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CANTONEArgo 1, nel 2015 lettere di raccomandazione

21.01.18 - 13:12
I municipi di Lavizzara e di Lumino attestavano la soddisfazione per il lavoro della ditta di sicurezza, confermata per e-mail da un poliziotto della Cantonale
TiPress
Argo 1, nel 2015 lettere di raccomandazione
I municipi di Lavizzara e di Lumino attestavano la soddisfazione per il lavoro della ditta di sicurezza, confermata per e-mail da un poliziotto della Cantonale

BELLINZONA - Emergono nuovi documenti in merito al caso Argo 1. Nell’edizione odierna il Caffè ha pubblicato due lettere di raccomandazione alla società di sicurezza - datate 2015 - da parte dei municipi di Lavizzara e di Lumino, ma anche un’e-mail in cui un ufficiale di polizia ne conferma l’operato.

Il titolare di Argo 1 nel 2015 pare fosse alla ricerca di referenze, probabilmente per partecipare ai concorsi. In aprile il municipio di Lumino ha attestato la sua soddisfazione per il lavoro svolto dalla ditta tra il 29 luglio e il 27 novembre 2014 nella struttura di protezione civile dove erano alloggiati alcuni asilanti eritrei. Un mese dopo, in maggio, anche il municipio di Lavizzara ha ufficializzato la propria soddisfazione nei confronti di Argo 1 con riferimento all’attività svolta nell’ambito della sorveglianza dei profughi eritrei che hanno soggiornato a San Carlo, valle di Peccia, tra il 6 ottobre e il 27 novembre 2014.

Emerge però anche un’e-mail, datata 28 luglio 2015, in cui un ufficiale del corpo della Polizia cantonale che scrive dall’account ufficiale informa il titolare di Argo 1 di «non essere autorizzato a rilasciare referenze formali» sull’operato della ditta «in quanto il committente era il DSS-USSI». Referenze che non potevano essere ufficializzate, ma che «sarebbero state sicuramente molto buone in quanto per la questione di Camorino non avrei avuto nulla da eccepire».

Negli scorsi giorni durante una serata sul tema della sicurezza svoltasi a Paradiso, il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi - come anticipato da LiberaTv - ha spiegato che la Polizia cantonale aveva «effettuato controlli» e segnalato al Cantone «la mancanza delle necessarie autorizzazioni e di personale adeguatamente formato» quando l'agenzia di sicurezza «ottenne il mandato per la sorveglianza del centro asilanti di Lumino».

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