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ti.mammeSeconda gravidanza: il senso di colpa delle mamme

20.04.23 - 07:30
L’arrivo di un nuovo figlio può intaccare le sicurezze di ogni donna nel suo legame con il primogenito
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Seconda gravidanza: il senso di colpa delle mamme
L’arrivo di un nuovo figlio può intaccare le sicurezze di ogni donna nel suo legame con il primogenito

Gravidanza, parto, notti insonni: la vita di una mamma è scandita da grandi sforzi e pensieri pesanti ai quali si aggiunge un senso latente sempre più pressante alla nascita del secondo figlio. Dopo un periodo più o meno lungo durante il quale la maternità è stata declinata solo con il nome del primogenito, ogni genitrice si ritrova a gestire due sentimenti controversi: la felicità per il nuovo arrivato e il senso di colpa, appunto, nei confronti del primo figlio. Le attenzioni che prima erano riservate all’unico piccolo di casa, devono essere divise con il nuovo arrivato e questo spinge le mamme a credere di togliere qualcosa al primogenito, quasi di trascurarlo. Il primo nato è una sorta di socio fondatore del club della maternità: è con lui che quella dimensione ha preso corpo e tutte le prime volte da mamma ogni donna le vive con il proprio primogenito, caricandosi di una ricchezza emotiva che sembra impossibile replicare. 

Preparandosi all’arrivo del secondo figlio, quindi, ogni mamma comincia a maturare riflessioni sugli impegni che la aspettano e che si sommeranno a quelli già esistenti sottraendole del tempo a quello solitamente dedicato alle necessità del primo figlio. E al pensiero di quello che sarà costretta a togliere al primogenito, ogni mamma aggiunge quello di non potersi dedicare univocamente al secondo figlio così come ha fatto con il primo. Un doppio senso di colpa, quindi, al quale si aggiunge anche il pensiero di poter in qualche modo deludere il figlio maggiore aspettando un altro pargolo a causa di preconcetti in base ai quali il figlio maggiore debba soffrire per l’arrivo di un fratellino o di una sorellina, esserne geloso e sentirsi trascurato. Non c’è alcuna base scientifica in questo e tutto nasce dalle convinzioni delle madri, troppo concentrate nel comprensibile e giusto sforzo di non deludere i propri figli. 

Il timore di non assicurare a tutti i figli le stesse attenzioni e le stesse premure è quello che tormenta le mamme che si scoprono, così, assillate dal senso di colpa relativo all’incapacità di curare il primogenito, come avevano sempre fatto, all’arrivo del secondo figlio al quale si rendono conto di non potersi dedicare come aveva fatto con il primo. La condizione è oggettivamente tale, ma non deve essere causa di ansia o frustrazione e, quindi, non dovrebbe generare sensi di colpa e non dovrebbe essere vissuta silenziosamente per non rischiare di vederla diventare causa di depressione. Meglio sarebbe parlarne con persone di fiducia o specialisti che possano aiutare a elaborare questi pensieri e trovare un punto di vista migliore e meno limitante. E tutto dovrebbe cominciare dalla considerazione che ogni maternità è unica e diversa dalle precedenti e che anche le mamme sono diverse anche solo per una maturità anagrafica ed emotiva che ovviamente le caratterizza tra una gravidanza e l’altra. I paragoni tra le varie esperienze genitoriali non dovrebbero sussistere alla luce della consapevolezza dell’unicità delle stesse e dell’amore incondizionato e immenso di ogni mamma per ognuno dei propri figli.

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