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FFDULPremio Diritti Umani per l’Autore 2023 a Manijeh Hekmat

13.09.23 - 10:29
La regista iraniana sarà presente a Lugano e presenterà due titoli della sua filmografia
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Premio Diritti Umani per l’Autore 2023 a Manijeh Hekmat
La regista iraniana sarà presente a Lugano e presenterà due titoli della sua filmografia

LUGANO - Sarà assegnato alla regista iraniana Maijeh Hekmat il Premio Diritti Umani per l’Autore 2023 del Film Festival Diritti Umani Lugano (FFDUL).
 
La motivazione - La decima edizione del Festival ha scelto di rendere omaggio alla cineasta classe 1962 in quanto «il suo cinema, che racconta da sempre la società iraniana con uno sguardo attento alla condizione femminile, non si limita a rappresentare la realtà ma piuttosto la sfida, la esplora e la mette in discussione in maniera audace e incisiva. I suoi film invitano il pubblico a riflettere sulle ingiustizie, le discriminazioni e le sfide che la società affronta, incoraggiandolo a considerare il proprio ruolo come cittadini attivi e partecipi nel promuovere un mondo più equo e giusto». 

Spiega il direttore Antonio Prata: «Il FFDUL vuole dedicare il Premio Diritti Umani per l’Autore 2023 a tutti gli artisti e a tutte le donne in particolare, in un momento molto difficile della società iraniana, omaggiando un’artista che, attraverso il cinema, ha intrapreso un viaggio resistente e tenace nella creatività e nella ricerca, nella vita e nella morte, nell'amore e nella guerra. Un percorso politico ma anche pieno di immaginazione, in cui l’autrice, nonostante le tante difficoltà e le censure incontrate come donna e come artista, non smette mai di sognare, di rincorrere un futuro migliore e libero per sé e per il suo popolo».

I film - Hekmat è una delle figure centrali del cinema politico iraniano. Nel 1995 ha iniziato la sua carriera cinematografica come produttrice e, nel 2002, ha diretto il suo primo lungometraggio, "Women's Prison", sulla situazione delle donne prigioniere in Iran. Il film è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia e, l’anno successivo, è stato premiato con l’Amnesty International Award al Festival di Rotterdam. Come molti colleghi, ha avuto grosse difficoltà nel realizzare i suoi film in patria. «Non potevamo costruire un carcere come set a causa della nostra situazione economica difficile», ha dichiarato in merito a"Women's Prison". «Quindi abbiamo dovuto convincere le autorità a farci lavorare in carceri vere e proprie. Ci siamo rivolti alle autorità giudiziarie, che hanno immediatamente rifiutato la nostra proposta. Non mi sono arresa affatto. Ho avuto 42 incontri diversi con le autorità in tre mesi e alla fine ho ottenuto il carcere». Una volta terminato, il film è stato censurato dal governo iraniano.
 
Il suo secondo film,"Three Women" del 2008, è stato presentato in più di 80 festival internazionali, a partire dalla Berlinale. Con la sua ultima opera dal titolo"19", ha vinto il Life Beyond Life Film Festival di Torino. Uno dei motivi che hanno indotto gli organizzatori del FFDUL a premiare Hekmat è il suo ruolo di produttrice, «che le permette di sostenere un’industria che vive da tempo grandi difficoltà, con artisti e registi regolarmente perseguitati e incarcerati».

La presentazione - Hekmat sarà presente a Lugano per ritirare il Premio e presentare due titoli che fanno parte della sua filmografia: "Women's Prison", appunto, che racconta la storia di una detenuta nelle carceri iraniane e la sua protesta contro un trattamento disumano e i dogmi del governo. Del film esiste attualmente soltanto una copia in 35 mm e verrà mostrato al FFDUL in una versione digitale provvisoria, allestita appositamente per il Festival.  Il 27 ottobre, dopo la cerimonia di consegna del Premio, verrà proiettato invece"19", storia della pittrice Mitra che, a causa del COVID-19, entra in coma e inizia a viaggiare nei suoi ricordi e in quelli di un’intera società.
 
L'immagine del FFDUL - Il visual 2023 del festival prende spunto dalle parole che aprono la Dichiarazione universale dei diritti umani, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti». Parole importanti, che ricordano «quanto sia fondamentale oggi mantenere viva la coscienza e l’impegno verso i diritti umani».
 
Tra le varie novità della decima edizione del FFDUL ci sono il numero accresciuto dei giorni di Festival, che diventano undici, e il debutto del Concorso internazionale di lungometraggi, con la proiezione di 8 pellicole in competizione provenienti da tutto il mondo. Anche quest’anno, inoltre, verrà presentata una variegata selezione di film, accompagnati da dibattiti con ospiti internazionali e locali, tra cui fondazioni, ONG e testimoni. Il Festival, come sempre, si impegna a promuovere diverse cinematografie e a raccontare storie poco conosciute ma culturalmente significative. Oltre alle proiezioni e agli incontri con le autrici e gli autori ci saranno eventi off come mostre, incontri più intimi e iniziative che vedono la collaborazione di molte realtà culturali del territorio.

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