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Le rivelazioni sul sabotaggio del Nord Stream 2 arrivano in una fase di deciso raffreddamento dei rapporti tra Ucraina e Occidente
Le rivelazioni sul sabotaggio del Nord Stream 2 arrivano in una fase di deciso raffreddamento dei rapporti tra Ucraina e Occidente

Lo scoop del Washington Post sulle presunte responsabilità dirette delle forze militari ucraine nel danneggiamento del gasdotto Nord Stream 2 s'inserisce in un più ampio raffreddamento (non formale, ma fattuale) dei rapporti tra Kiev e i suoi alleati occidentali.

Raffreddamento occidentale

Secondo il politologo britannico Mark Galeotti, si sta assistendo a un deterioramento dei legami tra le intelligence di Stati Uniti e Regno Unito e quella ucraina. Il timore, si legge sul Sunday Times, è che i comportamenti spregiudicati di Kiev possano trascinare i suoi partner in un conflitto diretto con la Russia. Una circostanza che le cancellerie occidentali vogliono accuratamente evitare. Si temono ritorsioni per una serie di azioni compiute (o attribuite) all'intelligence militare di Kiev. Come gli attacchi sul territorio russo del 10 e 11 novembre: il think tank Istitute for the Study of War (ISW) afferma, citando fonti dell'amministrazione ucraina, che l'esplosione sui binari ferroviari nella regione di Ryazan, che ha causato il deragliamento di 19 vagoni di un treno merci, sia direttamente imputabile a Kiev. Nessuna conferma ma solo sospetti per gli attacchi a un impianto per la realizzazione di polvere da sparo e uno che produce missili Iskander e Kinzhal.

keystone-sda.chIl treno deragliato nella regione russa di Ryazan.

A Londra e Washington, continua Galeotti, si guarda con preoccupazione alla mancanza di riforme nelle forze di sicurezza ucraine e alla gestione del conflitto. «C'è la sensazione nei circoli politici occidentali che Kiev non sia completamente trasparente nei suoi piani e non sia disposta a rispondere alle preoccupazioni dei suoi alleati». Pensiamo poi alle parole della presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni: vittima di uno scherzo telefonico di due comici russi, ha affermato che in Europa «c'è molta stanchezza» e che «siamo vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d’uscita».

Non dimentichiamo poi le difficoltà nello stanziare nuovi sostanziosi pacchetti economici sia da parte dell'Ue che degli Stati Uniti. Ultimo ma non meno importante, il comparire sulla scena geopolitica di un nuovo, sanguinoso conflitto: quello si sta combattendo nella Striscia di Gaza e che ha catalizzato i riflettori di tutto il mondo, relegando il campo di battaglia ucraino a un ruolo secondario nello scacchiere internazionale.

Una lunga guerra all'orizzonte

Questo non vuol dire che, di punto in bianco, il sostegno garantito all'Ucraina in oltre un anno e mezzo di guerra sia sparito. Nei giorni scorsi sono stati lodati gli «eccellenti progressi» compiuti da Kiev nel cammino di avvicinamento all'adesione dell'Unione europea. Bruxelles dovrebbe prendere una decisione il prossimo mese.

keystone-sda.ch / STF (SERGEY DOLZHENKO)La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Inoltre c'è chi continua a guardare all'Ucraina come una barriera per arginare il dilagare della Russia verso il cuore del Vecchio continente. «È importante lottare concretamente per la pace internazionale e per la pace in Europa, perché se fermiamo la Russia in Ucraina, la Russia non sarà in grado di sfidare altri Paesi», ha dichiarato all'agenzia stampa Associated Press il presidente lettone Edgars Rinkēvičs, che - da "vicino di casa" di Mosca - guarda con preoccupazione alle sorti del conflitto. Rinkēvičs si dice convinto che la Russia sia preparata «per una guerra molto lunga» grazie alla sua capacità di produzione militare, alle sue enormi risorse energetiche naturali ma anche a un'economia che si è rivelata inaspettatamente resiliente, nonostante i numerosi pacchetti di sanzioni occidentali.

Anche l'Ucraina si starebbe preparando a una guerra prolungata nel tempo, destinata a proseguire per tutto il prossimo anno e sfociare nel 2025. Lo scrive il giornalista Dan Sabbagh nella sua analisi sul quotidiano britannico Guardian. La controffensiva ucraina nell'Est del Paese è in una fase di stallo, con i guadagni territoriali lungo le due principali direttrici di attacco decisamente limitati e nessuna prospettiva di sfondamento delle linee russe. «Come nella Prima guerra mondiale, abbiamo raggiunto un livello di tecnologia che ci pone in una situazione di stallo» ha dichiarato la scorsa settimana al settimanale The Economist il comandante in capo delle forze armate ucraine, il generale Valerij Zalužnyj.

keystone-sda.ch / STF (Efrem Lukatsky)Un soldato della Guardia nazionale nel corso di un addestramento.

Le frizioni a Kiev

Una lettura non condivisa dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ritiene che le cose stiano prendendo una piega positiva e che l'obiettivo di Kiev resta sempre il ritorno ai confini del 2014, con la riannessione di Crimea e Donbass. Una diversità di vedute che sta creando frizioni ai piani alti dell'establishment ucraino e che è stata sicuramente notata dagli alleati occidentali. Le affermazioni del Washington Post su Nord Stream 2 (apparentemente ignorate dai media ucraini) hanno invece trovato ampio risalto sulla stampa internazionale e, ovviamente, in Russia. Mosca ha sempre negato le proprie responsabilità nel danneggiamento del gasdotto nel settembre dello scorso anno.

Oggi, domenica 12 novembre, siamo al giorno 627 di guerra. L'Ucraina si trova a dover fare i conti con 4,9 milioni di sfollati interni, di cui 3,6 milioni sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni dopo il 24 febbraio 2022, il giorno dello scoppio del conflitto.


Appendice 1

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keystone-sda.ch / STF (SERGEY DOLZHENKO)La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

keystone-sda.chIl treno deragliato nella regione russa di Ryazan.

keystone-sda.ch / STF (Efrem Lukatsky)Un soldato della Guardia nazionale nel corso di un addestramento.