mese, per poter avvicinare gradatamente le persone a un'idea di mobilità alternativa e non inquinante. Anche Barcellona, da anni, si sta impegnando sullo stesso fronte adottando i cosiddetti 'superblocchi', ossia quartieri di nove isolati in cui il traffico è fortemente limitato.

IMAGO / Jürgen HeldUn'azione spontanea del movimento Berlin Autofrei (Berlino senz'auto).

All'interno di queste aree, con un limite di 10 chilometri orari, possono circolare soltanto le auto dei residenti, da parcheggiare nei garage o fuori dal superblocco, e poche altre di servizio pubblico, mentre viene incentivato l'uso delle biciclette. L'idea è quella che i cittadini possano godere di nuovi spazi verdi di socialità mettendo da parte lo stress che il traffico inevitabilmente comporta. Anche a Berlino è nato un movimento 'Berlin autofrei' che, come spiegato da Nina Noblè, una delle sue fondatrici, riguarda «il modo in cui tutti noi vogliamo vivere, respirare e stare insieme. Vogliamo che le persone possano nuovamente dormire con le finestre aperte e i bambini giocare per strada».

Ad Amsterdam l'uso intensivo delle biciclette è da sempre una valida alternativa all'utilizzo della macchina, e lo stesso può dirsi di Oslo, che si è dotata, da anni, di molti chilometri di piste ciclabili. La capitale norvegese fornisce, inoltre, un servizio di trasporti pubblici quasi impeccabile. L'inquinamento ambientale è un dato di fatto, ed è urgente adottare delle misure efficaci per rallentare questo preoccupante fenomeno mondiale. Il progettare delle città senza automobili richiede un approccio rivoluzionario, non solo all'assetto degli spazi urbani, ma all'idea che fino a ora tutti noi abbiamo avuto del concetto di mobilità.

L'esperienza di coloro che hanno già avuto modo di sperimentare questo nuovo stile di vita nella propria città è positiva e, a fronte di qualche disagio, testimonia il recupero di abitudini più salubri, come il muoversi maggiormente a piedi o in bicicletta con ritmi meno frenetici. Certamente, la richiesta di limitare, se non eliminare, l'uso delle autovetture private deve avere, come contraltare, la certezza per i cittadini di poter godere di una efficiente rete di trasporto pubblico e di piste ciclabili sicure da utilizzare implementando i servizi di bike sharing.


Appendice 1

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IMAGO/VIENNASLIDEIl quartiere senz'auto di Vauban a Freiburg.

IMAGO/POND5Ciclisti attraversano la nuova piazza Kansalaistori, a Helsinki.

DepositUna veduta da lontano del comune di Wengen (BE).

IMAGO / Jürgen HeldUn'azione spontanea del movimento Berlin Autofrei (Berlino senz'auto).