All’Ufficio domande di costruzione non piace il colore dell’edificio paterno del 75enne Pietro Brentini. Una diatriba finita anche sul “giornale di carnevale” locale
BIASCA – Una diatriba senza fine per una casa color lilla. È quella, paterna, fatta pitturare la scorsa estate da Pietro Brentini, 75enne di Biasca. Il braccio di ferro che, da mesi, vede contrapposto il medico, oggi in pensione, all’Ufficio cantonale delle domande di costruzione è finito anche sul giornalino dell’ultima edizione del carnevale rivierasco. «E la vicenda – ammette Brentini – non sembra essere finita».
La strana scelta – A giugno 2016 il medico decide di fare ritinteggiare l’edificio di Viale Officina, in cui vive la sorella. È la casa in cui è cresciuto e con cui, da tempo, confina. Quando il pittore gli mostra le varie opzioni, ecco l’intuizione. «La volevo di color viola chiaro. È stata una folgorazione».
Questione di competenza – Brentini si reca in Comune, per fare la notifica di rito. Ma allo sportello trova la prima sorpresa. «Mi dicono che quella zona non è di loro competenza. E che mi sarei dovuto rivolgere alle Ferrovie federali svizzere, visto che lo stabile confina con un binario. Dalle Ferrovie, in seguito, mi comunicano che è tutto a posto e che per loro non c’è problema».
Fuori zona edificabile – A quel punto, Brentini fa eseguire i lavori. «Ero contento. La casa in cui avevo trascorso la mia infanzia aveva, di colpo, ripreso vita». Ma, dopo diverse settimane, spunta una lettera dal Cantone: lo stabile si trova “fuori zona edificabile”. E dunque occorre fare una richiesta speciale per qualsiasi lavoro edile. «Il problema è che io, a quel punto, avevo già pitturato. Insomma, i lavori erano finiti e mi trovavo a dovere inoltrare una domanda per potere pitturare».
Un cambio sconosciuto – Ma c’è un altro dettaglio importante. E Brentini, che nel frattempo si è rivolto a un avvocato, lo mette in evidenza. «Al momento in cui mi sono recato in Comune non sapevo che quello in cui vivevo era diventato, da qualche anno, un posto fuori zona edificabile. In realtà nemmeno all’amministrazione comunale ne erano al corrente».
Risposta negativa – Il 75enne decide, comunque, di seguire la prassi. E di inoltrare la richiesta a Bellinzona, all’Ufficio domande di costruzione. È a quel punto che dal Cantone, dopo il parere di un’esperta, arriva la risposta negativa. «Mi hanno scritto che il colore scelto rovina il paesaggio. Ma è assurdo. In questa fantomatica “zona non edificabile”, peraltro confinante con il grigiore della ferrovia, viviamo solo io, mia sorella e un’altra persona».
Poca chiarezza – Cosa dovrebbe fare ora Brentini? Cambiare il colore della sua abitazione? Il Cantone, con un’ampia documentazione cartacea, si limita a parlare di diniego della domanda. «Sono mesi che sta andando avanti questa storia – conclude Brentini – è logorante. La casa color lilla è situata in una zona scialba, dimenticata da tutti, a pochi metri dalla discarica dei rifiuti. Non capisco davvero a chi sto dando fastidio».