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MONGOLIAIl Papa in Mongolia come «pellegrino di amicizia»

02.09.23 - 08:52
«Un giorno storico», l'ha definito il presidente Khürelsükh
KEYSTONE/AP/Ng Han Guan / STF (Ng Han Guan)
Fonte Ats Ans
Il Papa in Mongolia come «pellegrino di amicizia»
«Un giorno storico», l'ha definito il presidente Khürelsükh

ULAN BATOR - «Sono onorato di essere qui, felice di aver viaggiato verso questa terra affascinante e vasta, verso questo popolo che ben conosce il significato e il valore del cammino. Lo rivelano le sue dimore tradizionali, le 'ger', bellissime case itineranti. Immagino di entrare per la prima volta, con rispetto ed emozione, in una di queste tende circolari che punteggiano la maestosa terra mongola, per incontrarvi e conoscervi meglio». Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso alle autorità, la società civile e il Corpo diplomatico della Mongolia, nella Sala 'Ikh Mongol' del Palazzo di Stato.

«Eccomi dunque all'ingresso, pellegrino di amicizia, giunto a voi in punta di piedi e con il cuore lieto, desideroso di arricchirmi umanamente alla vostra presenza», ha aggiunto.

«Se le moderne relazioni diplomatiche tra la Mongolia e la Santa Sede sono recenti - quest'anno ricorre il 30esimo anniversario della firma di una lettera per rafforzare i rapporti bilaterali -, ben più indietro nel tempo, esattamente 777 anni fa, proprio tra la fine di agosto e l'inizio di settembre del 1246, Fra Giovanni di Pian del Carpine, inviato papale, visitò Guyug, il terzo imperatore mongolo, e presentò al Gran Khan la lettera ufficiale di Papa Innocenzo IV», ha ricordato Francesco.

«Poco dopo fu redatta e tradotta in varie lingue la lettera di risposta, timbrata con il sigillo del Gran Khan in caratteri mongoli tradizionali - ha sottolineato -. Essa è conservata nella Biblioteca Vaticana e oggi ho l'onore di porgervene una copia autenticata, eseguita con le tecniche più avanzate per garantirne la migliore qualità possibile. Possa essere segno di un'amicizia antica che cresce e si rinnova».

«Un giorno storico» - «Un giorno storico». Così il presidente della Mongolia, Ukhnaagiin Khürelsükh, ha definito questo «in cui papa Francesco sta effettuando la prima visita di Stato nel nostro meraviglioso Paese, la terra dall'eterno cielo blu, il cuore sacro dell'Impero mongolo, il luogo di nascita di Gengis Khan - uomo del millennio».

Il presidente ha sottolineato che «studiosi di fama mondiale e organizzazioni internazionali riconoscono il contributo significativo dei Mongoli alla storia del mondo e l'inestimabile patrimonio ereditato dall'umanità: la Pax Mongolica ha portato molte nazioni a rispettare e ad amare reciprocamente i propri valori e la propria identità, ha favorito la coesistenza pacifica di ogni civiltà, ha fatto fiorire le poste, i trasporti, le relazioni diplomatiche, l'economia e il commercio nonché la scienza, la cultura, la tolleranza religiosa e consolidati principi di legalità».

«I principi statali di rispetto dello stato, la prosperità della pace, l'armonia e unità ereditati da Gengis Khan - ha aggiunto -, si sono tramandati nel corso di molti secoli e la Mongolia resta impegnata per il mantenimento e il rafforzamento della pace e della sicurezza globale e regionale e persegue un approccio amante della pace, aperto e indipendente e una politica estera multilaterale».

Inoltre, «sin dai tempi antichi, noi Mongoli, con origini nomadi, abbiamo preservato e custodito il tesoro della Madre Terra e della natura da consegnare alle generazioni future. Il cambiamento climatico, le carestie, la sicurezza e l'approvvigionamento alimentare, su cui Lei, stimato papa Francesco, esprime la sua preoccupazione nei suoi discorsi, sono interamente coerenti con le nostre iniziative nazionali». Pertanto, «la Mongolia starà al fianco della Santa Sede per proteggere l'ambiente, il cibo e la sicurezza che sono alla base dell'umanità e dello sviluppo sostenibile».

«La sua visita di stato in Mongolia inaugurerà una nuova pagina nella storia dei nostri paesi e darà un contributo storico - inciso con lettere d'oro - all'ulteriore rafforzamento delle nostre relazioni e della cooperazione», ha concluso Khürelsükh.

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