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Voglio una vita da maranza: tra moda, trap e risse

Vivono in gruppo. Spesso fanno rapine agli adolescenti. Ma per loro è uno stile di vita. Obiettivo: creare casino
Vivono in gruppo. Spesso fanno rapine agli adolescenti. Ma per loro è uno stile di vita. Obiettivo: creare casino

Se negli anni Ottanta, a Milano, si veniva appellati come "maranza" c'era poco di cui vantarsi. Il termine, coniato con un certo retrogusto razzista dato che è la contrazione tra 'marocchino' e "zanza", ossia furfante, veniva affibbiato ai numerosi gruppi di ragazzini che dalle periferie urbane venivano a passare il tempo in centro città. I modi non proprio signorili e il look fatto di marche vistosamente contraffate, oltre all'amore per la musica disco e i locali notturni, serviva a definire ancora di più il maranza in questione.

Una gioventù difficile tra violenza e sogni di ricchezza - Con il tempo il termine è stato sostituito con altri diversi per poi tornare in auge con l'affermarsi, agli inizi degli anni Duemila, della musica trap, caratterizzata dal massiccio uso di autotune e dai testi che parlano di violenza e disagio sociale. Sono appassionati di musica drill che letteralmente significa aggredire o vendicarsi per mezzo di un'arma da fuoco automatica, e si caratterizza per i testi violenti e nichilisti. Il genere drill racconta di una gioventù difficile, alle prese con la malavita e la vita trascorsa nelle periferie dove si sognano tutti quei beni materiali, gioielli e macchine di lusso, che rappresentano il riscatto dalla povertà.

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Figli della subcultura urbana - Attualmente i maranza sono ciò che i sociologi definiscono "figli della subcultura urbana", e sono sempre più spesso protagonisti della cronaca per episodi di violenza e microcriminalità. Da fenomeno circoscritto alle grandi aree metropolitane è andato allargandosi grazie all'uso dei social media, in particolar modo Tik Tok, fino all'episodio che li ha imposti all'attenzione della cronaca italiana, ossia una maxi rissa organizzata a Peschiera del Garda il 2 giugno dello scorso anno. Centinaia di ragazzini, infatti, si erano dati appuntamento tra Peschiera e Castelnuovo del Garda provocando distruzione e risse, oltre a diversi tentativi di violenza sessuale.

Teppismo e violenza - I maranza hanno iniziato a spopolare anche in altre città italiane, in particolar modo Riccione dove, fin dalla scorsa estate, hanno provocato numerosi atti di teppismo e violenza. Il rapper Emis Killa, non certo un boomer spaventato, era arrivato a paragonare Riccione a Marsiglia dicendo che «se sei un bravo ragazzo devi avere paura anche solo a farti una passeggiata sul lungomare».

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Obiettivo: creare disturbo - Il principale scopo dei maranza, infatti, sembra essere quello di provocare disturbo e importunare le persone ma capita spesso che, dalle provocazioni si passi ad atti di violenza vera e propria. Sui social media si hanno due narrazioni parallele ma antitetiche del fenomeno e se su Tik Tok è pieno di video di giovani maranza che inneggiano al "far casino" e portare distruzione in città, vi è anche chi associa a generiche scene di risse dei commenti razzisti puntando il dito contro i maranza e i nordafricani, anche di seconda generazione, che fanno parte di questi gruppi. Se essere un maranza, infatti, non è obbligatoriamente sinonimo di essere un criminale è certo che, sempre più spesso, il presunto divertimento cercato da questi giovani, importunando i turisti o altri gruppi di ragazzi e ragazze, sfugga loro di mano con esiti infausti.

Il look tarocco - La loro presenza, nelle diverse città italiane ma non solo, è facilmente riconoscibile perché i maranza hanno dei codici di abbigliamento molto precisi: un vestiario sportivo, composto da tute in acetato o in tessuto tecnico, sneakers Nike TN o Air Jordan e immancabile marsupio a tracolla marca Louis Vuitton o Gucci, in alcuni casi tarocco. Molto richieste sono anche le magliette delle squadre di calcio, meglio se del Milan, del Paris Saint Germain e Manchester United il tutto condito da collane, anelli e orologi molto vistosi. Il tipico taglio a maranza, capelli rasati ai lati e ciuffo riccioluto sulla fronte, sembra essere molto richiesto così come non deve mancare l'atteggiamento spavaldo e rissoso oltre alla bandana e al cappellino in testa. I maranza si ritrovano intorno a una cassa bluetooth per sparare a massimo volume musica trap, italiana, araba o francese, per bere e fumare.

Tra rapine e Tik Tok - Le nazionalità sono miste e ci sono ragazzi italiani così come nordafricani, sudamericani o slavi: un incontro di culture diverse che spesso si rivela arricchente solo nel trovare qualche modo nuovo per importunare le persone. Capita di frequente, infatti, che questi nutriti gruppi di giovani prendano di mira dei coetanei per rubargli soldi, gioielli o il cellulare o anche solo per picchiarli a titolo di mera sfida. Non si tratta di bande organizzate, spesso i ragazzi si uniscono tra loro a seconda della necessità del momento, che sia una rapina o un nuovo video da postare su Tik Tok.

La loro musica - La musica, come detto, è di fondamentale importanza ed è un'aggregante che fa sentire uniti. Molto apprezzati sono i trapper francesi, che parlano della dura vita di strada e della violenza come mezzo di riscatto sociale. La canzone manifesto è "Alicante" di Gambino ma è molto ascoltato anche il britannico Central Cee. In Italia il punto di riferimento, oltre a Baby Gang e Simba La Rue, è il driller Mattia Barbieri in arte Rondodasosa che ha collaborato anche con la Seven 700, un collettivo artistico di cui fa parte insieme a Vale Pain, Neima Ezza, Keta, Sacky e Killmoney, che se da una parte inneggia all'immaginario malavitoso caro ai maranza, con tanto di passamontagna a nascondere il viso, dall'altra cerca di aiutare i giovani che vivono per strada. Intervistato dalla rivista Rolling Stone, Rondodasosa ha parlato del progetto, portato avanti insieme al collettivo Seven 700 e a Don Burgio, fondatore della comunità Kayros per ragazzi in difficoltà, «per costruire un centro per i ragazzi della nostra zona (San Siro a Milano)».

Ballano lo sturdy - Secondo il cantante, che pure non si definisce un maranza, «ai media piace generalizzare (…) Ho influenzato un'intera generazione che a sua volta ha portato una vibe in Italia che non è mai esistita: adesso i ragazzini invece che fumarsi le canne e fare cazzate vanno al Parco Gae Aulenti e fanno i raduni di sturdy». Si tratta di un genere di ballo in cui i ballerini rimangono in equilibrio rimbalzando su di un solo piede mentre ballano e si muovono con l'altro a ritmo di musica trap ed è stato portato in Italia da Randodasosa che nel 2021 lo ha lanciato nel suo brano Loubotin con Vale Pain. Il termine sturdy che significa robusto o tarchiato, è stato reso popolare negli Stati Uniti da Pop smoke per poi diventare, come visto, un fenomeno virale tra i giovani.

In Inghilterra - Il fenomeno dei maranza, come detto, non è tipicamente italiano ma si è esteso, pur con le dovute differenze, in diversi Paesi europei. Nel Regno Unito, ad esempio, il corrispettivo dei maranza potrebbero essere i cosiddetti "roadman" ossia giovani ragazzi che hanno abbandonato la scuola e si trovano a bighellonare per la città, soprattutto Londra, commettendo piccoli furti, rapine e atti di vandalismo. Anche in questo caso la tuta sportiva e le scarpe Nike, oltre a un gergo volgare, sono il tratto distintivo di questi maranza inglesi.

In Francia - Stesso discorso per la Francia che fa scuola per il look e l'atteggiamento rabbioso e provocatorio dei ragazzi delle banlieue. Davanti al fenomeno dei maranza, in molti parlano del fallimento della società e delle politiche di integrazione: sempre più giovani si trovano a vivere una vita ai margini, senza sentirsi parte del tessuto sociale e tale rabbia verrebbe incanalata in azioni vandaliche o criminali quasi a voler ottenere l'attenzione che non hanno mai avuto. Per altri, di contro, si tratta di un fenomeno passeggero, amplificato dalla narrazione dei social media ma privo di un vero rilievo. Quale che sia l'opinione in merito non si può non tenere conto dei dati forniti dall'Osservatorio Nazionale sull'Adolescenza secondo il quale il 16% degli adolescenti hanno compiuto atti vandalici e tre su dieci hanno partecipato a delle risse. Questo non significa che tutti i maranza siano dei pericolosi criminali, ma fa riflettere il fatto che sempre più giovanissimi coltivino con orgoglio questa idea di sé tramite la narrazione dei social media.


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