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ITALIA«La Guantanamo Made in Italy» fa discutere

07.11.23 - 14:24
Tirana ospiterà due centri di accoglienza per un totale di 36mila persone. L'opposizione del governo Meloni però non ci sta.
AFP
«La Guantanamo Made in Italy» fa discutere
Tirana ospiterà due centri di accoglienza per un totale di 36mila persone. L'opposizione del governo Meloni però non ci sta.

ROMA - Due centri, che vedranno luce in Albania, per accogliere i migranti irregolari che verranno salvati nel Mediterraneo dalla Marina italiana oppure dalla Guardia di Finanza (escluse quindi le navi delle Ong). Questo il contenuto dell'accordo firmato lunedì a Roma tra Giorgia Meloni e il premier albanese Edi Rama. «È un accordo di respiro europeo. Dimostra che si può collaborare sul fronte della gestione dei flussi. L'Albania darà la possibilità di utilizzare alcune aree del territorio albanese con l'Italia che potrà allestire centri», ha spiegato Meloni aggiungendo che il protocollo non riguarderà «minori, donne in gravidanza e altri soggetti vulnerabili».

«Nei due centri» i migranti staranno «il tempo necessario per le procedure. Una volta a regime, ci potrà essere un flusso annuale di 36-39mila persone», ha continuato Meloni, chiarendo che la giurisdizione dei centri sarà italiana, mentre l'Albania collaborerà con le sue forze di polizia per sicurezza e sorveglianza.

Oggi sono giunte le prime reazioni. Bruxelles ha storto il naso ma non sono arrivate conclusioni affrettate. «Siamo in contatto con le autorità italiane, abbiamo chiesto di ricevere dettagli sull'accordo per la migrazione con l'Albania», ha specificato la portavoce della Commissione Ue Anitta Hipper. «L'accordo tra Italia e Albania, dalle nostre prime informazioni, sembra diverso da quello tra Gran Bretagna e Ruanda».

Anche in Italia si è acceso il dibattito. «La Guantanamo Made in Italy che Giorgia Meloni vuole costruire in Albania è solo un'altra crudele mossa propagandistica del governo. Fallito il tanto sbandierato accordo con la Tunisia, ora vorrebbe inviare poco più di 30mila migranti l'anno nei Cpr costruiti su territorio albanese», ha commentato Riccardo Magi, segretario di +Europa.

«Se l'Italia chiama l'Albania c'è», mette in chiaro Rama, ricordando che il suo Paese è in attesa di entrare nell'Ue, ma «è uno Stato europeo: ci manca la U davanti ma ciò non ci impedisce di essere e vedere il mondo come europei».

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