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«Locarno è a pochi chilometri, ma ci mettiamo ore a raggiungerla»

GAMBAROGNO«Locarno è a pochi chilometri, ma ci mettiamo ore a raggiungerla»

19.01.18 - 08:02
Senza treni e senza navigazione: radiografia di una regione in “panne”. Con ritardi che si accumulano e lunghe perdite di tempo. L’autorità: «Ancora un po’ di pazienza»
foto e video Davide Giordano
«Locarno è a pochi chilometri, ma ci mettiamo ore a raggiungerla»
Senza treni e senza navigazione: radiografia di una regione in “panne”. Con ritardi che si accumulano e lunghe perdite di tempo. L’autorità: «Ancora un po’ di pazienza»

GAMBAROGNO – «Questa situazione è snervante. Per raggiungere Locarno, che dista pochi chilometri in linea d’aria da qui, ci vogliono ore». Lo sfogo è di Joe Metrangolo, 47enne di Magadino che lavora dall’altra parte del lago. È lui a dipingere la situazione attuale dei mezzi pubblici nel Gambarogno. Da una parte la ferrovia ancora semi chiusa (in particolare di giorno) a causa dei noti lavori di manutenzione voluti dalle FFS. Dall’altra, la navigazione ferma per ragioni burocratiche. Fino alla fine di febbraio il battello tra Magadino e Locarno non circolerà. E il malumore tra la popolazione è alto. 

Ragazzi delusi – La giovane universitaria Céline Stegmüller ha recentemente “denunciato” la situazione del Gambarogno in un interessante articolo pubblicato sul suo blog personale. «Mio fratello frequenta il liceo di Locarno – spiega –. Ogni giorno arriva a scuola con dieci minuti di ritardo. E per arrivarci, deve fare i salti mortali».

Lunghe attese – Come lui, decine di altri studenti e lavoratori. Dal Gambarogno si prende il bus, molte volte in ritardo a causa del traffico, per Cadenazzo. E lì si aspetta il treno verso Locarno. «Spesso mancano le coincidenze – sostiene Metrangolo –. E si perde un sacco di tempo ad aspettare. Questa situazione poteva essere evitata». «Si poteva tentare di anticipare di 4 o 5 minuti gli orari degli autopostali – ipotizza Céline Stegmüller –. I giovani, ma in generale l’intero Gambarogno, sono molto penalizzati da questi disagi».

Il mortorio – Ma non si tratta solo di una questione di tempo perso. Come verificato dalle telecamere di Ticinonline/ 20 Minuti nei dintorni del debarcadero di Magadino regna il mortorio assoluto. «Io ho addirittura deciso di chiudere il mio locale per questo periodo – ammette Franco Vezzoli, gerente del ristorante Al Lago –. Con la navigazione completamente ferma, di qui non circola nessuno. La perdita finanziaria per me è grossa. Avevo già avuto difficoltà lo scorso mese di luglio, quando c’era stato lo sciopero dei dipendenti della Navigazione Lago Maggiore».

Uno stop inatteso – E la “panne” attuale con cui il Gambarogno è confrontato ha origine proprio in quelle settimane. Se i lavori ferroviari, iniziati da ormai 6 mesi, erano da tempo stati annunciati da parte delle FFS, più difficile era prevedere che sul Verbano durante l’inverno i battelli che collegano Magadino a Locarno sarebbero rimasti fermi. Questione di permessi richiesti in ritardo da parte della nuova gestione.  

Problemi cronici di traffico – Metrangolo è demoralizzato. «Così si spinge la gente a prendere l’auto. Il Gambarogno è già confrontato con grossi problemi di traffico. Non aveva bisogno anche di questa tegola. È una bella regione. Ma sto seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di trasferirmi nei pressi di Locarno. Le autorità non sono state in grado di prevedere questo caos».  

Le prospettive – Intanto, il Municipio di Gambarogno è sotto pressione. «Riceviamo richieste di informazione da parte della popolazione – dice il segretario comunale Alberto Codiroli –. Purtroppo due eventi straordinari si sono accavallati. Sul lago le cose dovrebbero tornare alla normalità a partire da fine febbraio. Per quanto riguarda la linea ferroviaria, bisognerà attendere fino a fine aprile. Il Comune, in ogni caso, non ha responsabilità. È comprensibile il disagio di alcuni. Invito tutti ad avere ancora un po’ di pazienza».

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